Elezioni Aci Castello, primarie dividono Forza Italia Giuffrida non piace a tutti. Le carte di Sammartino

A prima vista, il centrodestra potrebbe mettere in piedi una corazzata di tutto rispetto. Ma il timore è che le divisioni alla fine non riescano a ricomporsi, consegnando agli elettori di Aci Castello un quadro che più frammentato non si può. Il dialogo fra le forze al lavoro per le Amministrative della prossima primavera pare, infatti, giunto a uno stallo difficilmente superabile senza qualche passo indietro da parte dei numerosi aspiranti eredi di Filippo Drago. Il sindaco, non più ricandidabile ed epurato dalla Lega a trazione Fabio Cantarella-Anastasio Carrà, assiste al proliferare delle aspirazioni specie in seno alla sua giunta. Sono almeno tre i suoi assessori che lavorano a una candidatura a primo cittadino, destinati peraltro a scontrarsi in coalizioni contrapposte. In maggioranza, d’altronde, hanno finora convissuto sia gli ex Articolo 4 legati al deputato Pd Luca Sammartino sia esponenti oggi tutti riconducibili all’alveo di Forza Italia

In pole pare scattare la vicesindaca Ezia Carbone, oltre 400 voti nel 2014 fra le file dell’Ncd di Pino Firrarello e Giuseppe Castiglione, oggi rientrati nel partito di Berlusconi. A lei guarderebbe con favore lo stesso Drago e gran parte del centrodestra finora al governo della cittadina. In gioco c’è poi l’ipotesi dell’assessore ai Servizi sociali Sebastiano Romeo, primo degli eletti in FI cinque anni fa. Vorrebbe invece far saltare gli equilibri forzisti il commercialista Tito Giuffrida, fedelissimo del deputato Ars Alfio Papale. Per lui la campagna elettorale è già partita sull’onda di esternazioni anti-Drago che hanno, però, indispettito mezzo centrodestra castellese. «Lui vuole prendere le distanze dall’amministrazione ma come facciamo a sostenerlo, se finora siamo stati in maggioranza?», si chiede qualcuno degli addetti ai lavori. A sparigliare ulteriormente le carte è arrivata poi l’idea di celebrare le primarie del centrodestra. Dalla Lega – fatto fuori Drago, il partito è stato affidato ad Angelo Murabito e al consigliere ex lombardiano Santo Grasso – e dal deputato Papale subito reazioni positive, molto più freddo il resto di una coalizione che ancora non c’è

Una schiera variegata, dunque, cui sono riconducibili anche i movimenti in casa Fratelli d’Italia – cui si è avvicinato il consigliere ex Pd Mario Conti – e le oscillazioni sinistra-destra di Sicilia futura. Fra gli uomini del deputato Ars ex renziano Nicola D’Agostino mostra attivismo il consigliere Antonio Maugeriall’opposizione di Drago. In campo, inoltre, per una lista che potrebbe legarsi al centrodestra il consigliere Franco La Rosa e l’ex sindaco Turi Mirabella

Nel centrosinistra, invece, la scena se la prendono altri due esponenti della maggioranza di Drago. L’assessore al Verde pubblico, Salvo Danubio, centrista ora legato al Pd in quota Sammartino, pare intenzionato a correre per la sindacatura ma potrebbe anche lasciare spazio al presidente del consiglio Carmelo Scandurra, ex An entrato anche lui in area dem. Un nome, poi, lo spenderà il Movimento 5 stelle in odor d’exploit. Già nel 2014 i pentastellati, allora guidati da Leda Adamo, riuscirono a portare in aula il consigliere Antonio Bonaccorso


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