Barriera, spunta un’altra variante urbanistica al prg Palazzine di cinque piani al posto del verde pubblico

Senza un piano regolatore generale aggiornato, si sa, le varianti hanno strada facile. Così è per il Comune di Catania: mentre il sindaco Salvo Pogliese promette che in un paio d’anni l’iter per il nuovo strumento urbanistico dovrebbe essere concluso, negli uffici comunali si chiude una conferenza dei servizi dopo l’altra. Parole d’ordine: partenariato pubblico-privato. Addirittura per ampliare una scuola. Il progetto è stato firmato – e valutato positivamente da Palazzo degli elefanti – da un ex dirigente dell’amministrazione, finito coinvolto in un’inchiesta sul bilancio del 2006 assieme all’ex sindaco Umberto Scapagnini. Peraltro per via del suo ruolo proprio all’Urbanistica: responsabile del servizio Condono edilizio. Sono questi gli ingredienti alla base della proposta che, a settembre 2017, è arrivata sui tavoli del municipio. L’idea è di cambiare il futuro di un’area di settemila metri quadrati che, secondo il prg del 1969, avrebbe dovuto essere destinata a verde pubblico. E che, invece, gli aspiranti proprietari vorrebbero adibire – tra le altre cose – a edilizia residenziale con spazi commerciali.

Ci troviamo nel quartiere di Barriera, tra le vie Quartararo e Paratore. Qui insistono i 7915 metri quadrati di proprietà di Orazio Francica Nava. Una zona che, secondo il piano regolatore che ormai ha compiuto il mezzo secolo, doveva essere destinata a verde pubblico. E, dunque, espropriata. Cosa che però non è mai avvenuta. Tanto che nel 2013 viene firmato un preliminare di vendita, registrato poi all’Agenzia delle entrate ad agosto 2017. Poco più di un mese dopo, i futuri proprietari inviano al Comune di Catania la richiesta di parere di prefattibilità tecnica ed economica del progetto preliminare. È per questo che, tra il 2017 e il 2018, viene convocata una conferenza dei servizi per valutare l’opportunità dell’intervento. Nel frattempo a Catania cambiano molte cose, tra le quali anche l’amministrazione comunale. Si passa quindi dall’idea di Enzo Bianco di non fare un piano regolatore generale cittadino (in favore di uno metropolitano) alla volontà di Salvo Pogliese di accelerare sul documento comunale. Il cui primo passaggio si è concretizzato con l’approvazione delle linee guida generali. Le quali parlano chiaramente di una necessaria riduzione delle varianti.

Ciononostante, la conferenza dei servizi dà il suo parere positivo al progetto, la cui realizzazione dovrebbe passare proprio per una modifica al prg. L’iniziativa privata viene definita «una valida soluzione per risolvere un problema di sicurezza pubblica grave e urgente». Nello specifico, via Quartararo è una strada senza sbocco, su cui insiste l’istituto comprensivo Italo Calvino. A margine della strada si trovano i terreni per i quali viene richiesta la variante e che, dice la relazione tecnica, si trovano «in stato di abbandono, con elevato rischio di inquinamento ambientale, e che annualmente vengono decespugliati a carico della proprietà». Se finora – si legge negli atti – non è successo niente di grave né è stata mai compromessa l’incolumità dei bambini che vanno a scuola lì vicino è stato solo un caso fortuito. L’idea dei futuri proprietari è quindi di procedere con una «rigenerazione urbana»: realizzare la prosecuzione di via Quartararo fino a congiungerla con via Paratore, aggiungendo 24 posti auto; cedere un’area di 600 metri quadrati al Comune affinché realizzi un’aula magna per la scuola e tre nuove classi; prevedere una zona verde di 505 metri quadrati; e, infine, sul resto del terreno, costruire.

In due lotti distinti sono previste due palazzine da cinque piani ciascuna: nel primo lotto, al pianterreno ci saranno «locali di svago, club e associazioni», mentre al pianterreno del secondo i locali sarebbero a «uso commerciale». Il tutto con un parcheggio interrato per i residenti. «L’amministrazione comunale – precisa la relazione – avrà il vantaggio del futuro utilizzo delle aree cedute gratuitamente al Comune di Catania». Lo smaltimento dei reflui delle nuove abitazioni «avverrà mediante impianto di depurazione», giacché l’allacciamento fognario non c’è (nonostante un finanziamento del Cipe). 

A firmare il progetto, come detto, è una vecchia conoscenza degli uffici Urbanistica di Palazzo degli elefanti. Si tratta dell’ingegnere Santo Angelo Cimellaro, ex responsabile del servizio Condono edilizio ormai in pensione. Nei confronti della sua presenza alla conferenza dei servizi è lo stesso attuale direttore dell’Urbanistica Biagio Bisignani ad avanzare delle perplessità: «L’ingegnere Bisignani – è scritto nei verbali pubblicati sul sito del Comune di Catania – pone subito il problema della compatibilità professionale del progettista Cimellaro Santo, stante che lo stesso risulta essere ex dipendente dell’amministrazione comunale e collocato in pensione per fine rapporto». Il tema è quello dell’inquadramento professionale, trattandosi di un pensionato che in quel momento starebbe esercitando la libera professione. Di Cimellaro le cronache si sono già occupate: non tanto per una sua vecchia candidatura (datata 2012) al Consiglio comunale di Tremestieri Etneo con il Movimento per l’autonomia, quanto per il suo coinvolgimento in una delle inchieste della procura di Catania sugli anni in cui al vertice del Comune c’era Umberto Scapagnini

novembre 2012, infatti, i magistrati di piazza Verga hanno chiuso le indagini su uno dei filoni. Sotto la lente d’ingrandimento dei pm finisce anche il bilancio preventivo 2006 che, secondo l’accusa, sarebbe stato gonfiato nella parte riguardante le entrate dai condoni edilizi (di cui si occupava, appunto, Cimellaro). I tecnici avrebbero sostenuto che le casse dell’ente comunale avrebbero percepito circa otto milioni di euro, quando in realtà ne sono stati incassati poco meno di un milione e 800mila. Su quell’inchiesta un primo sipario è calato nel gennaio 2015, quando il giudice per l’udienza preliminare Giacomo Barbagallo ha dichiarato prescritta la posizione di Cimellaro.


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