Il poliziotto napoletano arriva da Cagliari. «Trovo un fenomeno criminale complesso ma metterò impegno», spiega. Ad accoglierlo il questore Alberto Francini che torna sul caos movida: «Non bisogna andare a Barcellona per capire come governarla»
Ecco Basile, il nuovo capo della Squadra mobile «C’è particolare attenzione per i colletti bianchi»
Arrivato ieri, in serata, e già pronto alla nuova sfida. Protagonista Marco Basile, atterrato da Cagliari per dirigere la Squadra mobile di Catania. Ad accoglierlo ci hanno pensato il questore Alberto Francini e il procuratore capo Carmelo Zuccaro. Con cui ha già avuto un primo colloquio. «Mi è stata segnalata una particolare attenzione per i reati contro la pubblica amministrazione», spiega il poliziotto, nato a Napoli nel 1967. La lente d’ingrandimento però non si poserà soltanto sul mondo dei colletti bianchi. «Qui trovo una materia molto vasta con fenomeni criminali più complessi rispetto a Cagliari. Ma noi ci occuperemo di tutto», continua davanti ai giornalisti, radunati per conoscere il nuovo volto del successore di Antonio Salvago, trasferito – a quanto pare con diverse settimane d’anticipo – al prestigioso ruolo di capo della Squadra mobile di Napoli.
«Sono consapevole delle difficoltà di questo incarico – continua Basile – Darò certamente il massimo, cercando di ascoltare le esigenze della città». La rotazione dei dirigenti, a livello di forze di polizia, prosegue quindi sull’asse Catania-Napoli. Perché partenopeo è anche il questore Francini. «Però non chiamatelo gemellaggio – dice Francini rimandando al mondo dello sport – noi ufficialmente quello lo abbiamo soltanto con il Genoa. Con il Catania, invece, c’è un rapporto di lunga amicizia». Basile non ha avuto ancora tempo per visitare la città ma, come d’altronde è inevitabile, «sono tante le affinità con Napoli. Avrò modo di scoprirla bene».
Il nuovo numero uno della Mobile ha iniziato la sua carriera nella polizia ferroviaria di Torino, nel 1996. Sempre nel capoluogo piemontese occupa i ruoli di responsabile sezioni volanti e, successivamente, quello di capo della sezione reati contro la persona della Squadra mobile. Nel 2008 il trasferimento a Roma, al servizio operativo centrale, e il ritorno a casa come vice dirigente della Squadra mobile di Napoli. Stesso ufficio che ha diretto a Cagliari dal maggio 2017. Adesso la sfida ai piedi dell’Etna.
Durante la conferenza stampa c’è stato spazio anche per «la pagella del primo quadrimestre del 2019», come l’ha ribattezzata il questore. Ossia un piccolo elenco di numeri utili per capire l’andamento dei delitti a Catania e provincia. Dai dati di polizia e carabinieri sono diverse le chiavi di lettura illustrate ai microfoni. A partire proprio dal capoluogo etneo, recentemente tornato al centro delle cronache dopo l’accoltellamento di un turista polacco in piazza Vincenzo Bellini e le violenze subite da una 19enne americana nella zona di piazza Europa. «Stiamo chiedendo un rinforzo di militari e speriamo che il ministero ci ascolti», precisa Francini. Nelle sue parole c’è anche una sorta di tirata d’orecchie. «Sicuramente bisogna fare di più ma il compito non può essere demandato soltanto alle autorità di pubblica sicurezza – spiega – Non bisogna andare a Parigi o Barcellona per capire come governare la movida».