A Catania, solo 698 posti a fronte delle 1200 richieste. «Il pubblico non riesce a soddisfare le esigenze», spiegano a MeridioNews dalle associazioni studentesche. L'idea è è anche quella di ridurre le tasse per chi sottoscrive regolari contratti
Studenti fuorisede fra pochi alloggi e affitti in nero Sunia: «L’idea di una white list dei locatori virtuosi»
A fronte di più di 1200 richieste sono solo 698 i posti che l’Ersu può mettere a disposizione per gli studenti fuorisede che scelgono Catania. Il pubblico, quindi, non riesce a soddisfare le domande degli universitari «e questo dà vita alla figura dell’idoneo non assegnatario», spiegano dal Sunia, dal Koinè e dall’Udu. In pratica, studenti che per caratteristiche e situazione economica di reddito basso avrebbero diritto a una borsa di studio che preveda anche un alloggio pubblico ma che, mancando la disponibilità nelle case degli studenti, vedono sospeso il proprio diritto. «Questo è un paradosso con cui devono fare i conti centinaia di giovani», afferma a MeridioNews Dario Gulisano del Sunia, il sindacato che insieme alle due associazioni studentesche ha dato il via a una campagna contro gli affitti in nero. «L’idea è quella di creare una white list – spiegano – nella quale fare incontrare domanda e offerta in modo virtuoso».
«Questo perché le difficoltà che si incontrano nell’accesso a un alloggio pubblico si ripercuotono sul privato – spiega Gulisano – la maggior parte dei giovani tagliati fuori dai posti dell’Ersu si trova a fare i conti con case fatiscenti affittate senza regolare contratto e a prezzi nemmeno troppo bassi». Si va dai 180 ai 200 euro per una camera singola affittata senza contratto. Il mercato degli affitti in nero per gli universitari, negli ultimi anni, ha raggiunto cifre consistenti «ovviamente non si può avere un dato certo ma parliamo di una metà del totale». Un problema cronico in città che «è anche una delle concause che ha portato alla diminuzione degli studenti in un luogo che – aggiunge Gulisano – mira ad avere una vocazione a carattere universitario».
Insomma, il pubblico non ha posti sufficienti a soddisfare le richieste e sul mercato privato le condizioni sono spesso inaccettabili. «L’idea delle white list – racconta Giuseppe La Porta di Koinè – nasce dal fatto che girando in città alla ricerca di case in affitto, spesso i giovani si ritrovano in situazioni al limite della dignità umana per vivere». Case vecchie, con impianti elettrici datati, mobili per l’arredamento sistemati alla meno peggio, spesso con macchie di umidità sui muri. «Nel capoluogo etneo i fuorisede cambiano casa anche due o tre volte in un solo anno – dice Giovanni Timpanaro di Udu – con tutto quello che un trasloco comporta in termini di spese e di tempo, nella speranza di trovare una sistemazione accettabile. Anche perché – aggiunge – è impensabile per studenti che vengono da altre parti della Sicilia rassegnarsi a fare una vita da pendolare che – sorride – più che altro sarebbe da pellegrino».
È partito dalla consapevolezza di questa realtà il progetto di creare un elenco di locatari che mettano a disposizione degli studenti universitari alloggi decorosi da affittare con regolare contratto. «Ci faremo mandare le foto delle stanze degli appartamenti e anche tutte le certificazioni per controllare che siano in regola – affermano le realtà promotrici – e, quando lo riterremo necessario, chiederemo anche di potere fare un sopralluogo prima di inserire il proprietario dell’alloggio nella nostra lista». A breve verrà lanciata anche la pagina Facebook per rendere più facile il collegamento fra domanda e offerta. Intanto, gli studenti hanno iniziato da qualche mese anche una raccolta firme per chiedere al rettore dell’ateneo per richiedere una riduzione delle tasse agli studenti che, al momento dell’iscrizione, presentino un contratto d’affitto registrato. «Al Comune chiederemo di fare più controlli sugli alloggi privati affittati e di pensare all’ipotesi di uno sgravo anche per i locatari più virtuosi», concludono.