Il debutto del nuovo circolo Lega Catania identitaria Vecchi volti di destra per il «pifferaio magico» Salvini

Mentre nel corridoio accanto ragazze in bikini verdi sfilano per i casting delle selezioni per Miss Italia, nella stanza Manhattan al piano interrato dell’hotel Plaza nasce il circolo Lega Catania identitaria. «Abbiamo un sogno». Potrebbe sembrare lo slogan delle giovani aspiranti miss e, invece, è il titolo dell’evento di presentazione di quella che viene definita dall’assessore all’Ecologia, Fabio Cantarella, «una palestra di militanza vera». A introdurre e tenere le fila delle due ore di interventi è Alessandro Palermo che, per rompere il ghiaccio, racconta subito di essere stato, «nel lontano 1991, uno degli autori dell’aggressione all’onorevole Umberto Bossi durante un comizio a Catania». Accanto a loro al tavolo dei relatori siede il coordinatore del circolo, Stefano Di Domenico che, dopo un passato da dirigente nella fiamma tricolore, è stato tra i fondatori del Cervantes, il centro sociale di destra. 

Una sessantina di persone in platea, per lo più fatta di uomini adulti (tra cui anche il sindaco di Motta Sant’Anastasia, Anastasio Carrà), in mezzo a cui siede anche qualche donna e pochissimi giovani. Identità, patriasicurezza sono le tre parole che ricorrono più spesso negli interventi di tutti. «Questo circolo nasce ufficialmente oggi – esordisce Palermo – ed è composto da gente che viene da mondi diversi: medici, componenti delle forze dell’ordine, imprenditori, banchieri. Quello che vogliamo fortemente è non essere contagiati per fare in modo che la Lega vada avanti seguendo la strada che ci ha indicato Matteo Salvini». 

Il ministro dell’Interno è una presenza che aleggia nella stanza, tutti fanno riferimento a lui. È un militante di vecchio corso nel territorio di Gravina, Giorgio Galletta, che ne parla come di «un leader carismatico che comunica direttamente con la pancia delle persone e dice ciò che la gente si vuole sentire dire. Qualcuno sostiene – aggiunge tra il serio e il faceto – abbia anche un bell’algoritmo per usare i social». A fare però quella che sembra una vera e propria apologia del ministro è Marcello Rodano, segretario generale provinciale del movimento dei poliziotti di Catania. «Salvini è il pifferaio magico che ha catturato il cuore della maggior parte dei poliziotti italiani – afferma – Si è calato nei nostri panni non solo indossando spesso le nostre divise ma anche partecipando ad alcune azioni da vero alfiere della legalità». 

A tenere banco sono i temi della famiglia tradizionale, del contrasto al business dell’immigrazione e della difesa dei confini. «Siamo assediati da un esercito straniero – dice Giuseppe Di Gregorio, avvocato che si occupa di diritto di famiglia – e i giornali sembrano non avere contatto con la realtà». «Il razzismo della Lega sono balle infinite – gli fa eco il medico Salvo Di Dio – Il punto è che ai musulmani che si fanno esplodere non ci si può permettere di lasciare che qualcuno risponda ricordando la guerra santa o alle migrazioni con il colonialismo». A tirare fuori il tema della salvaguardia della famiglia tradizionale è il consigliere comunale leghista di Acireale, Alessandro Coco, che sostiene di trovare «assurdo che si debba difendere il concetto che, per un bambino, avere una mamma e un papà, sia la normalità». Resta sul tema anche Luca Falsaperna che, invitato a intervenire sul ddl Pillon, inizia il suo discorso dicendo che «le donne poverine sono tutte ammazzate, non se ne può più».

La Lega di cui si parla durante le due ore abbondanti di presentazione del circolo è quella che sta al governo con il Movimento 5 stelle – definito a più riprese «manicata di scimuniti» – ed è il partito che «ha abbandonato la favola del secessionismo e che da anni auspicavo arrivasse in Sicilia – prende parola Mari Cortese, volto nuovo della politica, cui tutti fanno gli auguri perché oggi è anche il giorno del suo compleanno – Finalmente questo sogno si sta avverando». Lo sguardo, in alcuni degli interventi, si allunga per guardare alle elezioni europee con «l’auspicio che ci si possa stringere attorno al nome di un unico candidato locale». A concludere il momento di presentazione del circolo è il coordinatore Di Stefano: «La mia vita senza militanza sarebbe senza senso», dice dopo l’invito dell’assessore leghista Cantarella a non aspettare che in Sicilia arrivino le proposte di Salvini ma di «mettere in campo idee e progetti per migliorare la nostra Isola».


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