Rifiuti, finito l’«aggiornamento» del piano d’intervento Città divisa in quattro macro-aree. Vertice col prefetto

Catania divisa in quattro macro-aree, strade «riclassificate» per modificare i termini dello spazzamento, raccolta differenziata «diffusa» ma non ovunque «spinta» e personale richiesto più o meno uguale a quello definito dal piano d’intervento approvato nel 2016 dall’allora Consiglio comunale. Sono questi alcuni dei cambiamenti al documento che stabilisce come deve essere effettuata la raccolta della spazzatura nel Comune di Catania: un aggiornamento e non una modifica, come anticipato da MeridioNews in più di una circostanza. Una variazione di termini di sostanza: l’aggiornamento non deve passare dall’approvazione del senato cittadino ed è stabilito dagli uffici; la modifica, invece, dovrebbe essere votata in aula consiliare. Il cuore del documento, ci tengono a precisare i bene informati, è sempre uguale: gli obiettivi, i principi ispiratori, le tabelle su abitanti e utenze. Il resto, la pratica, «si aggiorna», appunto. Così il passaggio alla commissione consiliare Ecologia sarà fatto, ma avrà solo valore «conoscitivo». Forse il documento sarà inviato domani, se stamattina il prefetto lo valuterà appropriato. Perché oggi, alle 11, a Palazzo Minoriti è stato fissato un incontro proprio su questo tema. Un tavolo per fare sì che l’ufficio territoriale del governo riesca a seguire, passo dopo passo, tutti gli sviluppi di una faccenda di per sé complicata.

Sullo sfondo, in attesa di passare al meritato primo piano, resta la gara settennale. L’assessore ai Rifiuti Fabio Cantarella lo conferma ancora: «Dovremmo rispettare i tempi annunciati». Cioè la Srr, società che si occupa della regolamentazione del settore nell’area metropolitana di Catania, dovrebbe pubblicare il bando entro la fine del mese di marzo 2019. Tanto che la divisione della città in quattro aree prevista dal «nuovo» piano d’intervento sembra propedeutica alla suddivisione in quattro lotti dell’intera gara-mostro (varrà oltre 350 milioni di euro), anticipazione data dal sindaco Salvo Pogliese ospite di Cittàinsieme in via Siena, secondo lo «spacchettamento» richiesto dall’Anac.

Secondo alcune indiscrezioni, sembra che il piano d’intervento sarà modificato – o aggiornato, che dir si voglia – sotto il profilo dei servizi. Uno di quelli che aveva suscitato più clamore era relativo allo spazzamento stradale: in alcune strade, per quanto centrali, non era previsto che venisse effettuato quotidianamente. In futuro vie e piazze cittadine dovrebbero essere suddivise in cinque tipologie diverse, a seconda della priorità e della necessità: A, B, C, D e strade private. Nella tipologia A dovrebbe rientrare, per esempio, via Etnea, con l’uso di igienizzanti e solventi speciali. Profumati, dice qualcuno. Ed ecco tornare alla mente le «essenze alla zagara e al gelsomino» citate da Enzo Bianco nel suo programma elettorale, nell’ormai lontano 2013. Stavolta, però, niente annunci romantici: «È che i prodotti industriali vengono prodotti così».

Sul tema della raccolta differenziata, sembra confermato che il porta a porta «spinto» – cioè come organizzato attualmente nelle zone del centro cittadino protagoniste della sperimentazione – non ci sarà. Impossibile pensare a mastelli per ogni singola utenza nelle aree più densamente popolate, soprattutto di palazzoni con centinaia di appartamenti. A Librino, per esempio, potrebbero esserci cassonetti nuovi, diversi e diffusi diversamente da adesso. Ma anche su questo bisognerà attendere almeno qualche giorno: il tempo, cioè, che il piano d’intervento smetta di essere una bozza e diventi una versione definitiva. Probabilmente da presentare anche in conferenza stampa. In quell’occasione potrebbe chiarirsi anche un altro punto: il nodo lavoratori. Quanto personale sarà necessario con le nuove richieste? Sembra che il numero si aggirerà intorno a quello stabilito dal piano sui rifiuti del 2016: circa 650 unità. Poi diventate 709 nella gara ponte vinta da Dusty. Nel frattempo, però, nell’appalto catanese sono state fatte nuove assunzioni: oltre ai 105 del bacino prefettizio, sono entrati certamente anche gli ex dipendenti Sicilcar, che prima lavoravano nell’autoparco di Pantano d’Arci, adesso dismesso. E la questione occupazionale potrebbe tornare d’attualità.


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