Istituto Bellini, ministero stanzia fondi per il rilancio Dino Giarrusso: «Ora si operi in assoluta trasparenza»

«Una iniezione di liquidità che permette all’istituto Bellini di superare il momento drammatico che sta vivendo». È questo il commento di Giovanni Grasso, il consigliere comunale pentastellato e insegnante di Teoria e tecnica dell’interpretazione scenica all’istituto musicale, dopo la notizia della firma dei decreti che interessano 18 tra istituti musicali superiori non statali e delle accademie. «Un iter che prevede – si legge nel documento ministeriale – la copertura finanziaria dei graduali processi di statizzazione e razionalizzazione tramite un apposito fondo».

Lo scorso ottobre, l’ex Iena catanese Dino Giarrusso, oggi segretario particolare del sottosegretario all’Istruzione Lorenzo Fioramonti, aveva partecipato a un incontro tenuto nella sede di via Etnea per discutere dei motivi che avevano messo a rischio l’avvio dell’anno accademico. Sul tavolo erano state messe le intenzioni politiche del governo nazionale di anticipare il processo di statizzazione al 2019. «Avevamo promesso di impegnarci in ogni modo per salvare il Bellini e – sottolinea Giarrusso -, dopo un impegno congiunto tra Miur e Mef, il ministro Giovanni Tria ha firmato due decreti che stanziano le risorse e stabiliscono i criteri per la statizzazione delle Accademie di belle arti non statali e degli istituti di studi musicali non statali».

La condizione finanziaria dell’istituto superiore di studi musicali etneo è preoccupante. Tra fondi non più erogati dal Comune e dall’ex provincia e i 14 milioni di euro che, secondo la procura etnea, sarebbero stati sottratti alle attività didattiche dai 23 indagati dell’inchiesta The band. Per non chiudere i battenti, stando ai conti fatti dal direttore Carmelo Giudice, sarebbe stato necessario un contributo straordinario di tre milioni e 900mila euro. «Al Bellini sono stati intanto assicurati i fondi per alleviare la pesante situazione economica che ha costretto il personale a subire ritardi gravosi nell’erogazione degli stipendi e – aggiunge l’ex Iena – gli studenti e i genitori ad affrontare una difficile situazione di incertezza». 

Per la fase di avvio del processo è necessario che gli istituti interessati presentino una domanda corredata dalla documentazione richiesta: l’eventuale progetto di fusione, l’elenco del personale docente e non docente in servizio per l’inquadramento, i bilanci consuntivi approvati negli anni 2015, 2016 e 2017 con relazioni dei revisori dei conti, una dichiarazione di impegno da parte dell’ente locale di continuare ad assicurare l’uso gratuito degli spazi e degli immobili utilizzati e a farsi carico delle situazioni debitorie contratte. Tra i criteri per la valutazione delle domande ci sono la possibilità di attuare progetti di fusione o accorpamento e convenzioni con le università; la valorizzazione delle specificità culturali e tecniche dell’alta formazione artistica e musicale; la valutazione del rapporto tra docenti e studenti e la dotazione di strutture e infrastrutture adeguate; la programmazione dell’offerta formativa sulla base degli sbocchi professionali; la verifica periodica degli standard e dei requisiti prescritti. La fase di attuazione del processo di statizzazione, poi, viene valutata da una commissione formata da cinque componenti. «Il decreto di statizzazione – si legge nella relazione illustrativa – deve essere adottato dal Miur non oltre il 31 luglio del 2020, con decorrenza prevista prevista all’1 gennaio dell’anno successivo». 

L’istituto musicale più grande d’Europa, intanto, è passato da 104 a 82 cattedre: costretto a rifiutare domande di iscrizione di aspiranti studenti, senza un auditorium a norma e con un immobile – di proprietà del Comune – in pessime condizioni. Da tempo, ormai, sono rimasti a casa anche 18 lavoratori tra portinai e addetti alle pulizie. «Adesso aspettiamo un altro decreto che stabilirà le modalità con cui i dipendenti passeranno alle dipendenze statali. Continueremo a lavorare affinché il percorso di statizzazione si completi al più presto – dichiara Giarrusso – e il Bellini torni a funzionare nel pieno delle proprie grandi potenzialità, lasciandosi alle spalle gli scandali che hanno visto protagonisti alcuni dirigenti, e rilanciando la sua forza di istituto formativo di eccellenza che operi però in assoluta trasparenza», conclude Giarrusso.

«Adesso, fino alla completa statizzazione, per l’istituto Bellini ci sarà un difficile periodo di transizione che – afferma Giovanni Grasso – mi auguro verrà accompagnato sia dal ministero che dal Comune con un buon dialogo anche tra le istituzioni. Al momento, l’ente comunale – che a gennaio ha rinnovato il consorzio – è ancora debitore. Non posso che auspicare che assolva gli impegni assumendosi le proprie responsabilità anche perché – conclude il consigliere – siamo senza risorse e noi docenti non abbiamo ancora ricevuto il pagamento degli stipendi del mese di gennaio». 


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