Scordia, raid notturno nel palazzo del Comune «Clima pesante» dopo l’arresto di Biancoviso

Porte divelte, documenti gettati in aria e, alla fine, solo il furto di 72 assegni – già intestati, e del valore di poco più di cinquanta euro ciascuno – per i buoni libro. È la scena che si sono trovati davanti, ieri mattina, i dipendenti del Comune di Scordia. Entrati come ogni giorno per lavorare e costretti a fare i conti con l’intromissione notturna in municipio. «Una coincidenza piuttosto strana», la definisce il primo cittadino Franco Barchitta, che proprio in questi giorni deve affrontare le polemiche – sollevate dal Movimento 5 stelle e da Scordia bene comune – a proposito del silenzio dell’amministrazione, almeno in pubblico, seguito all’arresto dell’imprenditore scordiense di 51 anni Rocco Biancoviso. Accusato dalle forze dell’ordine, che lo hanno catturato nel corso dell’operazione Chaos 2, di essere stato l’amico buono, cioè l’intermediario tra una ditta che si occupava della posa della fibra ottica nel Comune di Catania e Antonio Tomaselli, nuovo presunto reggente della famiglia Santapaola-Ercolano. «Biancoviso? Certo che lo conosco – afferma Barchitta – Come a Scordia lo conoscono in tanti. Mi aveva telefonato una settimana prima dell’arresto, ma per parlare di legalità».

Per raccontare questa storia bisogna tornare all’inizio di gennaio. Quando un blitz dei carabinieri svela l’interesse di Cosa nostra nei lavori per fare arrivare internet ad alta velocità in tutto il territorio catanese. Ad alzare il velo sull’ombra del racket è una delle vittime, che racconta agli investigatori l’estorsione subita: il cemento da scegliere deve venire da una precisa ditta, poco importa se il costo è più alto dei prezzi di mercato. E se la qualità del calcestruzzo non è ottimale. A mettere in comunicazione imprenditori e presunti esponenti di spicco dei Santapaola-Ercolano sarebbe stato proprio Biancoviso, noto a Scordia anche perché gestore di un frequentato locale nel centro del paese calatino. «È anche il referente di un’associazione di commercianti sul territorio – precisa Barchitta – Ci sentivamo spesso perché denunciava l’abusivismo dei chioschi nati sul territorio senza alcuna regolamentazione. Tutto materiale inviato alla procura. Come si poteva pensare che proprio lui si prestava alle cose che abbiamo letto?».

La sua conoscenza personale con l’indagato, però, non c’entrerebbe niente con la decisione di non prendere una posizione immediata dopo il blitz. Nonostante un Consiglio comunale urgente – legato alle tariffe della Tari, la tassa sui rifiuti – che si è riunito proprio un paio di giorni in seguito. «Il sindaco è sempre presente in municipio, quel giorno non c’era – racconta Maria Contarino, consigliera comunale del Movimento 5 stelle – Aveva un’altra riunione, ci è stato fatto sapere. Abbiamo chiesto, in aula, che l’amministrazione prendesse una posizione e che dichiarasse pubblicamente che voleva costituirsi parte civile nell’eventuale futuro processo». Sulla stessa linea Simona Favara, eletta nel suo territorio tra le file di Scordia bene comune: «Quello che è accaduto non è un fatto di poco conto – commenta Favara – Ci siamo domandati perché il sindaco e la giunta non solidarizzassero con l’imprenditore che ha denunciato e non prendessero le distanze da chi, invece, è adesso sotto accusa».

Il clima di questi giorni, nel Comune calatino, dicono in molti essere «pesante». E la replica ufficiale dell’amministrazione arriva parecchi giorni dopo che l’inchiesta Chaos 2 è stata resa nota. Il 20 gennaio, con una nota sulla pagina Facebook, il Comune annuncia: «Sono in corso gli atti preparatori per la costituzione di parte civile considerata la gravità dei fatti». «Io, però, lo voglio precisare: non ho bisogno di dichiarare la mia legalità coi selfie o sui social network – attacca il neoeletto Franco Barchitta a MeridioNewsIo la vivo nella mia interiorità. Due mesi e mezzo fa ho incontrato i carabinieri, il vecchio questore di Catania, il comandante della guardia di finanza… Proprio questo dimostra che volevo mettere in moto meccanismi diversi. Quello che abbiamo letto sull’imprenditore Biancoviso non potevo certo aspettarmelo. Si può capire anche da tutte le volte che lo sentivo per telefono, visto che di sicuro eravamo intercettati, no?». Ma c’erano rapporti di amicizia personale, tra loro? «Chi lo dice dovrà affrontare una querela e una richiesta di risarcimento danni di 500mila euro per danno biologico».

«Io sono un sognatore – arringa Barchitta – penso sempre che tutti siano come me. Ma di errori di valutazione se ne possono fare». Sul fatto che, però, un giorno dopo la pubblicazione della sua nota su Facebook – cioè nella notte tra il 21 e il 22 gennaio -, qualcuno abbia deciso di entrare in Comune, Barchitta preferisce non fare supposizioni: «È un messaggio, sì, ma non so di che tipo. Dopo una nostra introspezione, abbiamo pensato che forse è perché stiamo lavorando contro l’abusivismo e stiamo avviando dei controlli notturni». Certo è che le telecamere, al municipio di Scordia, non ci sono.


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Il blitz Chaos 2 ha fatto scattare le manette ai polsi dell'imprenditore scordiense Rocco Biancoviso. Appena un giorno dopo la pubblicazione di una nota, sollecitata da più parti politiche, con le quali l'amministrazione annuncia di volersi costituire parte civile in un eventuale processo, arrivano i danneggiamenti. Guarda le foto

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