I lanci di materiale vulcanico nella zona sommitale crescono di livello e, da stamane, si registrano anche corpose emissioni di cenere. Difficile fare previsioni sugli sviluppi, ma lo scenario attuale sembra diverso dalla potente eruzione di fine 2018
Etna, l’attività eruttiva in alta quota si intensifica Bombe dalla Bocca nuova, sbuffi da nuovo Sud-est
L’intensità dei fenomeni era in crescendo da giorni, ma adesso si è resa ancora più visibile. L’Etna negli ultimi mesi ha ricaricato le batterie, come dicono semplificando gli esperti, e adesso l’attività eruttiva torna a manifestarsi più ad ampio spettro. Si è lontani dall’energia di fine 2018 – quando all’eruzione in Valle del Bove seguì il forte terremoto di Santo Stefano, direttamente collegato alla risalita del magma all’interno del vulcano – ma sui possibili sviluppi è difficile fare previsioni.
I fenomeni restano confinati nell’area sommitale. All’interno della Bocca nuova, uno dei crateri a quota 3000, si registra da settimane attività stromboliana. Nelle ultime ore l’emissione di materiale eruttivo e bombe vulcaniche si è intensificata: i lanci superano adesso l’orlo craterico e si depositano intorno al cratere. Da stamane, inoltre, è tornato a farsi sentire il nuovo cratere di sud-est attraverso corposi sbuffi di cenere vulcanica, ben visibili a grande distanza anche grazie alle condizioni meteo.
Nelle ultime settimane alcuni dei terremoti che costantemente agitano l’Etna erano stati avvertiti dalla popolazione. Tra il 27 e il 29 aprile due mini-sciami sismici avevano interessato il versante ovest della montagna, in territorio di Bronte, e la faglia Pernicana, sul versante nord-est, tra Piedimonte Etneo e Linguaglossa. Dal punto di vista scientifico, come specificano dall’Istituto nazionale di geofisicca e vulcanologica di Catania, non è confermata la correlazione tra le scosse e la ripresa dell’attività del vulcano.