Consiglio, tutte le spine nel fianco per Pogliese Gli acquisti dal centrosinistra e i ribelli in attesa

Non ci sono più i partiti di una volta, figurarsi le maggioranze blindate. Anche per questo la fotografia politica scattata dalla costituzione dei nuovi gruppi consiliari, sebbene differisca già da quella delle urne di soli tre mesi fa, non è una sorpresa. In aula si giocheranno tante partite dal risultato mai scontato e il sindaco di Catania Salvo Pogliese di ciò pare essere pienamente consapevole. Con alcuni propositi a corollario: affrontare i malumori dei consiglieri di volta in volta e, in parallelo, avere già un piano B in caso di contrasti insanabili. Così si spiega, in parte, il recupero lampo di Salvo Giuffrida, ex Pdl ed ex area Sammartino, stizzito già durante l’insediamento dell’aula al punto da abbandonarla. Avrebbe voluto per sé la vicepresidenza vicaria poi andata al ripescato Carmelo Nicotra, e per questo aveva sbandierato la sua voglia di approdare al gruppo misto. Così non è stato: il suo nome figura tra i quattro componenti del gruppo Salvo Pogliese sindaco capogruppo è l’esordiente Luca Sangiorgio – cioè la sua lista d’elezione. Un colloquio tutto sommato veloce fra sindaco e consigliere avrebbe sistemato le cose, forse in cambio di quell’alternanza sulla poltrona di vicepresidenza già prospettata a Ferragosto? «Non può essere così – risponde Nicotra, l’altra parte in causa – perché i patti non sono stati rispettati». La pace dovrebbe dunque aver avuto tutt’altra posta. 

Chi, all’opposto, non ha avuto problemi a mettersi al servizio della causa è stata la debuttante Maria Grazia Rotella: eletta in Forza Italia, la consigliera è oggetto di un prestito tecnico a un altro gruppo per permetterne la costituzione, cioè quello della civica In campo con Pogliese. Non sarebbero infatti bastati i soli Nicotra e Paola Parisi, capogruppo, per farcela, visto l’abbandono dell’ex autonomista Andrea Barresi. L’aspirante presidente del consiglio ha scelto, come da rumors, il gruppo misto assieme a Salvo Peci, eletto in Pogliese sindaco. Entrambi, assai dialoganti con il sindaco di Aci Castello Filippo Drago, assicurano di non voler lasciare la maggioranza, ma le loro bizze sembrano non essere finite. In ballo c’è anche l’ipotesi della creazione del gruppo della Lega, ma la scomunica del commissario di Matteo Salvini in Sicilia, Stefano Candiani, ai danni di Drago pare abbia al momento ridimensionato anche le manovre dei consiglieri ribelli.

In ogni caso, nelle prossime settimane, le sponde sottotraccia per i guastafeste d’aula del centrodestra non dovrebbero mancare. A partire dai tre consiglieri di Diventerà bellissima, il cui strappo deflagrato sul caso Zammataro e presidenza dell’aula andata al lombardiano Giuseppe Castiglione è ancora tutto da ricomporre, al netto delle generiche smentite arrivate dal partito del governatore Nello Musumeci. Qualcuno che osserva incuriosito i ribelli c’è anche in Forza Italia: gli indizi puntano sull’esordiente Giovanni Petralia, uomo dell’ex autonomista e pure ex componente «a costo zero» del cda di Sostare in era Enzo Bianco, Elio Tagliaferro. In fondo, questo veterano della politica cittadina a un «riconoscimento» concesso da Pogliese non direbbe no: «Ho dato molto a FI, alle Regionali ho preso oltre cinquemila voti – osserva a MeridioNews l’ex capogruppo Mpa alla Provincia – ma non avevo fatto i conti con i colossi di quella lista; poi abbiamo messo assieme una bella squadra di candidati consiglieri in FI e Petralia è stato eletto. Se loro ritengono che io possa essere utile alla città non mi tirerò indietro, altrimenti pazienza». Tagliaferro agli sgambetti in aula dice di non pensarci ma spiegandosi riesuma formule politiche dall’antico sapore: «La città è al dissesto, ci sono le cooperative che stanno per chiudere, penso che non si voterà contro per capriccio, ma studieremo assieme ogni atto e decideremo delibera per delibera»

Per una maggioranza dove le ribellioni paiono volersi prendere i giusti tempi, c’è un centrosinistra che pare frantumarsi. L’orizzonte del ritorno del gruppo Pd in Consiglio pare affare soprattutto per i rappresentanti del duo Luca SammartinoValeria Sudano in aula, cioè Peppe Gelsomino e Francesca Ricotta. Al momento i due hanno costituito il gruppo Catania 2.0, che un domani potrebbe diventare la casa dem a Palazzo degli elefanti. Potrebbe però presto sfilarsi il terzo eletto della lista, Mario Tomasello. Diventato consigliere nella lista sammartiniana grazie a meno di dieci voti in più di Andrea Guzzardi, l’ex vicepresidente della prima municipalità a processo per truffa e falsa testimonianza, era finito nella bufera per le richieste elettorali all’interno del suo Caf di via Santa Maria della Catena documentate da MeridioNews. Secondo alcune indiscrezioni il suo passaggio nel centrodestra sarebbe cosa fatta, tanto da poter divenire ufficiale già alla prossima seduta. Magari con un transito nel solito gruppo misto dove si è accomodato pure Salvo Di Salvo, ex assessore di Enzo Bianco che ha rotto platealmente con il gruppo composto anche dell’ex primo cittadino diventato consigliere d’opposizione: capogruppo di Con Bianco per Catania è intanto l’ex Megafono Daniele Bottino. Non è chiaro se anche da Bianco, Bottino e dal vicepresidente semplice Lanfranco Zappalà arriverà un contributo per l’eventuale futuro gruppo Pd.  


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