Si è svolto nel pomeriggio un incontro tra quanti prendono le distanze dal partito di Berlusconi per guardare avanti. Presenti anche volti noti: Vinciullo, Papale, Limoli, Formica e Fatuzzo. Quest'ultimo non manca di richiamare il fascismo e riceve l'applauso
Pogliese e Catanoso chiamano a raccolta i dissidenti «Il giorno della liberazione? L’addio a Forza Italia»
Good bye, Berlusconi! Assistendo all’incontro indetto da Salvo Pogliese e Basilio Catanoso la mezza citazione cinematografica – il richiamo va all’opera di Wolfgang Becker Good bye, Lenin! – ci sta. Anche se con una differenza: mentre la protagonista del film, risvegliatasi dal coma, viene preservata dal turbamento che sarebbe scaturito dallo scoprire che non esisteva più il muro di Berlino, i presenti nella sala convegni dell‘hotel Villa del Bosco di Catania, questo pomeriggio, hanno dato tutti l’aria di voler voltare pagina. Salutando neanche tanto calorosamente il passato, per intraprendere un cammino verso un futuro dall’orizzonte preciso: la destra.
«Doveva essere un incontro tra pochi dirigenti e invece sono venute persone da più parti della Sicilia», commenta uno dei presenti. In effetti la sala in cui Pogliese e Catanoso – i due fuoriusciti da Forza Italia dopo il braccio di ferro perso con Gianfranco Miccichè nella definizione delle liste per le Europee – sembra adatta a ospitare una convention più che una tavola rotonda riservata. Sullo sfondo campeggia il logo di Muovititalia. «Un contenitore che avrà un futuro, ma soprattutto un gruppo di amici», sottolinea uno dalle retrovie.
Tra chi ha deciso di uscire allo scoperto non mancano i volti noti: il sindaco di Ramacca Pippo Limoli, l’ex deputato messinese Santi Formica, l’attuale onorevole Alfio Papale e poi ancora il direttore generale di Acoset ed parlamentare nazionale di An Fabio Fatuzzo, e l’ormai ex alfaniano Vincenzo Vinciullo. In sala anche Dario Moscato, il vicepresidente nazionale di Forza Italia Giovani che ufficialmente non si è ancora dimesso dal partito, il sindaco di Castelmola Orlando Russo e i consiglieri – rispettivamente di Riposto e Linguaglossa – Saro Calatabiano e Davide Spartà.
«Ci siamo sentiti con Salvo (Pogliese, ndr) e mi ha fatto piacere esserci – dice Vinciullo a MeridioNews -. Ho ascoltato con piacere». Chiusa ormai l’esperienza con il Nuovo centrodestra, Vinciullo non manca di fare un paragone. «In confronto a Forza Italia, quelli di Ncd erano dei signori. Lì il problema erano Castiglione (Giuseppe, ex sottosegretario) e Firrarello». A prendere la parola, nel frattempo, sono in molti. Gli interventi si muovono lungo un comune sentimento: scrollarsi di dosso Forza Italia. «Domani è il 25 aprile? Per me la liberazione è stata l’altro giorno», è la provocazione di Luca Sangiorgio, uomo di fiducia di Pogliese in Consiglio comunale a Catania. Il suo riferimento va alla sera in cui il sindaco ha ufficializzato l’abbandono del partito, preceduto di poche decine di minuti da Catanoso. Toni simili da parte di Santi Bosco, capogruppo di FI a Palazzo degli elefanti ancora per poco. «Non vedo l’ora di potere dire di esserlo di Muovitalia. In questi giorni – rivela alla platea – ho provato disagio a sentire il mio nome associato a Forza Italia».
Da parte di Fabio Fatuzzo l’attacco più deciso a ciò che è diventato il partito del Cavaliere. «Berlusconi ha voluto un partito di centro – dichiara -. Un partito capace di allearsi tanto con il Pd che con la Lega. In questi anni quasi tutti gli ex An sono stati epurati, forse eccetto Gasparri». Che la collocazione desiderata dai presenti per Muovitalia sia ben diversa lo dimostra un passaggio. Fatuzzo parla dei tempi andati, degli anni del Movimento sociale italiano, e poi ancora dietro. «Il fascismo è finito, purtroppo…», dice il direttore di Acoset. La frase si completa con l’anno – «nel 1945» – ma Fatuzzo deve fermarsi. Dalla sala, subito dopo il purtroppo, parte l’applauso.
Ad ascoltare le parole di chi si alterna al microfono ci sono loro: Pogliese e Catanoso. Uno segue con lo sguardo l’entusiasmo di chi non ha esitato alla chiamata a contarsi, l’altro prende appunti. Il sindaco etneo opta per il pragmatismo e riporta tutti al presente. «Vorrei cogliere l’occasione per ricordare che abbiamo due scadenze elettorali. La prima sono le elezioni universitarie, poi ci sono le amministrative in tanti centri della Sicilia. Abbiamo tanti candidati, quindi dove è possibile segnaliamolo a parenti e amici». Non a caso, nessun riferimento alle Europee.