Raccolta rifiuti, i lavoratori chiedono gli stipendi «Comune paghi al posto del consorzio Seneco»

«Il pagamento delle retribuzioni dei lavoratori del Consorzio Seneco – Cantiere di Catania dovute per parte del mese di settembre 2018, trattamento di fine rapporto, ferie non godute e altre spettanze di fine rapporto». È questa la richiesta contenuta nel documento che tutte le organizzazioni sindacali hanno firmato e inviato, questa mattina, a Palazzo degli elefanti, alla prefettura e all’ufficio provinciale del lavoro. Il tema è quello, ormai scottante, dei soldi che il consorzio Seneco – che fino al 17 settembre gestiva la spazzatura in città – deve ai dipendenti. Poco più di due settimane di lavoro per le quali gli operai non sono stati retribuiti e che potrebbero sommarsi, a brevissimo, alle spettanze del mese di ottobre che rischiano di non arrivare.

Nonostante le condizioni del Comune di Catania (il vicesindaco Roberto Bonaccorsi non ha tentato di indorare la pillola, parlando di una città sull’orlo del baratro), le sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Usb, Fiadel e Ugl) chiedono che sia proprio il municipio, vista l’insolvenza di Seneco, a pagare le spettanze degli oltre 600 lavoratori per la prima metà del mese di settembre 2018, «detraendo il relativo importo dalle somme dovute all’affidatario del contratto». In realtà, però, l’ufficio Ecologia il pagamento a Seneco dovrebbe averlo già effettuato diverse settimane fa. Proprio quando il tema dei 17 giorni di lavoro non retribuiti è finito al centro delle proteste dei lavoratori della nettezza urbana.

Da allora, però, sembra che nulla sia cambiato, almeno per gli uomini e le donne che attendono l’accredito di quanto dovuto sui propri conti correnti. «Si invita il consorzio Seneco – continua il documento sindacale – a predisporre le buste paga relative alle competenze retributive in oggetto e di fornirle alla stazione appaltante, allo scopo di rendere più rapido il pagamento di quanto dovuto ai lavoratori». L’avvertimento che segue, però, è chiaro: «Trascorsi i termini di legge senza esito, le scriventi organizzazioni sindacali si vedranno costrette a tutelare le ragioni degli operai per le vie di legge». 

Tra le righe si legge la minaccia di nuovi scioperi e di mettere, ancora una volta, il capoluogo etneo in ginocchio come nei giorni pre-festività pasquali del 2018. Un fatto che porrebbe di nuovo al centro dell’agenda pubblica la questione igienico-sanitaria, ma che rallenterebbe ulteriormente il cammino del Comune verso quell’obiettivo di raccolta differenziata al 30 per cento che risparmierebbe agli uffici di via Pulvirenti il commissariamento da parte della Regione Siciliana.


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