Il nuovo murales all’esterno della Cappella Bonajuto «Nella speranza che a Catania soffi un vento d’arte»

«La cappella Bonajuto è ancora un bene poco conosciuto e credo proprio di avere imboccato la strada giusta commissionando allo street artist Gomez un intervento al suo esterno». Non ha dubbi ed è entusiasta della sua scelta Salvatore Bonajuto, proprietario della cuba tardo bizantina nascosta tra i palazzi barocchi di Catania, che stamattina inaugura il murale barocco realizzato dall’artista – classe 1980 – di origini argentine ma romano d’adozione, che gode ormai di fama internazionale. «Ho restaurato la cappella a cavallo tra il 2001 e il 2002, ben 16 anni fa, in un momento in cui a Catania tanti interventi dovevano ancora essere fatti – osserva Bonajuto. E dopo il restauro della cappella, bene di famiglia da secoli ma che considero di tutti e per questo sono felice di valorizzare e riqualificare, sono stati avviati i restauri di Palazzo Platamone, Palazzo Valle, teatro Sangiorgi. Credo proprio di essere stato il primo a dare un segnale forte in questa direzione, ponendo l’attenzione su un sito di estrema bellezza situato nel cuore pulsante della città, la civita».

Proprio di fronte all’ingresso del luogo di culto sorge il grande murale di Gomez – autore anche della Reggia di Caserta realizzata sui muri della rimessa Amt di via Plabiscito – che accoglierà turisti e catanesi, attirando, si augura il proprietario del sito archeologico, soprattutto i giovani. «Io non sono più tanto giovane, ma con un figlio 18enne vedo che la street art oggi è molto popolare e i ragazzi sono attentissimi a queste forme d’arte, che hanno anche delle eccellenze, come lo è stato in passato Keith Haring», aggiunge Bonajuto, che rivela a MeridioNews la sua personale propensione per la pittura. «Anche io mi sto affacciando in punta di piedi nel mondo artistico ed entro fine anno presenterò i miei lavori a Palermo dove in questo momento, essendo capitale della cultura, c’è concentrata tutta l’attenzione degli appassionati d’arte e degli addetti ai lavori».

«Le mie materie sono il paesaggio e l’ambiente – spiega – ma non ho una grande preparazione sugli artisti contemporanei, quindi mi sono affidato ai miei consulenti, Giuseppe Stagnitta, curatore d’arte, appassionato di street art e promotore dell’Emergence festival, e Angelo Bacchelli, collezionista e tra gli ideatori dei progetti di riqualificazione dei silos al porto e di Amt art project, che mi hanno senza dubbio ben indirizzato». Se alcuni street artist puntano più sul colore, Gomez riesce solo con l’uso del bianco e nero a realizzare dei chiaroscuri straordinari e a dare luce e tridimensionalità alle figure caravaggesche che dipinge, tanto che alcuni vedendo le fotografie dell’opera work in progress hanno creduto si trattasse addirittura di una scultura.

«La Cappella al momento si presenta al massimo della sua bellezza. Gli spazi, che sono stati da poco restituiti al volume puro dell’architettura, diventeranno spazi dedicati a grandi eventi artistici. E questa sarà dunque la prima pietra di un percorso che, da ottimista, spero possa far soffiare anche dalle nostre parti il vento di cultura e di ricerca del bello che ho visto soffiare a Palermo in questi mesi». 


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