«Riparare l’umano», obiettivo del Sabir Fest 2018 Ritorna le giornate della cittadinanza mediterranea

È un lavoro lungo un anno, culminante in tre giornate che si svolgono contemporaneamente a Catania, Messina e Reggio Calabria. È il Sabir Fest, il festival sulla cultura e sulla cittadinanza mediterranea che, da oggi e fino al 7 ottobre, si svolge a palazzo della Cultura. Si susseguiranno incontri e confronti con scrittori, registi, giornalisti e artisti di diverse nazionalità, ma anche letture, laboratori, cinema, teatro e musica per coinvolgere il pubblico di tutte le età.

«Anche per la quinta edizione il festival mantiene la sua caratteristica di essere multidisciplinare – si va dalla filosofia alla letteratura, dalla scienza al teatro, dalla musica alle arti visive – con tanti elementi diversi al proprio interno – spiega Biagio Guerrera, anima del comitato promotore SabirFest – anche se questa volta abbiamo deciso di dare un taglio di maggiore impegno sia dal punto di vista sociale che politico, attraverso anche un sempre maggiore coinvolgimento delle scuole».

Esemplare in questo senso il lavoro sviluppato con il Polo catanese di educazione interculturale, una rete che mette insieme scuole, associazioni culturali, centri sprar: «Abbiamo sviluppato il progetto Nimba Etna – aggiunge Guerrera – che vede insieme donne siciliane e immigrate under 35, oltre a danza, musica e poesia di ospiti eccezionali provenienti da varie parti del mondo e che rappresenta la tappa finale di un percorso promosso da Associazione Musicale Etnea e Youculture con il sostegno del ministero dei Beni culturali e di Siae, nell’ambito dell’iniziativa Sillumina – Copia privata per i giovani, per la Cultura».

Tema principale di questa edizione – organizzata da Mesogea, COSPE onlus, Associazione Musicale Etnea, People on the Move, Sabir srl e Officine Culturali con il sostegno e il patrocinio di numerose realtà del territorio – è «riparare l’umano»: invito e auspicio per mettere in luce «dissonanze, squilibri e abusi del nostro tempo e provare a far emergere il desiderio e la determinazione a non rassegnarsi e a non subirli». Altro degli obiettivi principali del festival, proprio nello spirito del sabir, lingua franca parlata nei porti e sulle imbarcazioni del Mediterraneo, è far emergere il ruolo del Mare nostrum soprattutto come «spazio culturale e sociale determinante per progettare e vivere nuove forme di cittadinanza contro vecchie e nuove ingiustizie».

L’elenco dei personaggi a cui guardare è lungo: padre Paolo Dall’Oglio, gesuita artefice del dialogo tra cristianesimo e islam di cui non si hanno notizie dal suo sequestro a Raqqa; i pescatori tunisini arrestati il 30 agosto ad Agrigento per aver soccorso una barca di migranti in panne tra la Tunisia e Lampedusa; il giornalista egiziano Ismail Iskandarany; condannato a dieci anni di carcere per aver scritto sulla situazione in Sinai; Ahed Tamimi, sedicenne palestinese condannata a otto mesi di reclusione per aver schiaffeggiato due militari israeliani dopo aver saputo che il cugino era stato ferito; Alessandro Leogrande, intellettuale mediterraneo scomparso nel 2017, le cui opere e il cui impegno contribuiscono all’esistenza di Sabirfest. Uomini e donne a cui è dedicata la quinta edizione dell’evento, insieme a tutte le donne, gli uomini e i bambini che hanno perso la vita cercando di raggiungere l’Europa.

Tanti gli appuntamenti e tanti gli ospiti in programma: dall’incontro Migranti: dall’esperienza di Riace al caso Diciotti in cui interverranno Gabriele Del Grande e una delegazione di Sos Mediterranee alla proiezione del film di Il Volo di Wim Wenders, girato in Calabria tra Riace e Caulonia; dallo scrittore algerino Samir Toumi e la performer egiziana Nora Amin al regista israeliano Avi Mograbi, dallo scrittore Silvio Perrella con i suoi itinerari letterari agli spettacoli di danza, musica e arte. 


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