Catania Scerra-bot, la lotta simulata della provincia Il gioco virale inventato da due studenti di Filosofia

«È l’anno 2029. I progetti della linea metropolitana che collega tutti i Comuni della provincia sono ancora in sospeso. Un sogno durato fin troppo. Le tasse per realizzare quest’utopia sono diventate troppo pesanti. Le parole dei politici vuote». Se non è uno scenario post-apocalittico, poco ci manca, con tanto di colonna sonora fantasy. A Catania, però, non è guerra ma è «scerra». E a immaginarla sono stati due coinquilini ventenni iscritti alla facoltà di Filosofia dell’università etnea. I quali, copiando in salsa locale il noto progetto di un programmatore di Bergamo, hanno ideato il Catania scerrabot. A sentirli raccontare la nascita della pagina Facebook che simula un conflitto tra i territori etnei, sembra l’inizio di un racconto. «Era una giornata di pioggia e stavamo andando da casa nostra, in via Plebiscito, verso il monastero dei Benedettini. La lezione del giorno era su Nietzsche».

Davide e Turi, rispettivamente di Leonforte e Paternò, seguivano da tempo le vicende dell’Italia Guerrabot (95mila like su Facebook), il robot programmato da un informatico di Bergamo che fingeva una lotta fratricida tra le varie province italiane. In maniera del tutto casuale. Nel bot italiano, alla fine è Verbano-Cussio-Ossola che conquista l’intera nazione. «Mentre andavamo in facoltà abbiamo pensato: perché non facciamo la stessa cosa con Catania? Soltanto che nessuno di noi due è un informatico, quindi abbiamo cominciato a ottenere risultati random usando un software già pronto. Finché un amico non ci ha aiutato a costruire un nostro bot, ancora incompleto», spiega Davide, aspirante ricercatore di Filosofia. 

«C’è un clima di risentimento tra i Comuni del Catanese – prosegue l’inizio della storia – C’è chi dice che stia per scoppiare una rivolta. Dove sarà la scintilla che darà il via alla guerra?». Il 27 marzo 2029, la scerra inizia: «San Giovanni La Punta ha conquistato Tremestieri Etneo. Il Comune di Tremestieri Etneo è stato completamente sconfitto, 57 Comuni rimanenti». «Non avere sviluppato il nostro software ci ha costretti a scoprire un sacco di cose: abbiamo appreso di Comuni di cui neanche conoscevamo l’esistenza – aggiunge Davide, ridendo – Poi abbiamo cominciato a segnalare la pagina che avevamo creato agli amministratori di diversi gruppi locali e così è nato il nostro seguito». Poco più di 600 fan, ma un elevato tasso di commenti e condivisioni.

Bronte conquista Castiglione di Sicilia, Licodia Eubea conquista Mazzarrone, Aci Catena vince su Aci Sant’Antonio e poi su Acireale, Calatabiano su Piedimonte Etneo, Giarre su Mascali, San Cono sconfigge Caltagirone, Maletto ha la meglio su Adrano e tutti i suoi possedimenti, San Pietro Clarenza sottrae Misterbianco al dominio di Camporotondo Etneo. L’11 aprile 2029, entra in scena anche la città di Catania, che viene annientata da Belpasso. I Comuni rimasti, dopo più di un mese di scerrabot, sono venti. «Ci siamo fermati perché abbiamo gli esami, siamo pur sempre studenti», conclude Davide. «L’idea originale – aggiunge Turi – era un po’ più corposa: avevamo pensato che ogni Comune dovesse avere i suoi eserciti: quello di Paternò, per esempio, doveva essere di rane». O meglio, di larunchi, per usare il termine dialettale.

«Sono un appassionato di giochi di ruolo – ammette il giovane paternese – Mi piace inventare storie e ambientazioni per Dungeons & dragons. È una cosa che mi piace moltissimo. Infatti, il mio sogno nel cassetto è di diventare un game designer per videogiochi». Un progetto difficile, ma non irrealizzabile. «Certo, insegnare non mi dispiacerebbe (motivo per il quale mi sono iscritto a Filosofia), ma questa passione mi resta». E nel frattempo? «Nel frattempo, le storie che mi vengono in mente le scrivo tutte su un taccuino e le racconto la sera, sul divano, a Davide». Guardando, appeso sul muro, il poster di Star wars.


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