Dissesto, Stancanelli reclama ispettori al Comune «Quadro di malcostume e incertezza in era Bianco»

«Acquisire con urgenza, anche tramite l’invio di ispettori ministeriali, gli elementi finalizzati a chiarire se i responsabili politici e gestionali del Comune di Catania nel quinquennio 2013-2018 abbiano effettivamente effettuato un corretto utilizzo delle risorse pubbliche e una gestione politico-amministrativa informata al principio costituzionale del ‘buon andamento della pubblica amministrazione». Lo ha chiesto con un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Interno e dell’Economia il senatore Raffaele Stancanelli (Fratelli d’Italia), sul dissesto dell’ente. L’atto ispettivo, spiega l’ex sindaco di Catania, è sollecitato «Alla luce delle accertate elusioni delle normative contabili individuate dalla sezione controllo della Corte dei Conti regionale e di quella a Sezioni riunite, condotte già debitamente segnalate dai magistrati contabili alla Procura di Catania». 

«Il 15 giugno 2013 si è insediata al comune di Catania l’amministrazione guidata dal sindaco Enzo Bianco», ricorda il senatore di FdI, ex sindaco della città, che segnala come «In particolare tra il 2016 e il 2018 l’ente è stato al centro di diverse indagini della Procura per gravi reati commessi nell’esercizio di funzioni pubbliche, che hanno chiamato in causa autorevoli esponenti del Comune». Stancanelli ricorda anche che «L‘oggettivo inquietante quadro di incertezza e malcostume nella gestione delle finanze comunali di Catania è stato segnalato al ministero dell’Interno sia nel 2016 che nel 2017, con tre interrogazioni dei senatori del Movimento 5 stelle, in cui si chiedeva, tra l’altro, l’invio di ispettori ministeriali, ma senza risposte dal ministro».

Nell’interrogazione al Senato, Stancanelli chiede l’invio degli ispettori ministeriali alla luce della «Gravissima situazione finanziaria dell’ente, notevolmente aggravatesi negli ultimi cinque anni, come accertato dalle pronunce della Corte dei Conti» che, afferma, «Rischia oggettivamente di diventare drammatica e insostenibile, non solo finanziariamente, ma anche socialmente, per l’intera comunità catanese». 


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