Piazza Lupo, ipotesi parcheggio e i progetti alternativi Attivisti: «Inutile». In ballo ci sono anche i contenziosi

Seduti attorno a un tavolo del terzo piano della direzione Urbanistica del Comune di Catania. Da un lato l’assessore forzista ai Lavori pubblici Pippo Arcidiacono, dall’altro una delegazione di attivisti locali. Al centro del confronto ancora una volta piazza Pietro Lupo e la sua ex palestra di scherma nata negli anni ’60 come deposito degli autobus. L’immobile, di proprietà di Palazzo degli elefanti, ormai da diversi anni è stato occupato e trasformato in un laboratorio urbano da un gruppo di cittadini. Il suo destino adesso però torna a scontrarsi con una progetto vecchio ma rimesso per l’occasione a nuovo: un parcheggio da 50 posti auto. Per mettere insieme i tasselli di questa storia bisogna andare indietro fino 1999, quando a guidare la città c’era come sindaco Umberto Scapagnini. Insignito da Silvio Berlusconi del ruolo di commissario per l’emergenza traffico con in cantiere la costruzione di 20 parcheggi di cui nove in progetto di finanza nel centro cittadino. Passati quasi due decenni restano inchieste giudiziarie, variantiscandali e un nuovo piano per la sosta, più contenuto e per una cifra che ammonta a 23 milioni di euro. Soldi finanziabili dalla Regione – che sborserà tra Palermo, Catania e Messina 90 milioni di euro in totale – e di cui due destinati proprio al parcheggio scambiatore di piazza Pietro Lupo.  

L’ipotesi, come nel primo progetto sotto la sindacatura Scapagnini, prevede anche l’abbattimento della palestra. Prospettiva che ha fatto saltare dalla sedie i cittadini che quel posto lo vivono da diversi anni. «La nostra idea  – spiega ad Arcidiacono Matteo Iannitti, di Catania bene comune – è di stralciare piazza Lupo dal piano parcheggi e di individuare un’area diversa da inserire nella richiesta di finanziamento alla Regione». Prospettiva che, almeno stando a sentire l’assessore, non sarebbe percorribile. «Il bando parla chiaro – precisa -. Bisogna individuare zone già approvate dal piano del traffico del 2002. Ecco perché trovare un posto alternativo significherebbe varianti e passaggi burocratici impossibili». I tempi d’altronde sono decisamente stretti, perché il termine ultimo per presentare tutta la documentazione è fissato per la fine di novembre. «La nostra idea – prosegue l’esponente di Forza Italia – è quella di dare nuova vita a quella zona e con la palestra non sarebbe così».

Una chiusura al dialogo che però sembrerebbe solo apparente visto che a più riprese, durante l’incontro, Arcidiacono assicura che ogni proposta alternativa verrà analizzata dall’amministrazione guidata dal sindaco Salvo Pogliese. «Noi intendiamo presentare dei progetti in questo senso – gli fa eco Iannitti -, mettendo in sicurezza l’immobile e dandogli una gestione legale. Tutto tramite un partenariato con il Comune e con la possibilità di accedere ai fondi della democrazia partecipata». Uno dei nodi, rimasto praticamente senza risposta durante il confronto, è anche quello di un passaggio contenuto nel bando della Regione. All’articolo 3, tra i requisiti di ammissibilità, c’è l’indicazione che le opere siano «al di fuori del centro storico». A Catania, dove lo strumento urbanistico risale al 1969, piazza Pietro Lupo viene indicata proprio come zona inserita nel centro storico del capoluogo etneo. «Siamo certi che la palestra non valorizzi adeguatamente quella zona della città», taglia corto l’assessore. Ma, di fatto, resta il dubbio che proprio la parte su questo progetto possa essere respinta da Palermo.

I prossimi appuntamenti per capire come andrà a finire la vicenda sono già in calendario. Entro due settimane la situazione potrebbe essere più chiara e in mezzo ci sarà una visita dell’assessore nell’immobile. «Non conosco la struttura e mi farebbe piacere vederla con i miei occhi per rendermi davvero conto dello stato dell’arte». Dall’amministrazione, è questo il dato che viene fuori, ci sarebbe tutta la volontà di non mettere in soffitta la tematica degli spazi sociali. All’orizzonte però c’è anche la questione contenziosi. Perché dei parcheggi previsti nel piano di Scapagnini l’unico a essere stato costruito è quello di piazza Europa. Per quasi tutti gli altri la partita si è spostata davanti ai giudici amministrativi con contenziosi già avviati e portati avanti dalle società che in passato si erano aggiudicate gli appalti. Il progetto Lupo, per un costo di 13 milioni di euro, era finito in mano al duo imprenditoriale VirlinziCiancio, con l’obiettivo di ottenere una concessione lunga 40 anni per un totale di 1000 stalli, compresi quelli a raso nei dintorni della zona. 


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