I nuovi telemedici catanesi tra fiducia e scetticismo Messaggi e videochiamate. «Mai diagnosi a distanza»

«Adesso è possibile effettuare un consulto medico in qualsiasi momento e in ogni luogo». La telemedicina è l’ultima frontiera in campo sanitario utilizzata anche da nove medici catanesi (sugli undici totali in tutta la Sicilia). Sono questi i numeri forniti da Top Doctors, la piattaforma online che mette a disposizione degli utenti un panel formato dai medici specialisti di tutto il mondo. Due le modalità per entrare in contatto virtualmente con i dottori digital: la messaggistica privata e la videoconferenza. La rivalsa dell’intelligenza artificiale per i più fiduciosi, il rischio di rompere la cosiddetta «alleanza terapeutica» dal punto di vista dei più scettici. 

Cardiochirurgia, chirurgia plastica ed estetica, medicina interna e medicina legale, senologia e oncologia, ortopedia e traumatologia, dermatologia, coloproctologia e chirurgia generale. Sono queste le specializzazioni dei medici siciliani che utilizzano la piattaforma con strumenti informatici per gestire una parte della comunicazione con i pazienti. Tra gli specialisti catanesi c’è chi non l’ha ancora mai usata, chi la intende come una sorta di servizio di segreteria per la prenotazione delle visite e chi ha anche fatto delle visite in teleconferenza

«Il nostro obiettivo è far si che, grazie alle più avanzate tecnologie, ogni paziente possa facilmente individuare e contattare il miglior dottore per il proprio caso», afferma Alberto Porciani, ceo di Top Doctors. La piattaforma (che conta oltre un milione di utenti unici mensili) è un’app tramite cui è possibile «risolvere i tuoi dubbi in maniera facile e veloce», come si legge nel manuale che informa nel dettaglio sulle funzionalità della telemedicina. Una chat in cui scambiare messaggi, foto e allegati di documenti relativi a esami medici che facilitino la diagnosi oppure una videochiamata – previa conferma di giorno e orario concordati con il professionista – durante la quale chiedere consulti senza recarsi nello studio del medico «con un notevole risparmio di tempo e fatica». Al termine, il pagamento è previsto con carta di credito.

«Sono attiva sulla piattaforma da due o tre mesi ma non l’ho ancora mai usata perché non sono stata contattata – dice a MeridioNews Alessandra Mangiameli, specialista in senologia e oncologia – Mi sembra però un’iniziativa che in una proiezione futura potrebbe essere molto utile». Nel presente, intanto «io la utilizzo soprattutto come servizio di segreteria», spiega il chirurgo Giuseppe Lomeo che ha attivato tramite la piattaforma un numero fisso apposito che trasferisce le chiamate al suo cellulare. «Ho accettato anche la possibilità di fare videoconferenze con i pazienti ma, finora – aggiunge – non mi è mai stato chiesto di fare delle visite con questa modalità, cosa che accetterei valutando però il caso specifico». Insomma, l’idea di base è che una visita di presenza non possa essere sostituita: «Un neo o un seno per una mastoplastica additiva non posso valutarlo in modo corretto ed esaustivo dietro allo schermo di un computer, può essere però un primo approccio per conoscere il paziente e fare una prima valutazione».

Solo richieste di prenotazione anche per il dottor Pier Franco Soma, specialista di chirurgia plastica ed estetica. «Io mi occupo soprattutto di oncologia cutanea – dice il medico – e la maggior parte dei miei pazienti sono anziani fuori da questi sistemi. Da quando, alla fine dell’estate, ho attivato la piattaforma non ho avuto riscontro da nessun paziente. In ogni caso – precisa – non farei mai una diagnosi a distanza su una foto ricevuta in una chat». Utile per un primo contatto «per capire di che tipo di patologia si tratta e se è di mia competenza oppure per ricevere un referto da visionare. Per una visita, invece – sottolinea Soma – i rapporti virtuali lasciano i tempo che trovano anche perché, per esempio, la risoluzione delle immagini potrebbe non essere di ottima qualità. La visione e il contatto comunque restano imprescindibili», conclude.

È il dermatologo Maurizio Pettinato a vedere nella telemedicina «il futuro. Non solo i pazienti utilizzano queste piattaforme per prenotare, ma su una messaggistica tipo Whatsapp io faccio anche consulenze sulla base di foto che mi mandano i pazienti. Nell’80 per cento dei casi – sostiene – l’immagine è chiara e permette di fare la diagnosi, quando oltre a vedere è necessario anche palpare chiedo una visita dal vivo. È un rapporto di comodità per chi sta lontano o ha difficoltà pratiche a raggiungere il mio studio». Una querelle ancora in atto è quella su eventuali problemi giuridici legati all’accesso delle documentazione sanitaria, alla riservatezza dei dati e al consenso informato. «Dal punto di vista legale – dice Pettinato – il paziente per esempio sa che sta inviando la foto privatamente a me che non sono autorizzato a inoltrarla a nessun altro, nemmeno ad altri colleghi per altri ulteriori consulti». 


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