Biancavilla, sull’impianto di biogas nessuno stop «Pericolosità non c’è, niente puzza né emissioni»

Le contrade di Piano Rinazze e Trigona, area periferica di Biancavilla a vocazione apertamente agricola, potrebbero ospitare a breve un impianto di trattamento e lavorazione di rifiuti organici per ottenere, attraverso un procedimento anaerobico, materiale utile per l’agricoltura. A illustrare i termini del progetto, rassicurando tutti sulla non pericolosità dell’impianto, alcuni rappresentanti della Ch4 Energy nel corso di un incontro pubblico tenuto a Biancavilla. In città l’opposizione alla costruzione dell’impianto era stata forte, sia da parte di alcuni comitati civici che dalla stessa amministrazione comunale. Era stato presentato un ricorso al tribunale amministrativo contro il decreto di compatibilità ambientale rilasciato a suo tempo. Resta, invece, in sospeso il progetto dell’altra società, la Greenex. Un altro impianto sarebbe previsto a poche centinaia di metri dall’altro, struttura che gli ambientalisti ritengono più aggressiva, soprattutto perché prevederebbe un processo di «multicombustione». 

Il sito di trattamento – sul quale la Ch4 Energy sta investendo 25 milioni di euro – verrebbe realizzato su un’area di quattro ettari. Secondo quanto illustrato dai rappresentanti dell’azienda, l’impianto conterrebbe solo i rifiuti organici, ossia vegetali e frazione umida della differenziata, per circa 58mila tonnellate all’anno, mentre per quanto riguarda sfalci, ramagli, paglia e segatura si arriverebbe a un massimo di 11mila tonnellate.

Due i prodotti della trasformazione: cinque milioni e mezzo di metri cubi di biometano all’anno – che dovrebbe servire per il metanodotto della Snam  e 19mila tonnellate di ammendante (fertilizzante che migliora caratteristiche del suolo) da destinare all’agricoltura. La Ch4 Energy avrebbe specificato che l’impianto interesserà una decina di comuni con 350/400mila abitanti e comporterebbe il passaggio di una quindicina di autocompattatori al giorno per 260 giorni all’anno. Il tutto a missioni zero: niente fumi, niente cattivi odori.

Il sindaco Antonio Bonanno, a suo tempo, aveva spiegato a MeridioNews che la contrarietà alla creazione dell’impianto non riguardava la bontà delle nuove tecnologie «bensì l’idea di averli previsti in un sito che ospita marchi dop delle nostre eccellenze agricole». All’incontro erano presenti anche i sindaci di Biancavilla, Adrano e Paternò, oltre che alcuni imprenditori di Piano Rinazze, associazioni di categoria e rappresentanti universitari .


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