Calatabiano, una tendopoli e spazzatura sulla spiaggia Cittadino denuncia: «Perché Comune non interviene?»

Una vera e propria tendopoli composta da circa 15 persone dotate di gruppo elettrogeno. Poi, smontato l’insediamento, una montagna di immondizia che resta sulla sabbia. È la situazione della spiaggia di San Marco – Calatabiano – in questi giorni, e a denunciare il fatto a MeridioNews è un lettore. «Era già accaduto due settimane fa – spiega -. Queste persone trascorrono il weekend indisturbate sulla spiaggia, nonostante su quell’area sia in vigore il divieto di campeggio, e da parte della polizia municipale nessun controllo e nessun intervento». Il cittadino chiede quindi che venga fatta luce sull’accaduto e auspica una maggiore vigilanza sulle spiagge e un intervento dell’amministrazione di Calatabiano, laddove chi usufruisce di questi spazi «non rispetta l’ambiente e compie atti di inciviltà».

Da parte sua, il sindaco di Calatabiano, Giuseppe Intelisano, replica spiegando che la situazione non ha dimensioni che possono destare allarmismo, ma si dice comunque pronto ad agire per contrastare il fenomeno. «Nonostante mi rechi spesso sulla spiaggia di San Marco, non mi sono mai trovato di fronte a un insediamento come quello segnalato – dichiara a Meridionews -. Solleciterò subito la polizia municipale affinché si rechi sul posto a fare delle verifiche». Intelisano spiega che ogni anno, a giugno, l’amministrazione incontra la Capitaneria di porto di Riposto per individuare insieme le strategie più efficaci per garantire la tutela delle spiagge. «Anche quest’anno l’incontro è in programma – continua – e faremo del nostro meglio per preservare le nostre coste. Perché è nostro dovere e perché vogliamo agire nell’interesse di cittadini e turisti».

Segnalare una situazione di degrado però è sempre più semplice e a spiegare di quali strumenti dispongono i cittadini è la presidente di Legambiente Catania Viola Sorbello. «Insediarsi con delle tende in una zona su cui insiste il divieto di campeggio, così come disperdere nell’ambiente dei rifiuti, sono condotte che rientrano nella sfera dei reati ambientali e come tali sono perseguibili dalla legge».

Il Comune di riferimento ha l’obbligo di vigilanza, ma se non dovesse intervenire direttamente resta la possibilità, per chi individua una infrazione della normativa sugli ecoreati, di rivolgersi a un’associazione come Legambiente. «Abbiamo dei canali diretti con i cittadini – spiega la presidente -. Possono contattarci tramite mail o social e noi garantiamo loro totale anonimato». Una volta verificata la situazione segnalata è lo stesso ufficio legale di Legambiente ad attivarsi. «Trasmettiamo la denuncia direttamente in procura – prosegue Sorbello -, al Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, con cui è stato predisposto un protocollo d’intesa, e quando la situazione lo richiede ci costituiamo parte civile». L’associazione però sta già lavorando per offrire un nuovo strumento che possa facilitare i cittadini nelle segnalazioni. Si tratta di una app. «Con la nostra rete stiamo coinvolgendo le amministrazioni locali nel progetto Etna Ambiente – conclude Viola Sorbello –. Attraverso un’applicazione la segnalazione giungerà immediatamente al Comune di appartenenza e ai nostri uffici legali».


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