Morìa di pesci a Ponte Barca, scatta la denuncia «Nuotavano nel fango, colpa dello svuotamento»

«La fauna ittica che vive nell’invaso di Ponte Barca è in grande sofferenza a causa del suo svuotamento». A lanciare l’allarme il presidente della Fipsas di Catania (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) Salvatore Signorello. Gli attivisti si sono accorti dell’accaduto mercoledì e prontamente hanno segnalato il tutto alla Città metropolitana di Catania – cui compete la riserva naturale paternese – rivolgendosi alla polizia provinciale. «Sono state abbassate le paratie – ha proseguito Signorello – e dunque l’invaso è stato per ore senza acqua, francamente non abbiamo capito il perché. Abbiamo monitorato l’afflusso dell’acqua e ci siamo accorti che scendeva solo fango, dove sono state costrette a nuotare le tante specie del posto come anguille, carpe, tigne e carassi».

Secondo Signorello, chi ha disposto l’abbassamento delle paratie avrebbe dovuto comunicarlo all’ex Provincia, alla protezione civile o alla polizia provinciale. «Se lo avessimo saputo saremmo intervenuti in soccorso della fauna ittica – ha proseguito il presidente Fipsas – mentre adesso non ci resta che presentare un esposto come guardie ittiche e rivolgerci alla Procura di Catania per la morìa di fauna ittica che si è verificata a Ponte Barca. Ci sono anche migliaia di uova di carpe che ormai saranno distrutte perché sono state senz’acqua». L’acqua sarebbe comunque ritornata nell’invaso già nella tarda serata di mercoledì. L’abbassamento della paratie avrebbe interessato circa due chilometri del fiume Simeto provocando, a detta di Signorello, «la morte di una quantità di pesci che da una stima visiva andrebbe da un minimo di 50 a circa 500 unità. Molti riuscivano a pescare i pesci che nuotavano nel fango direttamente con le mani».

L’invaso di Ponte Barca, ricadente nel territorio di Paternò è gestito dal dipartimento regionale Acque e Rifiuti. «La manovra rientra nella manutenzione ordinaria che per legge siamo obbligati a compiere periodicamente – ha detto Francesco Greco, dirigente del dipartimento – ed è la prima volta che ci viene segnalato un fatto del genere, non abbiamo alcun precedente». Greco dichiara di voler accertare realmente cosa sia avvenuto: «La morìa della fauna ittica potrebbe anche essere collegata a un numero eccessivo numero di pesci rispetto a quanti l’habitat ne possa realmente contenere».


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