Si conclude il processo di primo grado scaturito dall'inchiesta Illegal Duty. Alla sbarra vertici e gregari della mafia pedemontana. Tra loro anche Nicola Amoroso. L'uomo, come svelato da MeridioNews, da alcune settimane ha iniziato a collaborare con i magistrati
Condanne al clan Scalisi, carcere per quasi 350 anni Droga, pizzo e controllo del business di carne e uova
Condanne per quasi 350 anni di carcere ai presunti esponenti del clan mafioso Scalisi di Adrano. A infliggerle è stata la giudice per l’udienza preliminare Giuliana Sammartino, con l’accusa sostenuta dalle magistrate della procura di Catania Assunta Musella e Alessandra Tasciotti. Alla sbarra persone ritenute dagli inquirenti legate al gruppo mafioso pedemontano alleato ai Laudani. Il processo, con rito abbreviato, è nato dopo gli arrestati del luglio del 2017 con l’operazione Illegal Duty. Sotto la lente d’ingrandimento le attività illecite degli Scalisi nel periodo compreso tra il 2014 e il 2016.
La polizia di stato del commissariato di Adrano, anche grazie alle dichiarazioni dei due collaboratori di giustizia Gaetano Di Marco e Giuseppe Liotta, è riuscita a ricostruire l’organigramma del clan, a capo del quale ci sarebbe stato Pippo Scarvaglieri, affiancato da alcuni tra i suoi più stretti collaboratori. Ossia i vari Giuseppe Mannino, Carmelo Scafidi, Pietro Severino, Pietro Maccarrone, Alfredo Mannino e Vincenzo Biondi. Alla lista dei pentiti adesso si è aggiunto anche Nicola Amoroso. La sua collaborazione, svelata da MeridioNews, è arrivata dopo l’arresto in Germania. Paese dove da dieci mesi era latitante, fino all’arresto avvenuto a maggio.
L’inchiesta ha permesso di cristallizzare anche gli accordi tra gli Scalisi e il clan, un tempo rivale, dei Santangelo. Quest’ultimo nel periodo delle indagini si sarebbe ritagliato un ruolo preciso nella fornitura di droga. La cosca avrebbe messo le mani nel mercato delle uova, della carne e anche della macerazione delle arance. Con Illegal duty è stata ricostruita la carta del pizzo, con 22 episodi tra estorsioni e tentate estorsioni.
Le condanne: Nicola Amoroso, 16 anni e 8 mesi, Vincenzo Biondi 20 anni, Emanuel Bua 1 anno e 4 mesi e 400 euro di multa, Alfredo Bulla 20 anni, Angelo Bulla 12 anni, Angelo Calamato 8 anni, Pietro Castro 8 anni, Gaetano Di Marco 2 anni e 1000 euro di multa, Massimo Di Maria 10 anni, Salvatore Di Primo 8 anni e 8000 mila euro di multa. Antonino Furnari 15 anni e 4 mesi, Alfio Lo Curlo 8 anni, Alessio La Manna, 12 anni, Agatino Leanza 8 anni e 8 mesi e 2800 euro di multa, Antonino Leanza 8 anni e 4 mesi, Giuseppe Liotta 1 anno in continuazione di ulteriore pena, Giuseppe Lucifora 11 anni, Giuseppe Maccarrone 11 anni e 4 mesi, Pietro Maccarrone, condannato in continuazione ad un ulteriore pena di 8 anni, Alfredo Mannino 20 anni di carcere, Biagio Mannino condannato in continuazione all’ulteriore pena di 2 anni e 8 mesi di carcere e 600 euro di multa, Giuseppe Mannino 20 anni di carcere, Vincenzo Pellegriti 11 anni e 4 mesi, Agatino Perni 6 anni e 4 mesi e 2000 mila euro di multa, Alfredo Pinzone 6 anni e e 2000 euro di multa, Mauro Giuliano Salamone 8 anni, Sebastiano Salicola 12 anni, Nicola Santangelo 8 anni, Carmelo Scafidi condannato in continuazione all’ulteriore pena di 2 anni, Salvatore Scafidi 12 anni di carcere, Pietro Severino condannato in continuazione all’ulteriore pena di 2 anni, Giuseppe Sinatra 10 anni, Vincenzo Valastro 20 anni, Claudio Zermo 5 anni e 4 mesi.