Sigonella, in arrivo gli aerei senza pilota L’esperto: «Conseguenze per i civili»

La base aeronavale di Sigonella, in provincia di Catania,  diventa il centro di comando e controllo operativo dell’Ags (Alliance Ground Surveillance), il nuovo sistema di sorveglianza terrestre alleato. In pratica significa che Sigonella sarà la base dei droni, gli aerei senza pilota ma carichi di bombe e missili che sorvoleranno lo spazio aereo e i mari della Sicilia. Ci saranno soprattutto i Global Hawk, i più grandi: con un’apertura alare di oltre 35 metri e una lunghezza di 13, in grado di volare ad una velocità di oltre 600 chilometri orari. Ma sembra che sull’isola arriveranno anche Predator e Reaper. Una tecnologia bellica non proprio sicura al 100 per cento. Ci sono stati casi, infatti, in cui gli aerei computerizzati hanno ricevuto l’input di fine missione e si sono schiantati al suolo o in mare. I loro voli, inoltre, pregiudicheranno l’apertura dell’aeroporto civile di Fontanarossa.

Sul sito dell’associazione antimafie Rita Atria, che per prima ha sollevato il problema dell’invasione dei droni in Sicilia, è possibile leggere che le notifiche ai piloti di aeromobili (Notam) – arrivate a Fontanarossa lo scorso quattro giugno e valide fino al primo di settembre – sospendono «l’uso della strumentazione standard al decollo dei voli civili a causa dell’attività dei voli militari senza pilota». Gli stessi volontari dell’associazione sono andati a cercare i riferimenti di legge per scoprire che quella dedicata è la numero 178 del 14 luglio 2004 in relazione all’utilizzo dello spazio aereo per droni del governo italiano.

Ma la domanda nasce spontanea, diceva un noto presentatore televisivo e pure l’associazione Rita Atria: queste missioni di aerei militari senza pilota italiani, legali perché consentite dalla legge approvata dal parlamento, sono o non sono nel rispetto della Costituzione? E, soprattutto, considerato che si tratta di una normativa italiana e non c’è un corrispettivo europeo che disciplini in via definitiva l’impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto nel sistema del traffico aereo generale, le missioni «oggetto nei Notams relativi all’aeroporto di Catania sono di aerei militari senza pilota italiani o americani a Sigonella?». Nessuna sembra preoccuparsi di rispondere.

Uno studio dettagliato su questa nuova tipologia di aerei, è stato invece fatto, nell’ottobre del 2011, dal maggiore dell’aeronautica Luigi Caravita per il Centro Militare di Studi Strategici (Cemis). Se da una parte afferma che «anche grazie all’impiego dei droni la rete terroristica di Al Qaeda continua ad essere indebolita», non dimentica di sottolineare come «lo sviluppo di tecnologie militari ha un impatto su quelle civili». Inoltre, «sistemi complessi completamente autonomi, in grado di portare a compimento una missione da soli senza l’uomo in-the-loop non ne esistono, o non vi è ancora prova certa della maturità tecnologica».

E proprio degli alti prezzi sociali ed economici da pagare parla Luca Cangemi del coordinamento nazionale della Federazione della Sinistra. «Il traffico aereo civile verrebbe gravemente ostacolato con effetti economici disastrosi. E’ stato questo il motivo per cui la base degli aerei senza pilota è stata rifiutata dalla Spagna», spiega. Accusando il governo di «politica di servilismo» e «svendita della sovranità nazionale» nei confronti degli Stati Uniti, promotori del progetto. Insomma, «un altro esempio di come si preferisca tagliare le spese sociali e non quelle di guerra», conclude.

Si tratta di una decisione militare, presa insieme con l’Enac – l’Ente nazionale dell’aviazione civile – per cui i comuni limitrofi all’aeroporto non hanno voce in capitolo. «Io non posso dire nulla, non siamo stati invitati al tavolo delle decisioni, le subiamo e basta» afferma l’assessore alla Gestione del territorio del Comune di Catania, Luigi Arcidiacono. E dall’assessore omologo di Motta Sant’Anastasia, Salvatore Drago arrivano parole simili: «Non ne so nulla, sono decisioni militari». Nulla di certo, dunque, sulla tecnologia impiegata da droni e sulle eventuali misure previste per salvaguardare la popolazione. Di sicuro, al momento, c’è solo che sorvoleranno i cieli siciliani.


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La base militare Usa in Sicilia diventa la sede dei droni, velivoli senza pilota umano. I comuni vicini di Motta Sant'Anastasia e Catania non ne sanno nulla, mentre di altissimi prezzi sociali ed economici da pagare parla Luca Cangemi della Federazione della sinistra. E se l'associazione antimafie Rita Atria si chiede se è un'operazione costituzionale, l'esperto dell'aeronautica sottolinea l'immaturità della tecnologia ad oggi disponibile

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