Politiche, per Liberi e uguali è l’ora delle candidature Dentro Notarbartolo, Festa, Grasso, Borzì e Giacalone

Stilare una lista di uomini e donne disponibili a correre per le elezioni politiche del 4 marzo, senza pensare ai posizionamenti. Il compito consegnato ieri ai delegati locali dall’assemblea nazionale romana di Liberi e uguali è semplice solo in apparenza. E non rappresenta del tutto la definizione delle candidature. Chi stabilirà se un candidato va nell’uninominale o nella lista plurinominale? Chi stabilirà se va alla Camera o al Senato? A quanto pare sarà Roma. I dirigenti nazionali utilizzeranno gli elenchi di nominativi ricevuti dai territori e li tradurranno in uno schema preciso. Un dettaglio che però ha fatto discutere non poco nel corso dell’assemblea provinciale tenutasi oggi pomeriggio a Catania, in un locale del centro. Non tutti accettano che i partiti fondatori (Articolo 1, Sinistra Italiana e Possibile) abbiano l’ultima parola sulle scelte che contano. Mentre si vocifera di pezzi da novanta paracadutati nei collegi etnei. Oltre al nome dell’ex segretario nazionale della Cgil (e del Pd) Guglielmo Epifani, oggi qualcuno sussurrava quello di Alfredo D’Attorre, di Sinistra Italiana. 

I papabili degli ultimi giorni saranno nell’elenco, alla fine. Tutti o quasi. Ci sarà il consigliere comunale Niccolò Notarbartolo, che il Pd lo ha lasciato da poco (e che, secondo alcuni, sarebbe la soluzione più solida per il collegio uninominale di Catania città). Ci sarà Valentina Borzì, attivista paternese emersa nella battaglia per salvare il posto di lavoro alla . Ci sarà Domenico Grasso, qualche anno fa candidato «di minoranza» alla segreteria provinciale dem. Ci sarà anche Paolo Castorina, già sindaco di Aci Castello. Qualche dubbio si addensa intorno a due uomini forti delle recenti Regionali: Danilo Festa e Vittorio Bertone. Il primo, nel corso di un intervento assai apprezzato, si è in un primo momento sfilato dal listino, garantendo però la propria disponibilità per uno dei quattro seggi uninominali. Quello di Misterbianco sembrerebbe il più adeguato. Bertone ha invece tenuto un atteggiamento piuttosto defilato, e pare rimarrà fuori dalla partita.  

L’elenco finale dovrebbe contenere qualcosa come venti nomi: per Articolo 1 ci saranno il segretario della giovanile Luca Barbato, i già menzionati Paolo Castorina e Valentina Borzì, e ancora Giancarlo Ciatto, l’ex candidato sindaco di Aci Catena Basilio Orfila, Franco Faro e qualche altro. Per Possibile sono pronti Giusi Cristaudo, Domenico Grasso e il presidente della quarta municipalità di Catania Emanuele Giacalone. Notarbartolo dovrebbe stare in quota Sinistra Italiana, forse anche Ambra Monterosso.  

Ma il tema delle collocazioni delle candidature rimane. Ed è chiaro che, se non sarà l’assise locale a deciderle, ci saranno altri tavoli. Ristretti e romani. Una prospettiva che piace poco, con il rischio di consegnare una posizione egemonica ai partiti. Un dato che, infatti, è stato evidenziato soprattutto da chi si è avvicinato da poco, con l’idea di costruire un soggetto unitario alla sinistra del Pd. 


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