Misterbianco, il sindaco all’attacco su rifiuti e scioglimento «Progetto discarica modificato: impossibile rinnovo dell’Aia»

«Ci sono tutte le condizioni perché la discarica di Valanghe d’Inverno venga definitivamente chiusa». Il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo conclude così la conferenza stampa convocata per spiegare i risvolti del ricorso vinto al Consiglio di giustizia amministrativa contro la ditta Oikos che aveva chiesto al Tar 10 milioni di euro per un anno. Adesso, la sentenza del Cga ha ribaltato la situazione. «Abbiamo vinto una battaglia strategica – precisa il primo cittadino – perché loro chiedevano un indennizzo giornaliero di 30mila euro per il periodo in cui l’impianto era chiuso. Il punto, però, è che la discarica non è stata chiusa nemmeno un giorno: semplicemente, anziché l’umido abbancava il secco. In questo senso si potrebbe anche parlare di truffa». 

Seduto accanto all’assessora Angela Vecchio, sua fedelissima e oggi nel ruolo di suggeritrice, Di Guardo fa un excursus di tutto l’iter burocratico sventolando documenti, relazioni e «mie memorie». La discarica fino al 2016 ha accolto i rifiuti di circa 90 Comuni della Sicilia, operando con autorizzazioni e ordinanze urgenti adottate dalla Regione Siciliana. Fino a quella del 2016 con cui il presidente della Regione Rosario Crocetta dispone che, in attesa che la Oikos «adegui la propria discarica realizzando un impianto di tritovagliatura e di inertizzazione della frazione organica», i rifiuti vengano portati nell’impianto di smaltimento della Sicula Trasporti. In cambio, quest’ultima si sarebbe impegnata a fornire alla Oikos la stessa quantità di frazione secca.

Nel 2017 il Tar rigetta l’opposizione del Comune e della Regione condannandole anche alle spese. «Loro avevano cantato vittoria ma noi – racconta il sindaco – abbiamo fatto appello al Cga illustrando tutte le motivazioni per cui era inammissibile che ci avessero sottratto il diritto a difendere la nostra comunità». Con la sentenza di adesso, è Oikos a dovere pagare per il Comune di Misterbianco le spese di 6mila euro. «Abbiamo vinto la nostra battaglia, ma non basta – continua Di Guardo – Da anni pende la richiesta alla Regione di Oikos per il rinnovo dell’Aia». 

Dopo diverse conferenze dei servizi che non hanno portato ancora a una conclusione, «abbiamo fatto una diffida contro l’amministrazione regionale perché, nel frattempo, nella discarica illegittima si continua a lavorare e la Regione non può rimanere inerte facendo finta di nulla». Anche di questo aspetto si occuperà la giustizia amministrativa. L’udienza al Tar è fissata per il prossimo 18 luglio. «Intanto oggi abbiamo mandato una lettera di sollecito alla Regione». Di Guardo riferisce, inoltre, che durante l’ultima conferenza dei servizi «l’ufficio tecnico del Comune di Motta Sant’Anastasia ha illustrato che il progetto presentato da Oikos non è uguale a quello originario, ma è stata aggiunta una particella in più, dunque non si può richiedere il rinnovo dell’Aia del 2009 ma bisogna partire da una nuova autorizzazione che però non potrebbe più essere concessa, stando alle nuove leggi sulla distanza minima (tre chilometri) dai centri abitati». 

Nel bel mezzo del discorso, il primo cittadino cambia bruscamente argomento. «Io ritengo che il Comune di Misterbianco non possa essere sciolto per mafia perché non ci sono gli elementi». Dopo l’operazione Revolution bet 2 dello scorso novembre, a finire ai domiciliari era stato il vicesindaco Carmelo Santapaola. Fatto che ha segnato uno spartiacque nella storia recente del Comune, con l’invio dei commissari prefettizi per verificare la regolarità dell’azione amministrativa. «Ho avuto un incontro con loro e ho consegnato le mie memorie. Sono sicuro – aggiunge il primo cittadino – che, con la mia guida, la nostra comunità non è stata mai condizionata da nessun elemento mafioso. Da 40 anni faccio politica e oggi sciogliere il Comune per mafia lo definirei un colpo di Stato». 


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