Consiglio, sorteggiati i tre nuovi revisori dei conti «Legge assurda: dopo questo, ci daremo al Lotto»

«Oggi celebriamo il funerale della politica, per colpa di una legge assurda. Il ruolo dei consiglieri comunali è ridotto a questo: controllare un’estrazione. Poi cosa? Domani ci riuniamo per tirare fuori i numeri del Lotto?». La battuta migliore in senato cittadino la fa sempre lui: Sebastiano Anastasi, capogruppo di Grande Catania, dà voce con ironia al malcontento di buona parte dell’aula consiliare. La nuova legge regionale – fortemente voluta dal Movimento 5 stelle – prevede l’estrazione a sorte dei revisori dei conti dei Comuni. Così, per decidere la terna di professionisti che affiancheranno gli eletti e che verificheranno i bilanci di Palazzo degli elefanti, ci si affida ai bussolotti. Identici a quelli, fa notare qualcuno, all’interno dei famosi ovetti al cioccolato. La sorpresa sono i tre estratti a sorte: Angela Grasso, da Mascali; Alberto Marcello Tumbiolo (per titoli diventato anche il presidente), da Mazara del Vallo; e Sebastiano Manera, da Messina, o meglio: da Galati Mamertino.

E già la provenienza basta a fare immaginare costi lievitati per l’amministrazione di Catania. Perché nel capitolo di bilancio relativo erano previsti 65mila euro, nella delibera oggi approvata in Consiglio comunale ne erano indicati 83mila e, secondo le stime dei consiglieri di opposizione Salvo Di Salvo (Gruppo misto) e Daniele Bottino (Con Bianco per Catania), considerando che Palazzo degli elefanti dovrà pagare trasferte, vitto e alloggio ai tre scelti dalla sorte, potrebbero dovere essere oltre centomila. Sul tema delle cifre rassicurano tutti gli esperti della ragioneria: «Si farà un’integrazione, non sarà necessario contrarre debiti fuori bilancio», è la replica – poi messa per iscritto – alla consigliera del Movimento 5 stelle Valeria Diana. La cui battaglia per il sorteggio dei revisori dei conti è stata condotta nelle ultime settimane senza lasciare superstiti: le irregolarità nei documenti – nomi mancanti, errori nella citazione della normativa, nomi ripetuti più volte – hanno fatto saltare più di una seduta del Consiglio comunale e costretto l’ufficio della presidenza a riscrivere la delibera diverse volte.

Alla fine, però, è proprio Diana a estrarre il nome del presidente del collegio. Assieme a lei, attorno all’urna di legno scuro, ci sono Paola Parisi (capogruppo di In campo con Pogliese) e Santi Bosco (presidente della commissione Bilancio): la prima estrae la mascalese, lui tira fuori il nome di Manera dopo avere dato una generosa scrollata allo scrigno coi nomi. Certo è che la distanza complica le cose: riunire professionisti così geograficamente distanti può risultare poco compatibile con le esigenze di un’amministrazione che, tra l’altro, ha da affrontare gli adempimenti legati al dissesto economico-finanziario. Così, per tagliare la testa al toro, prende la parola Luca Sangiorgio, pogliesiano di ferro, con un’ordine del giorno che vuole mettere i puntini sulle i: impegna l’amministrazione a modificare il regolamento di contabilità (quello a cui devono attenersi i revisori contabili) entro 90 giorni da oggi, prevedendo per i tre professionisti la decadenza automatica in caso di tre assenze ingiustificate in occasione di appuntamenti in cui è richiesta la loro presenza e quando il Consiglio comunale deve ascoltare il loro parere.

Su questo, a cogliere la palla al balzo entra Bottino. L’oppositore doc d’accordo con la maggioranza fatta consigliere. «Benissimo la proposta del collega – dice – ma chiedo che venga modificata aggiungendo che le assenze devono essere giustificate non con una semplice email, ma con adeguata documentazione comprovante l’impossibilità a essere presenti». In altri termini, non basterà dire «Sto male», servirà il certificato medico. Manfredi Zammataro interviene e applaude: «Il collega mi ha anticipato. Se non inseriamo una precisazione di questo genere, rischiamo che quest’ordine del giorno sia vano». L’uomo di Diventerà bellissima sulla stessa lunghezza d’onda del capogruppo di Con Bianco per Catania sulla stessa lunghezza d’onda del capogruppo di Salvo Pogliese sindaco. Intese larghissime. Approvano tutti. E approvano tutti anche la riduzione del compenso di circa 2700 euro l’anno. «Per risparmiare qualcosina in questi tempi», precisa Bosco, presentando l’emendamento. Adesso, però, non è detto che la strada sia in discesa: se dei tre professionisti qualcuno non accettasse l’incarico, il sostituto o la sostituta dovrebbe passare tramite un nuovo sorteggio. Per la gioia di Anastasi.


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