Caos ripescaggi, il Calcio Catania resta in Serie C Possibilità di altro ricorso per avere risarcimenti

Il caos ripescaggi è arrivato alla curva finale, almeno per ciò che riguarda la categoria in cui militeranno il Catania e le altre quattro squadre coinvolte. Continuerà ad essere Serie C per i rossazzurri, dopo che il Tribunale federale nazionale ha definito «inammissibili» i ricorsi presentati dalle cinque candidate al ripescaggio. Le delibere con cui il commissario Roberto Fabbricini ha dato il via alla inedita Serie B a 19, dunque, sono legittime. Questo perché, stando alla lettura della sentenza, non esiste nell’ordinamento federale un vero e proprio diritto al ripescaggio: quest’ultimo, in particolare, non sarebbe normato dagli Statuti federali. «A riguardo – afferma la sentenza del Tfn – alcuna norma disciplina l’obbligo o la possibilità di procedere ad integrazioni dell’organico, né sembra possibile individuare nelle ricorrenti tale diritto dal semplice fatto che le Noif (le Norme federali) individuino il numero delle squadre partecipanti ai vari campionati».

Secondo la sezione disciplinare del Tfn, dunque, le Noif fissano un principio in base al quale «l’integrazione degli organici è questione che involge l’organizzazione e l’ordinamento dei campionati». Pertanto, prosegue la sentenza, tale integrazione deve avvenire «previa proposta o consenso delle competenti leghe che, fra l’altro, rappresentano le Società». Si fa leva, dunque, sulla grande discrezionalità di cui gode la Figc nel perseguimento dei propri fini e nella realizzazione degli obiettivi statutari: tocca alla Federazione stabilire l’opportunità e la convenienza nella scelta da effettuare. Le attività federali, dunque, non sono sindacabili sotto il profilo della legittimità. Per questo insieme di motivi, gli interessi delle cinque società che hanno fatto ricorso non possono trovare tutela giuridica presso il Tribunale federale. 

Il Catania, come già detto, proseguirà il suo campionato di Serie C. La partita giudiziaria, però, è tutt’altro che conclusa. Gli etnei, così come le altre quattro squadre coinvolte in questa bagarre, potranno infatti ricorrere alla Corte d’appello federale. I tempi tecnici per riconquistare la B sono ormai sfumati, dato che i tornei di seconda e terza serie sono già cominciati: le società, però, punteranno a ottenere lauti risarcimenti danni, per una vicenda che ha avuto dei risvolti paradossali. Importante ricordare che, sulla testa del commissario Figc Fabbricini pende una denuncia del Calcio Catania per abuso d’ufficio.

Tutto è cominciato dai fallimenti di Avellino, Cesena e Bari in cadetteria, col Tfn e la Caf che hanno dato ragione a Novara e Catania, modificando i criteri di ripescaggio. Lega B e Figc hanno poi ribaltato il tavolo, interpretando a loro vantaggio le norme federali e portando la B a 19, senza ripescaggi. Il Collegio di Garanzia del Coni, a inizio settembre, ha dichiarato la sua inammissibilità nel giudicare i ricorsi delle squadre in lizza per la B: altro colpo di scena si è avuto col Tar del Lazio che prima ha accolto i ricorsi di Ternana e Pro Vercelli contro la B a 19 (facendo anche slittare l’avvio di stagione dei rossazzurri), per poi ammettere il contro-ricorso di Federazione e Lega B. Oggi, il nuovo pronunciamento del Tfn che chiude la partita. La parola d’ordine, ora, è concentrazione: l’esordio con vittoria a Rende fa già ben sperare, per un campionato che vede i rossazzurri come favoriti d’obbligo. 


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