Samuele Carcagnolo e il sogno di un teatro libero «La fiducia è uno strumento per creare spettacoli» 

La poesia prima di tutto. La poesia come fonte di ispirazione, come rimedio per superare momenti difficili, come mezzo per esprimere quello che scoppia dentro. Ruota attorno ai versi e alle rime il mondo del catanese Samuele Carcagnolo, 20 anni, studente della facoltà di Filosofia, che ha momentaneamente lasciato per dedicarsi allo studio e alla ricerca della metodologia teatrale, un’altra delle sue passioni. «Sono un amante sfegatato delle poesie – dice a MeridioNews – mi piace scriverle, leggerle e perdermi dentro questo mondo, per cui ho anche vinto diversi riconoscimenti letterari. E poi amo il teatro, e questo folle amore mi ha permesso di percorrere con entusiasmo e impegno un cammino all’interno di questa disciplina, vestendo anche i panni di attore e regista di diversi spettacoli».

Un cammino che Samuele vuole proseguire mettendo in scena un nuovo spettacolo, Che fine ha fatto la poesia?, che vorrebbe realizzare attraverso la raccolta di crowdfunding #missionespettacolo, lanciata sulla piattaforma Produzioni dal basso e attiva fino a marzo, quando lo spettacolo dovrebbe debuttare. «Porto avanti da diversi anni un’idea di teatro diversa, alternativa, che negli anni è stata definita popolare e di strada, anche se questi aggettivi non la rispecchiano fino in fondo», spiega Carcagnolo, che aggiunge: «Una cosa è certa, un teatro dal basso accessibile e senza compromessi si scontra spesso contro i problemi economici ed è per questo che ho deciso di lanciare questa campagna. Per dimostrare – va avanti il ragazzo – che la solidarietà e la fiducia verso l’arte libera e alternativa, e verso chi vuole realizzarla, è uno strumento capace di dare vita a spettacoli, opere e progetti molto diversi da ciò che la mercificazione artistica del nostro secolo ci impone».

Se a voler uscire dagli schemi è un giovane di 20 anni, poi, tutto diventa più difficile, sottolinea Samuele, autore dello spettacolo che gira attorno alla vita e alla personalità di Jacopo, protagonista dell’intera storia, che nel corso della sua vita cercherà di mandare a ogni uomo e a ogni donna che incontra un messaggio, un segnale. «Che fine ha fatto la poesia? rappresenta il canto degli ultimi, degli emarginati, di chi vive in mezzo al buio più profondo. Ma nonostante questo – dice Carcagnolo – non si arrende mai, prende la vita per i denti e cerca di uscire fuori dal quel buio».

La campagna di raccolta fondi è già stata sostenuta da diversi personaggi del mondo dell’arte, tra cui il poeta genovese Simone Cumbo, gli scrittori Daniele Zito, Patrizia Maltese e Loredana De Vita, i cantanti Mimi Sterrantino, Zu Luciano, i Giriingiro e i Figli dell’officina, il poeta e cantante lampedusano Giacomo Sferlazzo, il vignettista Guglielmo Manenti e il regista Napoletano Antonio Manco. «La loro solidarietà mi riempie di gioia e fiducia – commenta Samuele – perché mi fa capire come questa missione spettacolo, nonostante sia difficile, diventi ogni giorno sempre più raggiungibile, e per questo sono grato a tutti loro e a chi deciderà di sostenere il mio progetto». Promosso da Oltrepalco – Laboratory Faceless Mask, laboratorio teatrale permanente ideato da Samuele e da Giuseppe Celano, desiderosi di creare un progetto personale attraverso cui potere agire liberamente. «Oltrepalco – conclude l’aspirante regista – deve essere la casa di ogni artista che oggi non vuole decorare o collare il mondo, ma vuole forgiarlo».


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