Diciotti, terzo giorno con i migranti bloccati al porto Fava: «Altro che palestrati. Salvini pessimo ministro»

Centoquarantotto migranti stipati sul ponte. Cercando riparo dal caldo e dalla pioggia sotto tende di fortuna, realizzate con i teli termici gialli e le tovaglie blu fornite dalla Guardia costiera. È il terzo giorno del pattugliatore militare Ubaldo Diciotti al porto di Catania: dopo essere arrivato la notte tra domenica e lunedì scorsi con 175 persone a bordo. Dall’imbarcazione ieri notte sono stati fatti scendere 27 minori non accompagnati, tra cui una ragazza. Tutti assistiti da Croce Rossa, Unhcr e Save the Children. A dare il via libera è stato il ministro dell’Interno. Lo stesso Matteo Salvini che ha imposto l’alt generale allo sbarco. Un primo, debole, segnale di apertura è arrivato soltanto dopo l’ispezione effettuata ieri pomeriggio dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Sulla vicenda ci sono puntati i fari di tre procure siciliane oltre ai numerosi appelli, tra cui quello della procura per i minorenni del tribunale di Catania, che aveva inviato una richiesta ufficiale per uscire dalla lunga fase di stallo. 

Rimangono al porto anche i manifestanti che invocano la discesa dei migranti dalla nave, all’inizio del molo di Levante, piuttosto lontani dalla Diciotti. Una delegazione starebbe trattando con le forze dell’ordine per avvicinare, nei limiti del possibile, il presidio alla nave. Dopo che ieri sera si è svolta l’adunata con gli arancini simbolo d’accoglienza. Oggi pomeriggio, alle 19, si svolgerà anche un picchetto di segno opposto, favorevole al blocco imposto dal ministro leghista Salvini, organizzato da Forza Nuova. Sarà presente il leader locale Giuseppe Bonanno Conti. E, con le due fazioni a pochi metri di distanza, le forze dell’ordine dovranno vigilare affinché il clima non si surriscaldi. Sempre nel pomeriggio è attesa l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. 

Sull’unità della Capitaneria di Porto rimangono ancora
148 migranti adulti, molti dei quali affetti da scabbia, in attesa della ripartizione tra i Paesi dell’Unione europea. I loro vestiti sono tutti stesi a poppa, fradici. Non sono autorizzati a entrare nelle parti coperte della nave, così, quando piove, sono riparati soltanto da un tendone verde, che però copre fino a un certo punto. Sul molo ci sono polizia, carabinieri e personale della guardia costiera, che sbarrano ogni accesso via mare e via terra. A bordo, intorno alle 11.45, è salita una delegazione del Garante per i diritti dei detenuti, composta dai tre consiglieri Daniela De Robert, Elena Adanoli e Fabrizio Leonardi, scortati sul molo di Levante da un Bmw della polizia penitenziaria. Assente il presidente Mario Palma. I tre rientreranno stasera a Roma. 

Frattanto, nella giornata di oggi è scomparsa la
bandiera gialla che vietava le visite a bordo, e alcune personalità politiche sono riuscite a salire sulla Diciotti, per incontrare i migranti. Tra i primi Claudio Fava. «Se un pezzo d’Italia pensa davvero che bisognerebbe tornare alla pulizia etnica mi dispiace. Salvini – dichiara Fava – sarebbe dovuto venire qui a metterci la faccia e sentire i racconti dei migranti. Sono sconcertato dal silenzio di molte forze politiche in Sicilia che hanno preferito mettere la testa sotto la sabbia. Sono imbarazzato – aggiunge – dai Cinque stelle siciliani».

«È bene – prosegue Fava – che l’Europa faccia la sua parte, ma
non usando questa gente come carne da macello. Quando Salvini parla di “palestrati sulla Diciotti” abbia il coraggio di guardarli in faccia. È un pessimo ministro degli Interni. A bordo – va avanti il presidente della commissione antimafia regionale – ho visto rassegnazione in attesa che questo Paese dica cosa si voglia fare di loro. Io – conclude Fava – ho ascoltato i racconti di questi migranti e in particolare quello di una ragazza che aveva ancora sulla pelle i segni delle violenze subite in Libia. Dove è stata due anni, venduta da diversi clan».

Intanto il mondo della politica continua a prendere posizione. L’ex Premier 
Paolo Gentiloni ricorda che «il ministro degli Interni non è al di sopra della legge, non guida il Governo, non comanda la guardia costiera, non decide la grazia ai bambini e la condanna agli adulti». Secondo il presidente della Camera Roberto Fico è una «buona notizia che il Governo abbia deciso di far scendere i minori. Per me fare il presiedere la Camera – continua – significa fare sì che lo Stato non rinneghi mai principi fondamentali e dignità umana». 

E sul tema si esprime anche la
camera penale di Catania. «La vicenda – si legge in un comunicato – non si chiude con il permesso allo sbarco dei minori non accompagnati presenti a bordo, indubbiamente da ascrivere alla chiara presa di posizione della procura per i minorenni presso il tribunale di Catania, ma – prosegue la nota – permane nella sua urgente e pressante necessità di risposta per la permanenza a bordo di uomini e donne che rendono carne viva il tema del senso della dignità umana e pongono agli uomini di quello stesso Stato, che si è dato il compito di tutelare i diritti degli individui, la contraddizione della violazione dei principi e delle norme che di quei diritti si pongono a baluardo e difesa».


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