Belpasso, il mistero della terra sulla Regia Trazzera  «Un cantiere accanto al luogo dove visse la regina»

«Nel mio consueto sopralluogo del sito storico Cisterna Regina trovo la Regia Trazzeranel tratto ancora visibile del periodo medievale, coperta di terra». È questa la denuncia contenuta nelle lettera che Maria Rosa Vitaliti, presidente dell’associazione Archeoclub di Belpasso ha indirizzato al sindaco della città etnea, Daniele Motta, alla soprintendenza di Catania, ai carabinieri e alla polizia municipale e all’assessorato regionale ai Beni Culturali. «Pertanto chiedo – continua la lettera – chi e con quale autorizzazione ha coperto di terra la Regia trazzera nazionale Sicilia, dove si trova lo storico manufatto dell’altarino Cisterna Regia e il suo omonimo invaso, e l’immediato ripristino dei luoghi». 

Uno strato di terra posto sopra il piano di calpestio medievale che, infatti, allo stato attuale non è visibile. «Lì vicino – fa notare la presidente di Archeoclub che per prima ha visto questa stranezza – qualcuno sta costruendo qualcosa e all’interno del cantiere c’è la stessa terra con cui è stata ricoperta la Regia trazzera, forse per evitare che al passaggio di mezzi pesanti si rovini quel patrimonio storico. Ma – si chiede Vitaliti – chi ha autorizzato questi mezzi a passare in un luogo che ha un vincolo della soprintendenza? E, allo stesso modo, chi ha autorizzato quei lavori?». Una base di cemento da cui spuntano delle asticelle e, tutt’attorno, un nastro di plastica arancione. 

Quello spezzone di trazzera, che si trova nel territorio della città scacchiera dell’Etna, racconta un pezzo di storia locale che la sezione dell’Archeoclub, nel 2009, ha fatto vincolare a sito storico. L’area di interesse storico-archeologico Cisterna Regina appartiene infatti a una tenuta, che anticamente comprendeva anche una villa e un giardino, fatta edificare nel 1200 dalla regina Eleonora d’Angiò, figlia di Carlo D’Angiò e moglie di Federico III re di Sicilia. «La regina – racconta Vitaliti, che è anche ispettore onorario ai Beni culturali nel territorio di Belpasso – nel periodo estivo soggiornava in una casina in contrada Guardia, a pochi metri dal vecchio insediamento di Malpasso, distrutto dalla colata lavica dell’eruzione dell’Etna del 1669, e vicino al Monastero di San Nicolò l’Arena, sopra Nicolosi». 

La trazzera, parallela alla strada provinciale Borrello-Nicolosi, «è una delle poche in tutta la Sicilia a non essere stata incorporata dalla viabilità moderna delle autostrade – spiega la presidente di Archeoclub – Da AdranoBelpassoAcireale, fino a Messina e Palermo: era la sola strada di collegamento che percorrevano i carri dell’epoca e si è salvata perché era più interna. Adesso dobbiamo preservarla, addirittura sarebbe bello anche poterla ricostruire fino al Monastero». Negli anni scorsi l’associazione locale ha denunciato lo stato di incuria e di abbandono dell’intero sito. «Oltre ai rifiuti, per un periodo c’è anche stata una macchina abbandonata. Lì sarebbe giusto installare una videocamera», suggerisce. 

«Abbiamo fatto un sopralluogo all’indomani di Ferragosto – dichiara il sindaco di Belpasso, Daniele Motta – in seguito alla pubblica denuncia di Archeoclub e abbiamo constatato lo stato dei luoghi, ispezionando oltre alla trazzera anche l’altarino e i resti della cisterna». Un sito da tutelare e valorizzare anche in vista della ricorrenza, il prossimo anno, del 350esimo anniversario della distruzione di Malpasso. «Per quanto riguarda, in particolare, lo strato di terra che si trova sulla strada, ho già disposto dei controlli da parte degli uffici comunali competenti e dei vigili urbani per chiarire l’accaduto e verificare i lavori che stanno facendo poco più avanti». Verifiche che, come aggiunge il vicesindaco Tony Di Mauro, vanno a rilento visto il periodo feriale: «Abbiamo informato i carabinieri e inviato una nota ufficiale ai vigili urbani, attendiamo dunque di avere il quadro chiaro su proprietà del terreno e lavori».

Da anni oramai Archeoclub si prende cura del luogo, coinvolgendo anche studenti di diverse scuole di Belpasso «non solo con lezioni frontali ma anche con escursioni, con lo scopo – dice la presidente – di far conoscere i tesori del nostro territorio perché i giovani imparino ad amarli e tutelarli». Adesso, oltre alla richiesta di ripristino immediato del fondo di strada di periodo medievale, «chiedo una maggiore attenzione per tutto il sito: è necessario e urgente consolidare l’altarino – lamenta Vitaliti – perché è molto inclinato, oltre il 30 per cento, e questo significa che se non si interviene subito potrebbero bastare due o tre giorni di piogge torrenziali o un terremoto per distruggerlo completamente».


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