Zafferana Etnea, intervista alla candidata Carmela Scuderi «Se continuano infiltrazioni esterne l’Ottobrata non si farà»

Carmela Scuderi, detta Melita, è la candidata a sindaco che rappresenterà il Movimento cinque stelle per le elezioni amministrative del prossimo 28 aprile a Zafferana Etnea. L’attivista del locale meet up è laureata in Scienze politiche con un master in relazioni internazionali in particolare con l’America latina. La 48enne è una specialista in diritti umani e lavoro all’interno dell’organizzazione degli Stati americani. A correre per la poltrona di primo cittadino, oltre a lei, ci sono anche Rosaria CocoSalvatore RussoAngelo Di Mauro.

Le elezioni alla fine non sono state rimandate, ma a Zafferana le si sta vivendo in un clima di post-terremoto. Il sisma di magnitudo 4.8 della notte di Santo Stefano ha lasciato segni profondi nel territorio. Da primo cittadino, quali sarebbero le sue mosse in un’ottica di ricostruzione?
Nel mio programma elettorale la ricostruzione post-terremoto occupa un posto di rilievo. La prima cosa che ho pensato di fare, è stato trovare una figura professionale e tecnica che potesse occuparsi esclusivamente di questo. Abbiamo scelto come assessore designato l’ingegnere Filippo Carmelo Sorbello che ha precise competenze nel settore tanto che si è già occupato anche della fase della ricostruzione a Santa Venerina. L’idea principale è un ufficio tecnico decentrato a Fleri, una delle zone maggiormente colpite dal sisma, che permetta a tutti i cittadini di seguire l’iter delle pratiche senza doversi recare al palazzo comunale. Contemporaneamente abbiamo cercato di stimolare il governo nazionale, con cui abbiamo un filo diretto, perché fossero adottate le misure dell’abbattimento dell’Imu e della Tari per gli immobili dichiarati inagibili per tutti gli anni in cui rimarranno in queste condizioni. Nel decreto per la ricostruzione, che è stato presentato pochi giorni fa, la nostra richiesta è stata inserita nella normativa.

Zafferana è celebre per la popolare manifestazione enogastronomica dell’Ottobrata. Quali sono le sue idee per migliorarla? Nel 2017, sono state distrutte dalle fiamme tre auto riconducibili ad alcuni esponenti del comitato organizzatore. Si è parlato di matrice intimidatoria. Come si può escludere la possibilità di infiltrazioni della criminalità nella manifestazione?
La nostra fortuna è che ci presentiamo per la prima volta e non siamo mai stati presenti in amministrazione comunale. Siamo liberi cittadini con un libero pensiero e senza nessun bagaglio da portarci dietro. L’Ottobrata nel territorio è una manifestazione sicuramente molto sentita ma, abbiamo visto come si è evoluta negli ultimi anni. Siamo disponibili a non ripeterla più e interromperla se non si riesce a mandare via i soggetti esterni che provano a infiltrarsi. I cittadini di Zafferana che partecipavano al cento per cento, adesso, non lo fanno più e sono molti a partecipano da fuori. Nella zona food, in pratica, non ci sono più zafferanesi. La nostra condizione è: o ritornano i cittadini a fare quello che facevano fino a 15 anni fa con l’esposizione e la vendita dei prodotti tipici locali oppure l’Ottobrata non si fa più perché non ha senso che ci siano stand e bancarelle con calia e altre cose che si possono trovare ovunque e in qualsiasi evento. Così si perde il senso originario della manifestazione che era promuovere i prodotti locali come il miele, le castagne, le mele dell’Etna e il vino del territorio. 

Il miele è il prodotto più rappresentativo del territorio zafferanese eppure non è ancora un marchio Dop. Negli ultimi anni, sono emersi casi di etichette bluff nei supermercati – con barattoli che nella città pedemontana vengono solo confezionati ma contengono mieli di origine cinese, spagnola o ungherese. Cosa farebbe lei per garantire la tutela del marchio da parte di un consorzio?
In questo senso, insieme ai nostri deputati dell’Assemblea regionale che sono in commissione Turismo e Agricoltura, abbiamo già concordato delle azioni per promuovere il miele siciliano e, in particolare, quello di Zafferana. Nello specifico, stiamo già facendo il giro delle aziende apistiche del territorio per parlare con i produttori della promozione e delle strategie da mettere in campo per ottenere il riconoscimento del marchio Dop per questo prodotto unico. 

Nelle scorse settimane c’era stato qualche problema sul concepimento della lista a suo sostegno, soprattutto per una ventilata «carenza» di candidati. Come ne siete usciti? 
Non abbiamo mai avuto problemi nella formazione della lista. Il punto è che in molti non conoscono i meccanismi interni al Movimento cinque stelle. In pratica, fino al giorno in cui la lista non viene certificata a livello nazionale, ci è vietato renderla pubblica. Non abbiamo mai avuto mancanza di persone. Anche l’apertura della sede del meet up cittadino era già propedeutica alla presentazione della lista. Abbiamo la grande fortuna di avere costituito un gruppo un unico filo di pensiero e con competenze tutte diverse e tutte indispensabili per questo territorio. C’è un dipendente della forestale che conosce perfettamente le difficoltà del parco dell’Etna, un geologo che si è sempre occupato del territorio di Zafferana, un perito agrario che si occupa di viticultura ed è esperto di ingegneria paesaggistica e di turismo rurale e anche una giovane esperta in associazionismo e terzo settore e una che si occupa di disabilità mentale, specie infantile. 

I big catanesi  e siciliani del Movimento sono sembrati pronti a non far mancare il loro supporto. Ma a livello locale come e quanto siete radicati? 
Nel gruppo di persone che formano la lista abbiamo un’attivista storica del Movimento, che è Paola Lo Re, e anche l’assessore designato Fabrizio La Carrubba che da anni si impegna sul territorio. La gente li conosce molto bene. Io sono attivista dal 2011 e, pur essendo originaria di Viagrande, ho sempre avuto un forte rapporto con la città di Zafferana dove ho scelto di vivere e che sento come se fosse il mio paese natale.


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