Teatro Bellini, perplessità su nuova scala d’emergenza Sovrintendente: «Costruirla in stile? Sarebbe un falso»

«Un capolavoro oltraggiato da una mancanza di rispetto nei confronti del patrimonio architettonico e culturale della città». Non usa giri di parole l’architetto Giancarlo Leone, che sul suo profilo Facebook definisce così la scala antincendio in stile moderno – all’apparenza in vetro e ferro – applicata a una parete esterna del teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania. Tra i commenti al post del professionista, c’è anche un intervento dell’architetto Giuseppe Scannella, ugualmente perplesso. «Quest’oggetto è altrettanto imbarazzante che la fontana-mausoleo del tondo Gioeni. Qui la cosa è più grave visto che si trova a ridosso – e ne è parte funzionale – di un prestigiosissimo monumento cittadino».

Un lavoro che, spiega la sovrintendente ai Beni culturali di Catania Rosalba Panvini a MeridioNews, sarebbe stato eseguito «poco prima che mi insediassi io, quindi prima di agosto. La scorsa estate, insomma. Io l’ho trovata già montata. Ma – avverte Panvini – del resto non si poteva altrimenti». 

«Quella che c’era prima, in acciaio tubolare, che era molto peggio dell’attuale, aveva bisogno di essere sostituita. E – prosegue la sovrintendente – senza scala antincendio, che è anche una via di fuga, non poteva essere riaperto il teatro. Per una prescrizione dei vigili del fuoco, basata sulle norme di sicurezza». Ma allora cosa si può rispondere a chi è rimasto perplesso nel vedere la scala accostata a un monumento neo barocco? «Non poteva essere fatta una scala in stile – puntualizza Panvini – perché sarebbe un falso architettonico. Una simile osservazione non ha senso: le scale antincendio sono queste, sono fatte così». 

La responsabile dei beni culturali catanesi, tuttavia, non si dice sorpresa dalle critiche. «Lo so, molto spesso – ammette – l’impatto è violento. Si è abituati a vedere altre cose e ci si trova davanti a ciò che, di primo acchito, può sembrare strano. Però – conclude – le norme sono queste e vanno rispettate». È sulla stessa lunghezza d’onda il sovrintendente del Bellini Roberto Grossi. «Mentre il giudizio sulle scelte estetiche o architettoniche resta soggettivo – dichiara – il dato principale è l’aver dotato il teatro di una struttura portata avanti e a buon fine solo ora, grazie all’attuale amministrazione, che ho l’onore e l’onere di guidare. Per la sicurezza del pubblico, dei lavoratori e di quanti frequentano il posto – aggiunge Grossi – ritengo un risultato significativo essere giunti al completamento dei lavori, realizzati dal Comune». 


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La struttura è stata montata in estate, per una prescrizione dei vigili del fuoco. «Senza, non si poteva riaprire il teatro», spiega la sovrintendente ai Beni culturali Rosalba Panvini. L'architetto Giancarlo Leone non nasconde dubbi: «Capolavoro oltraggiato»

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