Inchiesta Bulldog, in appello condanne per 33 anni Tra imputati «l’uomo di prestigio» Roberto Vacante

Chi è Roberto Vacante? Per i giudici della terza sezione della corte d’Appello di Catania non ci sono dubbi. L’ex infermiere dell’ospedale Garibaldi in realtà sarebbe tornato a essere uomo «di assoluto prestigio» in ambito mafioso, impegnato nella gestione degli affari della famiglia di Cosa nostra catanese dei Santapaola-Ecolano. Lo hanno stabilito i togati nel processo di secondo grado, con rito abbreviato, scaturito dall’inchiesta antimafia Bulldog. Vacante, 55 anni, in passato già coinvolto nelle operazioni Arcangelo e Zefiro, ha assistito alla lettura del dispositivo collegato in videoconferenza, da detenuto al regime del carcere duro. L’unico reato a cadere è quello di un tentato furto, restano le altre accuse che in termini di anni di detenzione sono state tradotte in una pena a 12 anni e otto mesi. Stando all’ipotesi della procura etnea si sarebbe impegnato a riciclare i soldi del suocero, ormai defunto, Salvatore Santapaola, fratello del padrino ergastolano Benedetto. 

In prima linea ad accusarlo c’è l’ex amico e testimone di nozze Eugenio Sturiale. Un passato da mafioso e un presente da collaboratore di giustizia insieme alla moglie Maria Palma Biondi. I due sul conto di Vacante hanno svelato aneddoti e affari che hanno dato il via all’inchiesta: «L’ho introdotto nella famiglia Santapaola, facendogli conoscere la moglie. Lui si occupava di riciclare il denaro sporco», spiegavano ai magistrati. E per farlo si sarebbe avvalso della collaborazione di alcune teste di legno. Utili, per l’accusa, nella gestione dei campetti da calcio in erba sintetica e per entrare nelle «quote, tramite un socio di facciata, dell’hotel le Dune, dove ricordo lavorava la moglie Irene Santapaola», raccontava Sturiale in un vecchio verbale del 16 marzo 2010. La moglie del compare di Vacante fa invece riferimento a un altro presunto socio, questo imputato nel processo ordinario: l’imprenditore Salvatore Caruso. Una sorta di alter-ego del cognato di Santapaola, attivo in diversi parcheggi nei pressi dell’aeroporto, autolavaggi e società di noleggio auto e ristorazione. In questo filone processuale era imputato il nipote Massimo, condannato a 7 anni e 4 mesi e anche lui assolto per un tentato furto nella sala bingo Galletto d’oro, in provincia di Frosinone.

Uno dei luoghi privilegiati per gli incontri di Vacante era il parcheggio della Parking car, in via Santa Sofia, accanto ai campetti Sportitalia. Qui, per esempio, nel giugno 2013 si presenta Antonino Tomaselli, ai tempi appena scarcerato e oggi di nuovo in cella perché ritenuto il nuovo reggente dei Santapaola-Ercolano. Di casa sarebbe stato anche Mario Maugeri detto ammuttapotti, esponente di spicco del clan mafioso dei Mazzei. Gli inquirenti lo pizzicano in diverse occasioni nello spiazzale del parcheggio, anche in compagnia del fratello di Vacante. Tra i condannati del processo, pena a 6 anni e 8 mesi, c’è Santo Patanè. Identificato come l’ex autista di Sturiale e Santapaola e poi ritenuto in collegamento con Vacante dopo una lunga permanenza a Roma

I giudici hanno inflitto la condanna a 2 anni e 8 mesi a Giuseppe Celestino Vacante, fratello di Roberto. Protagonista, stando alle accuse, di un furto in trasferta nel Centro Italia. L’uomo, come gli altri imputati, è stato assolto da un secondo episodio, poi non avvenuto, sempre ai danni della sala bingo Galletto d’oro. La stessa in cui lavorava l’altro imputato Danilo Di Maria, recentemente coinvolto in un’inchiesta della guardia di finanza di Frosinone. Nel Lazio quest’ultimo avrebbe architettato un giro di scommesse illegali online celate dietro una rete di internet point. Una presunta gestione dietro le quinte con la complicità della moglie Giovanna Fichera e di altre persone finite indagate.

Le condanne

Roberto Vacante: 12 anni e 8 mesi
Giuseppe Massimiliano Caruso: 7 anni e 4 mesi
Santo Patanè: 6 anni e 8 mesi
Giuseppe Celestino Vacante: 2 anni e 8 mesi
Danilo Di Maria: 2 anni e 8 mesi, 400 euro di multa
Mario Aversa: 2 anni, pena sospesa
Giacomo Savaglia: 1 anno e 6 mesi, pena sospesa
Nunzio Giarrusso: 1 anni e 4 mesi, pena sospesa ed esclusione aggravante
Nunzio Di Mauro: sospensione pena di primo grado
Angelo Lo Re: assolto per non avere commesso il fatto


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