Catania-Trapani 2-2, Lodi come Maradona e Mascara La spettacolare rete da metà campo tiene vivi gli etnei

Giuseppe Mascara e Francesco Lodi, per ironia della sorte, hanno condiviso assieme lo spogliatoio del Catania solo per pochi giorni, nel gennaio 2011. Il primo si preparava a lasciare i suoi tanto amati colori rossazzurri per spiccare il grande salto nel Napoli di Walter Mazzarri; il secondo, invece, era appena approdato in Serie A dal Frosinone. È stato una sorta di passaggio di consegne, quello tra i due fantasisti: ruoli e piedi diversi, ma stessa straordinaria sensibilità nel trattare il pallone, immaginando e dipingendo traiettorie capaci di mandare in estasi, sorprendere e incantare chiunque li guardasse.

Ammirando la punizione con cui
Lodi ha trafitto da distanza siderale il portiere del Trapani Dini, accorciando così le distanze in una semifinale d’andata dei playoff poi conclusa sul 2-2, il primo parallelismo che viene in mente è proprio quello con i super gol di Peppe Mascara. Impossibile dimenticare la rete del numero 7 catanese nello 0-4 di Palermo del 1 marzo 2009: una conclusione al volo di destro dal cerchio di centrocampo a sorprendere Amelia fuori dai pali. «Mascara meglio di Maradona e Beckham», ebbe a dire l’estasiato telecronista di quella partita. Due settimane dopo quello che i tifosi avevano soprannominato Peppe Playstation e Mascarinho aveva replicato la prodezza a Udine, in un match terminato 1-1: la distanza era più ravvicinata, ma la stoccata di controbalzo con cui aveva sorpreso il portiere bianconero da circa 35 metri era comunque da applausi.

Ieri sera Lodi è stato illuminato dallo
stesso impulso di genialità che scorreva nelle vene di Mascara nei momenti in cui ha concepito le due reti raccontate sopra. Il Catania era sotto 2-0, con uno stadio ammutolito e l’impressione che, ormai, tutto fosse concluso. Il cambio in casa Trapani tra Nzola ed Evacuo aveva portato a un attimo di distrazione, con i granata disattenti su un calcio di punizione prima del cerchio di metà campo che pareva innocuo. Il centrocampista etneo ha visto il portiere lontano dai pali e ha deciso di disegnare da 50 metri una traiettoria perfetta e imprendibile, per un Dini che non ha fatto in tempo a rimettersi in posizione. È il gol che ha cambiato volto all’incontro, accendendo i tifosi e mandando all’arrembaggio un Catania capace anche di segnare il 2-2 nel finale. Sempre con Lodi, freddo nel battere il rigore più importante del campionato.

La stagione del vice capitano etneo, finora, era stata accompagnata da
luci e ombre: 11 reti nella regular season, ma anche prestazioni sotto tono legate a una mobilità che in campo, con l’avanzare della carta d’identità (classe 1984), va sempre a diminuire. Il suo sinistro però rimane ancora un’arma formidabile: leggenda vuole che sia diventato un mago delle punizioni grazie anche ai dvd di Maradona, suo idolo a Napoli. Restano indimenticabili le sue prime perle su calcio da fermo in rossazzurro, decisive per rimontare il Lecce nel febbraio 2011 e per dare alla truppa di Diego Simeone una vittoria fondamentale in ottica salvezza. Il gol di ieri, però, ha anche un parallelismo con l’istinto e la sregolatezza di calciatori come Miccoli e Quagliarella: altri due fantasisti avvezzi a conclusioni spettacolari da distanze siderali. La speranza è che, per il Catania, questa rete che ha fatto il giro del web diventi anche simbolo di riscossa e momento di svolta.


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