Permesso di soggiorno caro e in ritardo Un immigrato: «Lo aspetto dal 2009»

«Se non ho il permesso non posso lavorare ma se non lavoro dove li trovo i soldi per pagare la tassa»? Commenta così un immigrato catanese le brutta notizia: da gennaio 2012 è aumentata (e di parecchio) la tassa per il rilascio del permesso e per il suo rinnovo. Per manifestare il dissenso contro questo recente provvedimento, ieri pomeriggio a Catania, come in tutte le città italiane, sono stati organizzati dei sit in davanti alle sedi delle prefetture. La tariffa va dalle 80 alle 200 euro in base alla durata del soggiorno. Ottanta euro per un periodo compreso tra tre mesi e un anno, 100 euro se è superiore a un anno e inferiore o pari a due, e 200 euro per il permesso di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno.

Ennesimo regalo del governo Monti? Non proprio. Una legge già prevista nel 2009, per molto tempo rimasta sulla carta e diventata realtà con un decreto di ottobre, firmato dagli allora ministri dell’Interno e dell’Economia Roberto Maroni e Giulio Tremonti. Nonostante sia stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre, ad oggi non solo molti stranieri non ne sono a conoscenza, e sul sito del ministero dell’Interno sono ancora riportate le vecchie tariffe. Alle problematiche di tipo economico che ogni straniero – come ogni italiano – deve affrontare a causa della crisi economica mondiale, quindi va aggiunto «questo ulteriore balzello», come lo definisce Maurizio Attanasio, presidente provinciale dell’associazione Anolf-Associazione nazionale oltre le frontiere e rappresentate della Cisl, che ha organizzato il sit a Catania insieme ai sindacati Cgil e Uil.

«Chiediamo che tali tariffe vengano riviste – dichiara Attanasio – perché assurde e ingiustificate. Dietro ai numeri ci stanno le persone e sembra proprio che non se ne sia tenuto conto. Si tratta di una vera e propria tassa sull’immigrazione». Dello stesso avviso anche Giusy Milazzo della Cgil che, oltre alle cifre, lamenta anche i tempi di rilascio. «Si aspetta troppo, addirittura fino ad un anno», dichiara. La colpa, secondo la sindacalista, è da attribuire probabilmente all’esiguo numero del personale a disposizione nelle questure. «A Catania – spiega – siamo ancora più penalizzati rispetto al resto d’Italia perché parte del personale è al Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo, ndr) di Mineo, al Paradiso degli aranci».

Un problema grave, quello dei tempi lunghi di attesa per ricevere un documento utile a poter condurre una vita decente. Sono in ballo il contratto di lavoro,  quello d’affitto o anche la compravendita di un’auto. Per fare solo qualche esempio. «A Catania sono circa 2500 le pratiche di rinnovo o rilascio ogni anno», racconta Milazzo. Ma cosa sanno a riguardo e cosa pensano gli immigrati a Catania della nuova tariffa? Molti non la conoscono, e per chi vive a Catania la preoccupazione più grande è il rispetto dei tempi. «Se aumentano le tasse non mi frega, io ho già pagato tutto, ma aspetto ancora dal 2009», afferma uno di loro.

[Foto di carlobusi


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