Midulla, una sera al circo per la nave Mediterranea «Nostra arte vicina a chi vuole salvare vite umane»

Quando la solidarietà chiama il circo risponde. Perché il circo non è solo colore, risate, divertimento. È anche riflessione, partecipazione, dibattito, condivisione. E quella di CircusSea, iniziativa proposta dal progetto per la promozione del circo sociale in Italia dell’associazione Giocolieri e dintorni AltroCirco, è un’esperienza che stanno condividendo tantissime realtà su tutto il territorio nazionale. E che arriva anche a Catania, al Midulla centro polifunzionale di San Cristoforo, dove sabato 9 marzo alle 19.30 si terrà il Gran cabaret per Mediterranea saving humans. In prima linea le associazioni catanesi Gammazita e Clatù, che in collaborazione con le realtà catanesi che promuovono attività di circo sociale Gapa (Giovani assolutamente per agire), Ursino Buskers, Midulla, SbadaClown e CircO StortO raccolgono l’invito lanciato da AltroCirco organizzando una serata di raccolta fondi per sostenere Mediterranea saving humans nel suo operato di monitoraggio e soccorso sulle rotte dei migranti. Un argomento, quello dei barconi carichi di migranti, che non potrebbe essere più attuale.

Dibattiti, cena di finanziamento (al costo di 5 euro) e il Grande cabaret di circo (sempre al costo di 5 euro) sono gli ingredienti principali che contribuiranno alla raccolta fondi per far proseguire la missione che vede come protagonista una nave volontaria che sta presidiando le acque del Mar Mediterraneo, principalmente in corrispondenza delle coste libiche, in collaborazione con le azioni di Proactiva open arms e Sea watch. «È una gran bella novità che il circo si schieri e scenda in campo come sa fare solo lui, con la sua energia dirompente, al fianco della moltitudine di chi non vuole più restare a guardare», commentano i volontari di Gammazita, che insieme a quelli di Clatù hanno subito sposato l’iniziativa.

«Quello con Gammazita è un sodalizio che si è creato tempo fa, visto che operiamo nello stesso quartiere, con gli stessi bimbi e animati dagli stessi principi», dice Andrea Arena dell’associazione Clatù. Ed era inevitabile, quindi, che anche in questo caso scendessero in campo una affianco all’altra. «Per noi è normale fare rete per essere propulsori del cambiamento», chiarisce Andrea che sottolinea come «AltroCirco rappresenta una rete di formazione e diffusione del circo non solo come disciplina artistica e forma di spettacolo, ma come strumento sociale, nel senso in cui l’insegnamento di una disciplina è utile per entrare in contatto con situazioni di svantaggio e agire in maniera innovativa ed esperienziale più che frontale».

E questo perché il circo è sociale di base, visto che uno spettacolo coinvolge tanto i circensi quanto il pubblico, con cui si crea un grande scambio, tanto da riuscire a usare la disciplina circense come un percorso per lo spettatore. Obiettivi condivisi anche dal Cabaret di circo, che capovolge le regole, cambia punto di vista e mischia ruoli ed emozioni, che parla tante lingue e racconta storie di vita vera. «Siamo molto fiduciosi per la serata catanese e siamo contenti perché siamo riusciti a coinvolgere la maggior parte degli artisti circensi del territorio – spiega Andrea – Ci saranno circa quindici numeri e per noi è un’occasione importante di dividere un palco, in una logica di solidarietà, con tutta la rete nazionale. Tra noi circensi e insieme al pubblico vogliamo dimostrare che una cosa all’apparenza futile, come uno spettacolo di circo, può avere in realtà un grosso valore sia nel veicolare un messaggio che nell’aiutare concretamente le realtà che investono tempo, energie e denaro per salvare vite umane». 


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