Dopo le indiscrezioni comparse oggi sul quotidiano nazionale Il Messaggero, a confermare la notizia è l'Ente nazionale per l'aviazione civile: la compagnia di bandiera ha messo da parte i progetti di acquisizione della low cost etnea. Un'operazione in scadenza domani e forse non più conveniente dopo che l'Antitrust ha imposto ad Alitalia di cedere alcuni slot tra la Sicilia e Linate affinché l'operazione avesse via libera. Una decisione che ricade sul futuro di circa 600 lavoratori ma che sembra non essere irreversibile
Wind Jet, Alitalia rinuncia all’acquisizione Condizioni dell’Antitrust la possibile causa
«Abbiamo ricevuto da Alitalia un’informativa in cui ci comunicavano la cessazione dell’interesse per l’operazione». Così l’Ente nazionale per l’aviazione civile conferma la notizia riporta stamattina dal quotidiano nazionale Il Messaggero, che ha fatto nascere di nuovo ansie e paure tra i dipendenti della low cost etnea. Appena due settimane fa, il sì dell’autorità garante della concorrenza e del mercato all’acquisizione della compagnia da parte di Alitalia aveva fatto tirare un sospiro di sollievo ai 335 lavoratori assorbiti dalla newco creata appositamente per il passaggio. Che adesso sembra nuovamente a rischio. Niente è ancora certo, nemmeno dopo questa nuova mossa di Alitalia, il giorno prima del termine ultimo per la firma dell’accordo. «Siamo preoccupati e abbiamo già chiesto un incontro urgente con i vertici dell’azienda – commenta Carmelo De Caudo, segretario provinciale della Filt Cgil – Ma abbiamo anche saputo che sono in corso delle trattative e che Alitalia si pronuncerà definitivamente entro 48 ore». La comunicazione all’Enac potrebbe essere solo una strategia della compagnia di bandiera: mettere a rischio il futuro di 600 lavoratori per fare pressione su qualcuno dei soggetti coinvolti.
Era stato proprio il via libera dell’Enac a fissare la scadenza dell’accordo, prevista per domani. E tutto sembrava andare bene, almeno fino a quando l’Antitrust non ha dato il suo assenso all’acquisizione, fissando però alcune limitazioni. Che forse hanno fatto perdere agli occhi – e alle tasche – di Alitalia qualunque attrattiva dell’operazione. Per evitare che la compagnia di bandiera diventasse monopolista sulle tratte Catania-Milano, Palermo-Milano e Catania-Roma, l’autorità ha infatti stabilito che rilasciasse per le prossime quattro stagioni Iata (quella estiva da fine marzo a fine ottobre e quella invernale ottobre-marzo) alcuni slot (diritti di decollo e di atterraggio). Per la precisione, con l’acquisizione Alitalia sarebbe costretta a cedere due slot sulla rotta Catania-Milano Linate, altrettanti per la Catania-Roma Fiumicino e una coppia sulla Palermo-Milano Linate.
Condizione poco vantaggiosa, considerato che sarebbero stati proprio questi slot a rendere appetibile Wind Jet. «Prendiamo atto della decisione dell’Antitrust che è più pesante di quanto ci aspettassimo», ha commentato all’indomani un portavoce di Alitalia. Senza considerare che questi slot andrebbero in mano alla concorrenza. E forse proprio al maggiore competitor della compagnia: Meridiana Fly, che avrebbe già manifestato il suo interesse. Tutte ragioni che peserebbero sul bilancio già critico di Alitalia e che avrebbero potuto invitarla a ripensarci. O, quanto meno, a rimandare l’acquisizione.
«Non firmare l’accordo potrebbe essere anche una strategia – spiega De Caudo – per fare pressione sull’Antitrust affinché rimoduli la sua decisione». Possibilmente in un modo più vantaggioso per l’azienda. Oppure ancora, sempre secondo il sindacalista, la pressione potrebbe essere rivolta alla stessa Wind Jet, per trattare un nuovo accordo al ribasso. Forse proprio nel corso di queste 48 ore, alla fine delle quali la compagnia di bandiera potrebbe smentire se stessa. «Non oso pensare a cosa succederebbe se Alitalia non firmasse – commenta – Sarebbe un dramma sociale per Catania». E per gli 800 lavoratori coinvolti: 50o tra gli ex e attuali dipendenti diretti della WindJet e 300 impiegati nell’indotto. «Questi ultimi – conclude De Caudo – privi di qualunque tutela e ammortizzatore sociale».