Un pezzo di casa dell’ex senatrice a rischio demolizione Consiglio comunale dice «no» a sanatoria di un abuso

«Vorrà dire che aspetterò che il Comune di Catania venga a demolire, il terreno lo lasciamo abbandonato per farlo diventare sciara». La ex senatrice del Movimento 5 stelle Ornella Bertorotta ormai è rassegnata. Da anni tenta di sanare un abuso edilizio nella sua abitazione, nei pressi della circonvallazione, senza che ci sia verso di chiudere la trattativa con Palazzo degli elefanti. Perché, quando lei ha comprato la casa, quella terrazza costruita su una porzione di terreno comunale già c’era e lei, negli anni, ha tentato più volte di regolarizzare la sua posizione. Acquistando dal Comune quegli 80 metri quadrati per poco meno di 12mila euro.

L’ultimo atto si sarebbe dovuto concretizzare ieri: in Consiglio comunale è arrivata la delibera che avrebbe chiuso una storia che si trascina da addirittura trent’anni. Il documento avrebbe previsto il passaggio di quella porzione di terreno dal patrimonio indisponibile del Comune al patrimonio vendibile. Si potrebbe fare perché il bene è vincolato all’esistenza di una strada non più necessaria, vista che oggi esiste la circonvallazione. Soltanto che, nel corso della pigra seduta del senato cittadino, è avvenuto quello che nessuno si aspettava, lasciando basiti alcuni degli stessi eletti: i consiglieri non hanno approvato la proposta. «Mi sono confrontata con il mio avvocato, abbiamo deciso di fare un esposto all’Anac», annuncia risoluta la ex politica. 

Diciotto presenti, numero legale fissato a 15. Servivano dieci voti voti favorevoli. Ma la votazione si chiude con nove e altrettanti astenuti. Con un solo voto di distanza dalla maggioranza. A pesare, per quanto involontariamente, anche l’astensione degli unici due componenti del Movimento 5 stelle in aula: se i pentastellati Lidia Adorno e Giuseppe Fichera fossero usciti, i voti favorevoli sarebbero bastati per l’approvazione. Risparmiando al municipio l’ennesima questione burocratica da dirimere, rimasta invece irrisolta anche per via del comportamento schizofrenico della maggioranza: votano sì Sebastiano Anastasi, Alessandro Campisi e Giuseppe Castiglione (Grande Catania), Santi Bosco e Maria Rotella (Forza Italia), Salvo Giuffrida e Luca Sangiorgio (Salvo Pogliese sindaco), Carmelo Nicotra e Paola Parisi (In campo con Pogliese). Astenuti, oltre ai pentastellati, i malpancisti Agatino Giusti e Giovanni Petralia (Gruppo misto), Alessandro Messina e Nino Penna (Diventerà bellissima), Dario Grasso e Angelo Scuderi (Forza Italia), e Santo Russo (Fratelli d’Italia). Tutti gli altri – praticamente l’opposizione – assenti in blocco.

La storia, dicevamo, è vecchia. La prima istanza di sanatoria porta la data del 1986 e la prima proposta di acquisto di Bertorotta è datata 2011. Da allora, gli uffici di Palazzo degli elefanti hanno fatto tutte le verifiche del caso, stabilendo che la proprietà di quell’area è per il Comune «ininfluente, stante l’impossibilità di un suo uso autonomo». Del resto, con la costruzione di viale Marco Polo, la strada comunale Carrubbetto è sparita dai radar e da ogni possibilità di riutilizzo. Da cui la proposta: sdemanializzare l’area per venderla, con trattativa privata, alla ex senatrice. Tanto più che perfino per la direzione Urbanistica, ufficialmente, non ci sono motivi per non concedere la sanatoria più volte richiesta. Ma la lentezza della burocrazia la fa da padrona, tant’è che bisogna aspettare il 2015 prima che la questione arrivi al Consiglio della seconda circoscrizione (che esprime parere favorevole alla sdemanializzazione) e poi alla commissione consiliare sul Bilancio, passaggio propedeutico alla discussione in Consiglio. Dopo allora, però, tutto si arena di nuovo. Finché, a settembre 2018, gli uffici comunali presentano una stima del valore di quella porzione di terreno: circa 143 euro al metro quadrato, con uno sconto del 35 per cento sul prezzo di mercato viste la «destinazione urbanistica (verde pubblico), la modesta entità di superficie e la scarsa appetibilità commerciale».

Ma la compravendita, dice il voto contrario del Consiglio, non s’ha da fare. In base a quanto riferiscono i tecnici comunali, quello che accadrà è la normale procedura per gli abusi edilizi: una volta che la direzione competente riceverà la notifica della mancata approvazione della sdemanializzazione, la dovrà passare a Bertorotta e, successivamente, emettere l’ordinanza di demolizione dell’abuso edilizio. «Evidentemente il Comune ha voglia di mettere i bastoni tra le ruote a me che da tanti anni chiedo di sistemare una situazione pre-esistente all’acquisto dell’immobile da parte mia – commenta la diretta interessata – Sembra quasi un attacco politico della maggioranza, visto che io sono dei Cinquestelle». Parecchi pezzi della maggioranza, però, in aula c’erano e hanno votato sì. 

«Col gruppo consiliare pentastellato non ho parlato, perché loro prendono le loro decisioni autonomamente – continua – Hanno fatto le loro valutazioni e questo, è chiaro, va benissimo. Quello che va meno bene è che i cittadini catanesi paghino per un Consiglio al quale sono presenti la metà degli eletti». E se effettivamente dovesse arrivare l’ordine per la demolizione di quegli 80 metri quadrati su suolo pubblico? «Sarebbe assurdo se a Catania rimanessero in piedi gli abusi veri e si fosse così inflessibili su una cosa che gli stessi uffici municipali hanno valutato positivamente. Mi rivolgerò all’Anac».


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