Intrecci tra il blitz antimafia e il processo Li Destri Storia dell’appalto sui mezzi della nettezza urbana

«Le due cose non hanno alcuna connessione, ci tengo a precisarlo». L’avvocato Davide Giugno, difensore di Pietro Garozzo, era presente all’udienza del processo contro la ex dirigente comunale Annamaria Li Destri in cui il suo assistito – adesso accusato di associazione mafiosa – testimoniava a proposito dei rapporti della stessa Li Destri con Nino Amore, titolare della ditta Puntese diesel. Società che per una decina di anni ha gestito, spesso in proroga, il servizio di manutenzione dei mezzi della nettezza urbana del Comune di Catania. Dal 2002, almeno, quando si aggiudica la prima gara d’appalto offrendo il maggiore ribasso rispetto a quello dell’altra ditta contendente: la Manutencoop. Si tratta di un servizio fondamentale per Palazzo degli elefanti: riguarda la pulizia e il controllo della funzionalità degli autoveicoli usati dall’amministrazione per garantire l’igiene pubblica della città. Ancora più importante considerando un parco mezzi non particolarmente aggiornato e, quindi, spesso sottoposto a interventi per ripristinarne la funzionalità.

Passano gli anni e da quella prima aggiudicazione nel 2002 le cose non cambiano. Un direttore dell’Ecologia dopo l’altro, le gare si avvicendano lasciando il quadro sostanzialmente invariato: la Puntese diesel rimane l’appaltatrice, o perché unica contendente o per la mancanza dei requisiti da parte di eventuali altre aziende che si presentano nel frattempo. Tra rinnovi e proroghe si arriva al 2008, quando viene elaborata una nuova gara triennale del valore di quattro milioni e 700mila euro: ancora una volta se la aggiudica la Puntese diesel – nel frattempo diventata una società a responsabilità limitata, da ditta individuale che era – con un contratto che viene firmato il 19 aprile 2010 e che avrà valore fino al 30 aprile 2013.

A questo punto, però, la situazione comincia a farsi complicata. Sia per via dei sospetti a proposito dei requisiti presentati dalla Puntese diesel per aggiudicarsi il bando del 2009, sia perché le condizioni economiche dell’azienda spingono il titolare, Nino Amore, a cedere il ramo d’azienda che si occupava dell’appalto per il Comune di Catania. L’azienda subentrante è la Officine meccaniche. A questo punto, siamo a ottobre 2012, l’operazione finanziaria deve passare attraverso Palazzo degli elefanti. La direttrice Annamaria Li Destri dà il suo nulla osta, dopo avere richiesto il parere dell’avvocatura comunale, fissando in 60 giorni i termini per l’opposizione – da parte del municipio – al passaggio di proprietà tra le due ditte. Passaggio che comporta anche il trasferimento delle 38 unità di personale. In realtà, la commistione tra le due aziende non riguarda solo il transito dei dipendenti e ad Amore viene chiesto di rimanere responsabile di quei lavori anche dopo il passaggio di proprietà.

A marzo 2013, un mese prima della scadenza dell’appalto, la macchina burocratica del Comune si mette al lavoro per la pubblicazione del nuovo bando. Che stavolta sarà espletato non con il meccanismo che premia l’offerta più bassa ma quella economicamente più vantaggiosa. Cioè ponderata sulla base del progetto presentato dalle aziende. È su questo documento che viene meno la pace che aveva regnato, fino a quel momento, in piazza Duomo. I requisiti previsti dal bando approntato dall’architetta Li Destri non convincono, in prima battuta, il sindacato Fiadel (a cui Pietro Garozzo aderisce). L’organizzazione sindacale formula una serie di contestazioni, sostenendo che i requisiti di partecipazione siano costruiti su misura per la Puntese diesel e che, inoltre, vengono meno alcuni diritti dei lavoratori. 

Il bando prevede un fatturato di due milioni di euro nel settore delle manutenzioni e con un solo committente, il possesso – da parte della ditta – di una pompa idraulica e alcune certificazioni di qualità. Inoltre cancella la figura del responsabile del personale (compito svolto da Garozzo, poi diventato tra i principali accusatori di Annamaria Li Destri), e del magazziniere. Nel frattempo, ad agosto, l’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata avvia un procedimento disciplinare nei confronti di Li Destri poiché i documenti da lei redatti violerebbero la par condicio tra i contendenti all’appalto. Ipotesi alla quale si aggrega la società Europa carri – intenzionata a partecipare alla gara – che invia al Comune un «preavviso di ricorso». Alla missiva dell’impresa risponde l’avvocatura comunale che, pur rimandando al mittente le contestazioni, suggerisce di fermare le procedure e inviare una segnalazione all’autorità di vigilanza, oggi Anac. È il 19 settembre 2013 e, nel frattempo, alla Officine meccaniche l’appalto è stato prorogato fino al 30 settembre, anche perché il servizio di pulizia dei mezzi riguarda la nettezza urbana e, per legge, non può essere sospeso.

Annamaria Li Destri contatta l’autorità di vigilanza e, da responsabile unica del procedimento, chiede che la gara venga bloccata. Ma, contro il suo parere, la seduta di apertura delle buste viene effettuata comunque. Il verbale è datato 7 ottobre 2013 e i plichi arrivati alla direzione Ecologia sono due: quello della Officine meccaniche e quello della Europa carri. La prima impresa, alle verifiche effettuate sul momento dalla commissione di gara, risulta ancora inattiva alla Camera di commercio, nonostante lavorasse già per il Comune da un anno. La seconda, invece, manca del requisito del fatturato con un unico cliente. Entrambe le società vengono escluse. Alla fine del mese di ottobre 2013 Annamaria Li Destri viene licenziata. Officine meccaniche continua in proroga, finché – a marzo 2014 – viene pubblicata la nuova gara: si presentano di nuovo le stesse aziende e la procedura viene annullata in autotutela a maggio. Nello stesso mese, la procura di Catania chiede il rinvio a giudizio per Annamaria Li Destri, che avrebbe agito insieme ad Antonino Amore (morto a gennaio 2014), per favorire in vario modo la società di quest’ultimo.

A giugno 2016 il bando viene pubblicato di nuovo, ma stavolta vale due anni anziché tre. La gara va deserta. A ottobre 2016, intanto, la Officine meccaniche esce di scena. Con lo stesso metodo con il quale era sparita dai radar la Puntese diesel: cessione del ramo d’azienda, stavolta in favore della società Sicil.car. Alla fine dell’anno il bando si rifà e stavolta un partecipante c’è: di nuovo, Europa carri. A cui la commissione valuta di affidare il servizio di manutenzione, gestione e lavaggio degli automezzi per la raccolta dei rifiuti del Comune di Catania. Se non fosse che, ad agosto 2017, è il nuovo dirigente dell’Ecologia a prendere in mano la situazione. E, controllando i requisiti dell’azienda, oppone un niet all’affidamento del servizio. In attesa dell’ennesima procedura burocratica, quest’ultimo rimane alla Sicil.car che l’ha acquistato da Officine meccaniche. Sottolineando uno stallo amministrativo che va avanti da quasi otto anni.


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