Sanità, short list piene di candidati sempreverdi Sindacati: «Incideranno appartenenze politiche»

Il termine più in voga degli ultimi giorni nel mondo della sanità è short list, ma c’è già chi teme, in vista delle prossime nomine dei dirigenti generali delle 18 aziende siciliane, che alla fine avrà la meglio il più tradizionale manuale Cencelli. Alla faccia degli anglicismi, ma anche del promesso cambiamento targato Musumeci e Razza

Nonostante sia presto per dirlo e difficile fare previsioni date le lunghe rose di nomi che saranno al vaglio della giunta – si va dai 17 per l’Asp di Messina ai 29 papabili per quelle di Siracusa e Trapani – ciò che si può dire con certezza è che tra le figure che hanno superato il vaglio della commissione ci sono molti voti noti. Carriere legate a doppio filo ai vertici della sanità pubblica e, di conseguenza, alla politica. «La maggior parte degli idonei è gente che ha attraversato l’ultimo decennio della politica siciliana – commenta Renato Costa, segretario regionale di Cgil Medici -. Da Cuffaro a Crocetta, passando per Lombardo e probabilmente Musumeci. Gli annunci su una maggiore trasparenza nelle selezioni sono stati più che condivisibili, ma poi bisogna capire quali sono i criteri su cui poggeranno le scelte finali. Perché fino a quando a essere determinanti saranno le appartenenze politiche il risultato sarà sempre discutibile e, alcune volte, anche preoccupante».

Tra le critiche avanzate dai sindacati c’è quella di avere permesso che un candidato potesse comparire in più categorie di aziende e non solo in una tra Asp metropolitane (Palermo, Catania, Messina), Asp, aziende ospedaliere universitarie (Policlinici di Palermo, Catania e Messina, Ircss Bonino Pulejo-Piemonte), Arnas (Civico di Palermo e Garibaldi di Catania) e altri ospedali (Villa Sofia-Cervello di Palermo, Cannizzaro di Catania e Papardo di Messina). «Abbiamo scoperto che ci sono persone buone per ogni cosa – dichiara Giuseppe Spampinato, segretario regionale di Cimo – e agire così inevitabilmente porta i cittadini a pensare che alla base di tutto resti sempre la necessità di spartire il potere. O tutt’al più che la politica ha la stessa visione di aziende ospedaliere che, oltre al nome, dovrebbero avere anche mission differenti».

A potere ambire al timone delle aziende sanitarie regionali, nella veste di dirigenti generali, sono diversi tra i commissari straordinari chiamati nei mesi scorsi a traghettare il sistema sanitario pubblico. Come nel caso del fedelissimo dell’ex assessore alla Sanità Baldo Gucciardi, Giovanni Bavetta che potrebbe essere riconfermato a Trapani. Mentre Bavetta è incluso soltanto nella short list per l’Asp, Antonino Candela è stato inserito nelle rose di tutte le Aziende sanitarie provinciali. Laureato in Economia e abilitato alla professione di commercialista, il 52enne ha avuto incarichi di vertice all’Asp di Palermo sotto i governi Lombardo e Crocetta, in qualità di direttore amministrativo, direttore generale e commissario straordinario, ruolo attualmente ricoperto per scelta di Musumeci. 

Sono arrivati all’ultima fase della selezione anche i commissari delle Asp di Agrigento e Ragusa, Gervasio Venuti e Salvatore Ficarra. Il primo è in lizza per i posti negli Arnas, nei policlinici e negli altri ospedali. Di origine bresciana, dal 2014 è direttore generale dell’azienda Villa Sofia-Cervello, dopo sette anni da dirigente al policlinico palermitano. Nel curriculum di Ficarra, in corsa in cinque Asp, c’è soprattutto una lunghissima esperienza da direttore amministrativo all’Asp di Enna, iniziata in epoca lombardiana. Figure di lungo corso anche quelle di Fabrizio De Nicola e Giuseppe Laganga. Attuali commissari nei policlinici di Palermo e Messina, sono entrambi stati inseriti in tutte le categorie. Il primo da quasi trent’anni lavora nell’amministrazione pubblica, avendo trascorso la prima parte tra Ircac e segreterie tecniche degli assessorati, per poi passare al mondo della sanità con ruoli di vertice. Per Laganga si ricorda, invece, l’esperienza da direttore amministrativo – iniziata in era Crocetta – del policlinico di cui oggi è commissario.

Per quanto riguarda Roberto Colletti, va detto che ha trascorso gli ultimi 16 anni nelle vesti di direttore amministrativo, tra l’ospedale Villa Sofia e il policlinico Giaccone di Palermo. L’ingresso nel mondo della sanità per Giorgio Santonocito – attuale commissario al Garibaldi di Catania e trasversalmente papabile in tutte le aziende – al 2010 quando è diventato membro del collegio sindacale dell’Asp di Catania. Successivamente è stato nominato prima direttore amministrativo e poi commissario all’Asp di Caltanissetta. A proposito dell’azienda nissena, a concorrere sarà anche Francesco Iudica. Il cognato dell’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, negli ultimi 16 anni ha avuto posti di rilievo nelle strutture sanitarie pubbliche. Non si può parlare di volto nuovo neanche nel caso di Gaetano Sirna: il commissario dell’Asp di Messina ha una carriera ultradecennale ai vertici delle aziende peloritane, con esperienza da commissario all’Asp di Catania e da direttore sanitario al policlinico Vittorio Emanuele. Prima dell’esperienza come commissario agli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, Maurizio Aricò – in corsa per diventare manager dei due Arnas, e degli ospedali Cannizzaro e Papardo, oltre che del Villa Sofia-Cervello – è stato, per oltre tre anni, direttore generale dell’Asp di Ragusa. 

Nonostante si sia trasferito di recente in Piemonte, dove è stato nominato direttore generale dell’Asl Cuneo 1, Salvatore Brugaletta – già direttore generale e commissario dell’Asp di Siracusa – è nelle short list per le aziende sanitarie di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. A Catania si registra il caso di Giuseppe Giammanco, direttore generale uscente dell’Asp che non compare tra i papabili al ruolo di manager dell’azienda sanitaria provinciale etnea, mentre rientra tra i possibili designati per la guida del Cannizzaro e dell’Arnas Garibaldi. Tra quanti sperano nel prestigioso incarico ci sono anche la dirigente regionale ed ex commissaria del Papardo Maria Di Liberti; l’ex segretario di Cisl Medici di Caltanissetta e più recentemente commissario straordinario al Papardo, Paolo La Paglia; e poi ancora l’ex direttrice amministrativa dell’Asp di Ragusa, Elvira Amata; Daniela Faraoni, che per buona parte degli ultimi dieci anni è stata direttrice amministrativa all’azienda Villa Sofia. 

L’elenco di persone che, al netto delle competenze e nel caso venissero scelti da Musumeci e Razza, non rappresenterebbero di certo un segno di discontinuità con il passato è ancora più lungo. Anche se va detto che non mancano, nelle rose rese note dall’assessore alla Sanità, i professionisti apparentemente estranei alla scena pubblica siciliana. «Ho letto le short list e molti candidati non li conosco. Ma bisogna capire quante di queste figure nuove poi alla fine riceveranno davvero un incarico», conclude il segretario regionale di Cimo Giuseppe Spampinato.


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