Librino, via ai lavori di Parco urbano e Spina verde Il profilo delle imprese che si aggiudicano i cantieri

Degli
oltre sette milioni in ballo, alla fine ne verranno usati poco più di quattro. Cifra che comunque non fa abbassare le speranze riposte dall’amministrazione comunale etnea sui due appalti di recente andati in porto che interessano il quartiere di Librino. La sorgente primigenia sono sempre le ingenti risorse del Patto per Catania, alla città presentato dai due ex di lusso Enzo Bianco, già sindaco, e Matteo Renzi, già presidente del consiglio. La cui concreta messa in campo con annessi tagli dei nastri, tempi della burocrazia permettendo, spetteranno invece alla giunta del primo cittadino di centrodestra Salvo Pogliese. I nuovi inquilini di palazzo degli Elefanti non stanno mettendo il cappello sui progetti nel senso più letterale, ma altresì non evitano di far filtrare comunque soddisfazione per gli step che pian piano vengono superati.

Dovranno iniziare a cambiare volto, intanto, due pezzi del
Parco urbano e della cosiddetta Spina verde, cioè alcuni dei tanti pilastri rimasti lettera morta da oltre quarant’anni di quel Librino che aveva progettato il giapponese Kenzo Tange. Non l’odierna grande periferia che ha fame di lavoro e servizi, ma un quartiere residenziale con criteri che erano moderni già per gli anni Settanta e che lo restano anche oggi, non essendosi mai materializzati. La città satellite di Tange doveva poter contare su un grande parco integrato con l’intero snodarsi dell’urbanizzazione. L’auspicio è che presto una parte di quest’area verde possa essere completata. Toccherà all’associazione temporanea di imprese Conscoop con sede a Forlì – di cui è capogruppo l’impresa Ingegneria Costruzioni Colombrita con sede a San Giovanni La Punta – realizzarne il primo lotto. Il costo finale dell’appalto è di circa 2 milioni e 230mila euro, grazie al ribasso d’asta del 28,7200 per cento presentato dal gruppo imprenditoriale. 

L’azienda che guida il
rassemblement è la stessa che si sta occupando della ricostruzione del viadotto Himera sull’autostrada Catania-Palermo, nonché della manutenzione delle infrastrutture ferroviarie della Ferrovia Circumetnea, sia nel tratto di binari della metro che in quello extraurbano. Nel fitto curriculum di mega appalti della Colombrita compare anche il grande cantiere incompiuto della Perla Ionica a Capo Mulini – frazione a mare di Acireale – con la «demolizione e il risanamento strutturale» di quattro palazzine dell’ex centro congressi acese. Adesso, una volta battuta la concorrenza di altri 20 operatori che avevano firmato un’offerta, per il gruppo è il turno di Librino e del Parco urbano. Le opere di riqualificazione previste, tra verde pubblico e passeggiate, si concentrano nella zona di San Teodoroa ridosso del noto palazzo di cemento. 

L’intervento sulla Spina Verde – un insieme di
opere di urbanizzazione e collegamenti ciclabili e pedonali, nei piani di Kenzo Tange «l’asse generatrice a verde attrezzato dell’intero Librino» – è invece meno costoso, cifra netta un milione e 770mila euro circa. L’appalto, per cui il Patto per Catania prevedeva nel complesso tre milioni e 300mila euro, si concentra nel quartiere Castagnola. Qui l’ex sindaco Bianco assieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva inaugurato gli orti urbani della collinetta che sorge accanto alle palazzine. Una parte della Spina verde già esistente si collega proprio a quest’area e all’incompiuta di Villa Fazio. Un ribasso del 26,3613 per cento ha consentito al consorzio Stabile Agoraa di aggiudicarsi il cantiere. Anche in questo caso erano state venti le imprese a formalizzare un’offerta, tutte piazzatesi dietro al raggruppamento di aziende del settore edile che ha sede ad Acireale. Nel consorzio ci sono aziende con sedi che spaziano su tutto lo Stivale, dalla Lombardia al Lazio passando per Campania e Calabria, sebbene comunque il grosso degli imprenditori consorziati o associati si concentri in Sicilia. 


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