Acireale, ordinanza di dissequestro per il Cable park C’è incertezza sui tempi di completamento dell’opera

Rimossi i sigilli che hanno bloccato il cantiere del Cable park. Lo ha stabilito la pm Agata Santonocito, con una ordinanza di dissequestro che porta la data del 25 novembre. Con questo atto potranno perciò riprendere i lavori nella contrada san Girolamo e in via San Piero Patti, nella frazione acese di Aci Platani, per il completamento del parco acquatico pensato dalla ditta Wake surf center srl di Misterbianco. L’area a verde con due mega piscine ospiterà le discipline acquatiche come il wakeboard e lo sci nautico. Un’attrazione che crea molte aspettative, se si pensa che potrebbe essere l’unica in tutta la Sicilia ad accogliere queste specialità. Ma, nonostante le speranze, la storia del Cable park rischia di essere inserito nel grande racconto delle opere incompiute. Il progetto è nato nel 2016 tramite lo Sportello per le attività produttive, finanziato dall’Istituto per il credito sportivo, ed è poi finito nella morsa del dibattito politico e delle lungaggini burocratiche, divenendo una vera e propria incognita.

Il dissequestro è un passaggio importante che riaccende le speranze. Uno scenario che fino a qualche mese fa sembrava impensabile: i lavori, iniziati già da mesi, erano stati stoppati a luglio, a seguito delle decisioni ostative imposte dalle autorità. Proprio la scorsa estate erano emerse perplessità sollevate da alcuni consiglieri di opposizione, che segnalavano la presenza del cantiere in una zona non adatta a costruire, e sottolineavano inoltre la mancanza di pareri fondamentali come quello della Regione, nonché l’assenza di procedimenti come l’assoggettabilità o meno alla Vas (valutazione ambientale strategica). A fermare i lavori erano stati prima un decreto sospensivo emesso a fine luglio dai vigili urbani, poi i sigilli posti dalla procura di Catania sui cancelli di via San Piero Patti. A finire sul registro degli indagati per abuso edilizio (ipotesi che ora è caduta) erano stati Luisa Rannisi e Gianfranco Caudullo, rispettivamente amministratore e direttore dei lavori.

Tuttavia, nelle ultime settimane la vicenda ha di nuovo cambiato segno . Agli esposti di Caudullo, pronto a suffragare la bontà dei lavori eseguiti, si è aggiunto il parere favorevole della commissione tecnica specialistica, convocata a ottobre dall’assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente, la quale ha deciso per la non assoggettabilità a Vas di quella zona. In ultimo si è espressa anche la soprintendenza di Catania. L’ente che tutela i beni culturali è stato consultato più volte in merito all’area archeologica su cui sorge il cantiere, in particolare su una parte di terreno che potrebbe essere oggetto di futuri ritrovamenti. Questo però non comporterebbe alcun vincolo paesaggistico, così come è riportato nell’ultima nota prodotta dalla soprintendente Maria Grazia Patanè in risposta alla lettera di chiarimenti inviata dallo stesso Caudullo.

Elementi favorevoli per convocare la conferenza di servizi, fissata per il prossimo martedì 12 dicembre. Per l’occasione verranno consultati ancora una volta i vari enti competenti. Con l’ingegnere Alfio Licciardello, dirigente del Suap, in rappresentanza del comune di Acireale, verranno chiamati in causa l’Asp, la soprintendenza, il genio civile e l’assessorato al Territorio e ambiente. Sarà rappresentata anche la ditta. Si dice fiducioso Gianfranco Caudullo: «Abbiamo tutti i documenti a disposizione perché possano riprendere i lavori – dichiara a MeridioNews -. Con questo però manteniamo sempre un profilo basso e attendiamo i risvolti». Il direttori dei lavori del Cable Park parla poi dei danni causati dalla sospensione: «Una volta sbloccate tutte le procedure, potremo riaccendere il finanziamento da parte del Coni, momentaneamente sospeso – continua -. Questo significa che non sappiamo con certezza quando tutto riprenderà: peggio ancora, non possiamo dire quando potrebbe essere inaugurata l’opera, non è possibile ipotizzare dei tempi». Prudenza anche da parte del primo cittadino Roberto Barbagallo: «Tutto dipende dalla conferenza dei servizi, quindi dal parere dei vari enti – conclude -. I lavori riprenderanno quando verrà approvato il progetto».


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