Augusta, sopralluogo politico al Cantera Farmacista denuncia «boom di allergie»

Quindici giorni dopo l’incidente alla foce del torrente Cantera, ad Augusta, sul posto arrivano i politici. L’assessore regionale al Territorio e ambiente Alessandro Aricò si è trovato insieme al suo omologo comunale all’Ecologia Michele Accolla e al sindaco augustano Massimo Carrubba per un sopralluogo venerdì scorso dove una falla nell’oleodotto che collega la raffineria Isab allo stabilimento petrolchimico Sasol ha causato la fuoriuscita di 450mila litri di cherosene. Finiti dritti nel letto del torrente e nel terreno circostante, a poche decine di metri dalla colonia greca di Megara Iblea. Un incontro a metà tra un vertice istituzionale e un appuntamento informale, a poche ore dalla fine dei lavori di messa in sicurezza d’emergenza del corso d’acqua, con la completa aspirazione del carburante sversato. Un combustibile altamente tossico che, disperdendosi per giorni nell’ambiente, ha sprigionato forti esalazioni respirate dagli abitanti dei comuni limitrofi. Proprio in concomitanza con l’incidente ambientale, denuncia a CTzen una farmacista che preferisce restare anonima, ad Augusta si sarebbero registrati «numerosi casi di reazioni allergiche alla pelle, disturbi intestinali e bruciori alla gola di bambini e adulti». Ma a preoccupare di più il primo cittadino sembra piuttosto la presenza dei dirigenti di Futuro e libertà al sopralluogo e l’eventuale strumentalizzazione politica della vicenda.

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Tra i finiani presenti anche il vicecoordinatore nazionale di Fli: il siciliano Fabio Granata. Secondo l’onorevole, il groviglio di condutture «obsolete» che attraversa il petrolchimico siracusano, anche a ridosso delle aree archeologiche, «espone a rischio d’incidente tutta la zona industriale». Ma magistratura e istituzioni indagano ancora sulle cause dell’incidente. Condutture vetuste? Mancanza di manutenzione? La procura di Siracusa ha intanto sequestrato l’oleodotto incriminato, di proprietà dell’Isab. Da più parti viene indicata come urgente la ricognizione delle reti sotterranee che collegano gli stabilimenti per verificarne lo stato. «Per evitare che questi incidenti non si ripetano in futuro, i privati devono investire maggiormente sulla sicurezza degli impianti, affinché lo sviluppo industriale coincida con la tutela dell’ambiente», afferma l’assessore Aricò. Che rassicura: «Gli stabilimenti superano controlli molto più serrati di quelli che si effettuavano 50-60 anni fa. La mia presenza vuole testimoniare che la Regione è presente su questo territorio».

Nel frattempo, le ditte specializzate hanno concluso i lavori di asportazione del prodotto inquinante dal letto del torrente. Dopo, toccherà al ministero dell’Ambiente valutare le necessarie attività di bonifica, secondo il piano presentato dall’Isab. Il suolo è stato contaminato e la probabilità che il cherosene abbia inquinato la falda acquifera è molto alta, come confermato dall’assessore Aricò che si è limitato a riferire quanto appreso dal commissario regionale dell’Arpa, Salvo Cocina. La vicenda è intanto approdata all’Assemblea regionale siciliana e alla Camera dei deputati, con due distinte interrogazioni presentate – rispettivamente – dal deputato regionale Vincenzo Vinciullo, in quota Pdl, e da Fabio Granata. Nella serata di mercoledì, il consiglio comunale di Augusta ha bocciato – con otto voti contrari, sette favorevoli e due astensioni – la proposta d’istituire una commissione speciale per verificare la sicurezza degli impianti nell’area industriale. L’idea non era affatto piaciuta al sindaco che aveva indirizzato la sua maggioranza in aula al voto contrario.

Eppure in città emergono alcuni preoccupanti indizi delle possibili ricadute dell’incidente sulla salute dei cittadini. «Proprio nei giorni in cui si è verificato lo sversamento di idrocarburi, ho riscontrato in tantissime persone fortissime reazioni allergiche alla pelle, puntini rossi come se avessero il fuoco di Sant’Antonio», racconta a Ctzen la farmacista. L’aumento delle patologie descritte – «riscontrato anche da molti altri colleghi», sottolinea la dottoressa – potrebbe essere legato proprio ai miasmi rilasciati dal cherosene fuoriuscito dalla tubazione e inalati da tanti cittadini «della borgata e di Brucoli in particolare», dove si sono convogliati gran parte dei fumi. «Molti soggetti, sia bambini che adulti, hanno anche avuto problemi intestinali e bruciori alla gola – continua – Io stessa rientrando in città non riuscivo a respirare». Disturbi già molto diffusi in città, precisa, anche prima dell’incidente al Cantera. «Negli ultimi due anni ho ravvisato un grosso incremento dei fenomeni di sensibilizzazione alla pelle, con un vero e proprio boom delle allergie a livello esponenziale». Così come la crescente richiesta di farmaci e prodotti per la cura di questi sintomi. «Non è un caso e il problema è reale – conclude – Solo che nessuno ne parla».


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Rappresentanti della Regione e del Comune, insieme a dirigenti di Fli, si sono dati appuntamento alla foce del torrente in cui, quindici giorni fa, sono stati sversati 450mila litri di cherosene. Con lo scopo di rassicurare i cittadini. Ma intanto il consiglio comunale boccia l'istituzione di una commissione speciale. E una farmacista della città denuncia a CTzen un incremento allarmante delle allergie alla pelle nei giorni successivi all'incidente: «Il problema è reale, ma nessuno ne parla»

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