Carnevale Acireale, polemiche sul ticket da 5 euro «Può creare nuovi debiti». «Falso, produrrà ricavi»

A pochi mesi dalla manifestazione, ad Acireale si moltiplicano le polemiche sul Carnevale. L’edizione 2019 segna il novantesimo anno del format «moderno», con carri allegorico grotteschi in movimento. Nelle ultime stagioni le varie amministrazioni comunali hanno cercato di rilanciare quello che per molto tempo è stato considerato come il «più bel Carnevale di Sicilia», cercando di apportare diverse innovazioni. La prossima edizione, in particolare, preannuncia due sostanziali novità: la prima è il pagamento di un biglietto da cinque euro, con la possibilità di avere anche degli abbonamenti da 20 euro che prevedono sei entrate. I ticket sarebbero esclusivamente per i turisti e i non residenti ad Acireale. La seconda variazione è nella cifra che il Comune fornirà alla fondazione del Carnevale, che dal 2011 gestisce la manifestazione. Quest’anno, infatti, le somme date dal Comune sono di 595 mila euro a fronte dei 635 mila euro del Carnevale precedente: una riduzione dell’11 per cento, per evitare di gravare sul bilancio.

A riportare questi punti è la delibera di giunta del 21 novembre, sottoscritta dall’assessore al Bilancio Salvatore Pirrone e dalla stessa fondazione del Carnevale. Il provvedimento ha però generato reazioni critiche. Su tutti, Giuseppe Calì, ex consigliere comunale tra le file del centrodestra, ha espresso dubbi sullo studio di fattibilità condotto da Fondazione e amministrazione comunale. «Nello studio non si considerano le imposte da pagare su ogni singolo biglietto – osserva Calì – ma soprattutto non si considera la tassa sulle manifestazioni di intrattenimento, che andrebbe calcolata singolarmente». Calì poi contesta anche la riduzione dell’11 per cento del finanziamento comunale. «Quella è una voce di bilancio che già è stata stabilita e non può essere ridotta arbitrariamente – continua – Il pagamento del biglietto e queste scelte basate sugli studi di fattibilità potrebbero portare a eventuali debiti a cui poi dovrà rispondere il Comune, dato che – conclude Calì – è socio unico della Fondazione. Si rischia di perdere tutto il patrimonio del Carnevale che abbiamo avuto negli anni». In più, anche i Comuni limitrofi hanno fatto sentire la propria voce. Nello Oliveri, primo cittadino di Aci Catena, in questi ultimi giorni ha provato a dialogare con la giunta acese per «risparmiare», in quanto città confinante, il pagamento del ticket ai catenoti. A queste perplessità Orazio Fazzio, presidente della Fondazione del Carnevale, prova a dare risposte.

«Abbiamo considerato la possibilità del biglietto gratuito per i Comuni limitrofi – replica Fazzio – L’ipotesi è di difficile applicazione perché la Siae pretenderebbe il pagamento anche sui biglietti gratuiti. Tuttavia non la scartiamo: in questi giorni, infatti, è previsto un incontro con il sindaco di Aci Catena». Per quanto riguarda la possibilità che il Comune vada in difficoltà finanziaria, il neo presidente insediatosi con la giunta guidata da Stefano Alì smentisce categoricamente. «I calcoli stimati provengono da studi approfonditi, svolti da Enti esperti in materia – aggiunge – Non lo abbiamo stabilito noi, abbiamo la sicurezza che le nuove manovre possano rivelarsi per Acireale una grande possibilità di ritorno economico. L’introduzione del ticket – precisa Fazzio – potrebbe anche subire delle modifiche nelle successive edizioni, alla luce di questa prima esperienza vedremo come agire più avanti».

Quella del ticket a pagamento è un’iniziativa in discussione da anni. Adesso è stata decisa sulla base dell’affluenza all’ultima edizione, in cui, sempre secondo i dati riportati nella delibera, si sono contati 500 mila ingressi, di cui 300 mila turistici. A questi si aggiungono le percentuali riportate da uno studio condotto a settembre 2017 dal Centro internazionale di studi sull’Economia turistica per Agis e Confcommercio. I quali, sulla base di alcune analisi di mercato, hanno previsto che il pagamento di un biglietto porterebbe degli introiti sulle strutture ricettive e, quindi, sul commercio della città dei cento campanili. È stato stimato, infatti, che su un minimo di 100 mila paganti si avrebbe un incasso di 400 mila euro, al netto delle spese di tassazione. E sulla vendita minima di 10 mila abbonamenti si avrebbe un incasso netto di 90 mila euro. In più, il pagamento del ticket aggiunto agli altri finanziamenti provenienti da Comune, Regione, ministero dei Beni Culturali, Lotteria, sponsor e parcheggi porterebbe a dei ricavi specifici di 1 milione e 300 mila euro che andrebbero a coprire le spese.


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