La commedia dell’arte nel cortile senza nome «Scoperto passeggiando per San Cristoforo»

Una nuova location, un nuovo mito da raccontare, la stessa commedia dell’arte che da sei anni porta gratuitamente al quartiere di San Cristoforo tutta la città. Adulti e bambini, giovani e anziani che non resistono al richiamo, all’entusiasmo e alla passione di Marzia Ciulla, regista nissena, e del suo gruppo di giovani attori del laboratorio teatrale che quest’anno è stato ribattezzato Giù al Sud, organizzato dalla compagnia Malerba e promosso dall’associazione culturale Gammazita. Lo spettacolo di commedia dell’arte 2019 andrà in scena venerdì 14 giugno alle 21 e in doppia replica il 15 giugno alle 20 e alle 22 in un nuovo cortile senza nome, nascosto e ricco di fascino, che ha subito preso il nome di Cortile delle maravigghie per le suggestioni che suscita e per la vicinanza a piazza Maravigna.

«L’abbiamo scoperto per caso, passeggiando per il quartiere – racconta Marzia Ciulla a MeridioNews – Non essendo catanese per me è sempre una nuova scoperta, ma quest’anno lo è stata ancora di più. Ci piace tanto il fatto di essere itineranti, ma essendo giunti al sesto anno e quindi al sesto spettacolo, volevamo restare in qualche modo vicino casa, Gammazita, e il posto che ci ha visto debuttare come compagnia teatrale, piazza dei Libri». Da quella prima volta sono tanti gli scorci e i vicoli del centro storico di Catania invasi dalla commedia dell’arte: il cortile Pace, il cortile Fuochisti proprio alle spalle di piazza Maravigna, la corte interna e il fossato del Castello Ursino. Fino all’ultimo arrivato, un cortile piccolino, molto più di quello a cui il gruppo di giovani attori è abituato, che fa entrare il pubblico in un’altra dimensione.

«In otto anni che vivo in questo quartiere non l’avevo mai notato – continua Ciulla – non ci passi per caso perché non ha sbocchi. Forse anche per questo motivo non era in condizioni pessime, lo arricchiremo e abbelliremo per quel che sarà utile alla messa in scena, ma niente di più». E a proposito di messa in scena, quest’anno i giovani attori di Malerba – la compagnia nata dai corsi di commedia dell’arte di Marzia, dal sostegno dell’associazione culturale Gammazita e del collettivo Ursino buskers – presenteranno la leggenda di Aci e Galatea, la storia d’amore nata tra terra e mare che vede protagonisti due giovani amanti contrastati dalla gelosia del ciclope Polifemo.

«Quest’anno ci siamo concentrati sulle maschere tipiche del sud, in particolar modo su Peppe Nappa, che sarà protagonista e vestirà i panni di Aci – chiarisce Marzia Ciulla, che aggiunge – Come ogni anno abbiamo scelto una leggenda e quest’anno durante il laboratorio è nata l’esigenza, visto il momento storico in cui stiamo vivendo, di invitare a una riflessione sulla terra e il mare, sull’accoglienza, sul rispetto e sulla condivisione». Ecco perché nella storia troviamo anche Ulisse, immaginato un po’ come un dio in pensione che dopo aver combattuto la guerra di Troia e avere affrontato varie difficoltà e naufragi decide di tornare a supervisionare il mare. E quando Galatea scatena la tempesta si ritrova naufrago in Sicilia, dopo aver salvato però Pulcinella, immigrato che stava facendo rotta verso porti migliori.

«Le vicende le rivisitiamo, ci mettiamo dentro personaggi anacronistici, non sono le storie come ce le hanno raccontate ma diventano la scusa per approfondire determinati argomenti. Ci basiamo su canovacci da cui i ragazzi prendono spunto per poi mettersi in gioco a livello drammaturgico, attraverso l’improvvisazione». Lo spettacolo di quest’anno si intreccia quindi ancora una volta con le radici più profonde della nostra Sicilia, tra terra e mare, amore e gelosia, risate e commozione in un calderone culturale che tocca temi attuali come l’immigrazione, il rispetto e la bellezza della diversità.

Ed è proprio quest’ultimo concetto che fa da fil rouge all’esperienza di Malerba, che apre le braccia a nuove collaborazioni come quella con la sartoria sociale, progetto che offre lavoro e competenze alle persone del quartiere e che si occupa di realizzare i costumi di scena per gli allievi del laboratorio (Salvatore Conticello, Simona Adele Buscemi, Alessandro Adamo, Claudia Sangari, Giuseppe Follacchio, Estelle Gras, Niall Dowling, Valentina Anastasi e Marco Cannavò) che a fine spettacolo abbasseranno i loro cappelli chiedendo ai gentili spettatori un contributo volontario, come vuole la tradizione buskers. 


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