Sant’Agata, presentati i sette regolamenti della festa C’è una nuova figura. Per il fercolo soste prestabilite

Sette regolamenti per una festa di Sant’Agata più sicura e ordinata ma sopratutto con meno ombre attorno. In particolare quelle legate alla famiglia mafiosa di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano e ad alcuni clan locali che per anni hanno cercato lustro nei momenti cruciali dei festeggiamenti. Un lavoro che dal comitato organizzatore, presieduto da Francesco Marano, viene definito «meticoloso e complesso». Due le novità più significative per l’edizione 2019. La prima riguarda le soste del fercolo, che dovranno essere comunicate entro sette giorni prima di ogni processione. L’obiettivo è quello di evitare rallentamenti sospetti come avvenuto in passato. Quando, secondo i racconti di alcuni collaboratori di giustizia, la patrona veniva stoppata in prossimità delle abitazioni di alcuni boss in segno di riverenza. Il secondo aspetto riguarda nello specifico la giornata del 3 febbraio. Dedicata alla sfilata della carrozza del Senato e all’offerta della cera. A sovrintenderla sarà da quest’anno una nuova figura.

«Si tratta di un coordinatore – spiega durante la conferenza stampa il vicepresidente Giuseppe Barletta -. Sarà una sorta di omologo del maestro del fercolo, scelto ogni due anni dal comitato tra le associazioni di protezione civile di carabinieri, polizia e guardia di finanza». Il nome però verrà comunicato soltanto nei prossimi giorni. Alcuni rumor indicherebbero però il generale etneo in pensione Ettore Mastroieni. La giornata del 3 febbraio sarà, inoltre, l’unica ufficialmente dedicata all’offerta della cera. Per il resto spetterà all’amministrazione imporre eventuali divieti, come già accaduto negli anni scorsi, sull’accensione dei ceri lungo la processione. Altri aspetti sono quelli che riguardano, in particolare, i devoti più giovani. «Ci sono le indicazioni che vietano di fumare, non bere o consumare pasti, mentre si procede a ridosso del cordone», conclude il vicepresidente Barletta. 

Tra i tanti aspetti dei festeggiamenti un capitolo a parte è quello che riguarda le candelore. Ovvero i cerei racchiusi in costruzioni di legno in stile barocco e dorate in superficie. Allo stato attuale, quelle che prenderanno parte alla processione saranno 13. Alcune di proprietà delle associazioni di categoria, altre nella disponibilità del Comune di Catania che durante i festeggiamenti ne conferisce l’utilizzo ai portatori. «Quello delle candelore – sostiene  Marano – è un regolamento già in vigore da alcuni anni. Si tratta di elementi essenziali delle festa che hanno avuto zone d’ombra che fortunatamente siamo riusciti a fugare».

Nel 2015 MeridioNews ha raccontato la sosta della candelora degli ortofrutticoli sotto il balcone del boss Massimiliano Salvo, nei pressi di via Plebiscito. Allora agli arresti domiciliari e oggi detenuto al 41bis perché ritenuto il capo del clan mafioso Cappello. Due anni dopo, la lite e i rallentamenti per una presunta prova di resistenza tra i portatori, fatto che ha portato ad alcune sanzioni da parte del comitato organizzatore. I rappresentanti delle varie candelore, come si legge nel regolamento, dovranno comunicare alle forze dell’ordine tutti i giri nei vari quartieri nei giorni precedenti la festa. E anche per il 2019 sarà previsto un contributo in denaro: «Erogato dal comitato – si legge nei documenti – in base al numero di portatori e finalizzato a consentire la partecipazione ai festeggiamenti».

Il giro di vite su Sant’Agata, da quest’anno, proporrà anche l’assoluta novità legata al regolamento unico delle associazioni agatine. Documento che andrà a sostituire le vecchie disposizioni risalenti al 1991. Tra le postille c’è lo stop a pregiudicati e persone sotto processo tra le file delle varie congreghe. Nei mesi scorsi MeridioNews aveva posto l’accento su alcuni degli iscritti dell’associazione Sant’Agata cattedrale, presieduta da decenni dall’ex maestro del fercolo Claudio Baturi. In tempi più lontani, la tessera numero uno e due del circolo Sant’Agata, il più vecchio della città, erano state riservate ad Antonino Santapaola e Vincenzo Mangion, appartenenti a Cosa nostra. Nomi e cognomi che hanno segnato il periodo grigio dei festeggiamenti.


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