Fa discutere il pezzo dell'artista catanese, anticipazione del nuovo album, diffuso all'indomani del caso Diciotti. «Un'invettiva alla catanese, schitta e amara» contro il ministro degli Interni, che per il cantautore è il simbolo di «un pensiero basato sulla menzogna»
Capitano fangu e rifardu, la canzone contro Salvini Testi e musica di Cesare Basile: «Persona indecente»
«Questa non è una canzone, è un’invettiva alla catanese, schitta e amara, senza mezzi termini, perché con quelli che si vogliono prendere il Paese i mezzi termini non servono a niente». Nella descrizione del pezzo postato su Youtube c’è tutto Cesare Basile: schietto e arrabbiato, il musicista e cantante catanese sceglie di scagliarsi contro colui che in questo momento è al centro della politica nazionale: Matteo Salvini, ministro degli Interni definito dai suoi sostenitori «il capitano». Ed è proprio così, alla catanese, che viene definito già nel titolo l’uomo forte del governo Lega-5stelle: capitano fangu, rifardu e Ganu senza onuri.
Il video – girato al teatro Coppola e che vede al centro della scena una donna che mima nella lingua dei segni il durissimo testo di Basile – sta già facendo discutere molto. Ed è stato diffuso oggi, all’indomani della soluzione trovata dopo cinque giorni di blocco al porto di Catania per la nave Diciotti, che ha visto ostaggio della muscolare prova di forza di Salvini contro l’Europa 147 migranti, più i militari della guarda costiera a bordo.
«Sinceramente non è una cosa che meditavo da tempo – dice Basile – sto scrivendo le canzoni del nuovo album e chiaramente quello che sta succedendo andrà a finire lì. A modo mio ho scelto di raccontare le cose che vedo, d’altra parte io non sono un cantautore di partito. Giusto qualche giorno prima che cominciassero le proteste per la nave Diciotti io avevo scritto questo testo, in maniera molto istintiva, e l’avevamo registrato in modo altrettanto impellente. La questione della nave Diciotti è solo uno degli avvenimenti, un pezzetto del puzzle che stiamo vedendo sotto i nostri occhi. Abbiamo deciso di pubblicarlo perchè ci sembrava una maniera di raccontare le cose».
Per il segretario delle Lega Nord, che da anni macina consensi insistendo sulla voglia di sicurezza degli italiani e delle italiane a scapito di chi arriva in Italia, Basile rinnova a MeridioNews le parole sprezzanti. «Salvini è una persona indecente, come essere umano prima ancora che come politico. Ma lui mi interessa fino a un certo punto, nel senso che è il simbolo di quello che sta accadendo: quello che mi interessa è il pensiero che sta cominciando a tracimare». L’artista catanese, sulla scena dagli anni ’80 e che nel 2013 si è aggiudicato il premio Tenco per il miglior album in dialetto, riflette innanzitutto sulla sua presa di posizione («non credo che l’impegno sia un obbligo per gli artisti, ognuno fa quello che gli pare, io ho ritenuto opportuno scrivere questa canzone») e punta il dito sulla percezione falsata della realtà che si è ormai diffusa a tutti i livelli, a suon di fake news e propaganda.
«La cosa più grave è che si sta creando questa narrazione della realtà che ci vuole tutti intolleranti – osserva – pronti a scagliarci contro chi è più debole di noi. Questo è veramente agghiacciante: chi ci affama e chi ci fa stare male sono le persone che ci comandano, e che sfruttano ogni giorno le nostre paure. Diffondendo un pensiero basato sul nulla, figlio del populismo più becero, un pensiero che non ha appoggi e campa solo sul nulla e sulla menzogna. Però è anche vero che nei periodi di crisi le menzogne purtroppo fanno credere al popolo che ci sia chi gli sta riempiendo la pancia. E questo è il pericolo più grosso».
Nel frattempo, intanto, l’aria spesso fetida che si respira da tempo sui social comincia a diffondersi nella realtà di ogni giorno. Come nel caso di alcuni pescatori catanesi, testimoniato da MeridioNews, che si sono apertamente schierati a favore del ministro degli Interni scagliandosi contro i manifestanti che invece invocavano la libertà per i migranti reclusi al molo. Ed è strano vedere che persone di mare, quindi abituati agli spazi aperti, difendano adesso i confini, quasi sempre fittizi.
«È stata innescata una guerra tra poveri – afferma il cantautore – che torna sempre utile al potere o a chi ha in mente di prendersi il potere. Questo è quello che ci si rifiuta di vedere. Io lo posso capire il pescatore che si lascia andare a determinati giudizi, ma questo avviene perchè viene continuamente bombardato da messaggi e da una narrazione della realtà che è falsa. Far credere al pescatore che il suo problema sono gli immigrati è veramente criminale nei suoi confronti».
Basile non ha mai temuto di schierarsi. Non solo come artista, ma prima di tutto come persona. Non a caso è tra i fondatori del teatro Coppola, lo spazio artistico etneo che è stato occupato nel dicembre 2011. «Il Coppola sta abbastanza bene, ci accingiamo a ricominciare la nuova stagione» dice con un sorriso, come se fosse normale. E invece l’esperienza etnea è una delle poche che ha resistito e continua a resistere di quella scena che allora venne definita dei teatri occupati.
Il video di Capitano è stato prodotto da Teatro Coppola e Urtovox, realizzato da Cinepila. Musica e testi sono di Cesare Basile, la regia è di Giovanni Tomaselli, l’attrice protagonista è Viviana Aprile.