Muos, M5s annuncia nuove misurazioni sulle onde Attivisti: «Tema usato come arma di distrazione»

«Ci saranno controlli più rigidi sulle emissioni elettromagnetiche dell’impianto radar di Niscemi». Ad annunciarlo è il deputato all’Ars Giampiero Trizzino riferendo del via libera dei ministeri dell’Ambiente e della Salute arrivato dopo la sua richiesta. «Svolgeremo il nostro ruolo di garanzia con grande impegno – assicura il ministro Sergio Costa – mettendo in campo tutti gli strumenti tecnici e scientifici a disposizione del nostro ministero e del sistema nazionale per la protezione dell’ambiente». Attorno al tavolo sulle misurazioni delle onde elettromagnetiche, siederanno i ministeri dell’Ambiente, della Salute, della Difesa, il Centro protezione radiazioni dell’Istituto superiore di sanità, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), l’Asl e il Comune di Niscemi

Quello delle misurazioni è un tema fondamentale e controverso per l’impianto satellitare realizzato dal governo statunitense nella riserva naturale di contrada Ulmo. «Sono l’arma di distrazione di massa per chi non sa come affrontare la questione», dicono a MeridioNews dal comitato degli attivisti No Muos di Niscemi. I dubbi sulle centraline installate per misurare le emissioni del Muos non sono mai stati risolti e nel 2017 era stato anche il presidente della commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito Gian Piero Scanu a dire che «non sono all’altezza». I dati avrebbero dovuto essere disponibili già anni fa. In particolare dal 2014, da quando cioè il Partito democratico risponde alla proposta del M5s di smantellare il Muos con una controproposta – che viene accolta – e che prevede la sospensione dei lavori solo nel caso in cui le emissioni superino i limiti previsti

«Le uniche misurazioni svolte finora – spiega Fabio D’Alessandro dei No Muos di Niscemi – sono quelle che dovevano entrare nel procedimento del Tar di Palermo e abbiamo scoperto che l’Arpa ha due centraline molto vecchie (una si è aggiunta ultimamente, ndr) che non misurano tutte le onde elettromagnetiche della base non riuscendo a fare differenze tra frequenze alte e basse». Insomma, quelli dell’Arpa non sarebbero apparecchi specifici per misurazioni di questo tipo. Le misurazioni, inoltre, vanno sempre fatte sulla potenza effettiva, quindi con l’impianto alla massima potenza. «E invece in quel caso – ricorda D’Alessandro – furono fatte dall’Ispra accendendo un antenna alla volta, sotto la guida degli americani che si giustificarono dicendo che l’impianto non poteva reggerle tutte insieme. Poi alcuni calcoli stabilirono che il livello previsto dalla legge non veniva superato».

A distanza di quasi tre anni dall’entrata in funzione del Muos, il tema torna d’attualità. Con una nuova promessa: finora, come detto, le misurazioni sono state affidate all’Arpa. «Questa volta – precisa a MeridioNews Trizzino – abbiamo chiesto che la strumentazione venga implementata con quella in dotazione all’Ispra e che tutto avvenga sotto il controllo dei ministeri. Gli Stati Uniti non sono stati coinvolti (forse il ministero della Difesa li informerà per buona prassi istituzionale) perché ci interessa la misurazione fuori dalla base, vicino alle abitazioni con sentinelle fisse». Anche perché lo spettro di interesse va ben oltre i confini della base militare. «Rispondendo alla mia richiesta – aggiunge il deputato – il ministero della Salute ha affermato di volere misurare gli effetti dell’inquinamento atmosferico per un raggio di azione più ampio, tenendo conto anche dell’impatto della zona industriale di Gela». 

Critico il comitato No Muos: «Per noi è semplicemente un modo per prendere tempo già utilizzato anche dai governi precedenti». Le polemiche tra gli attivisti e i cinquestelle erano scoppiate nell’estate del 2018. «Quella del Muos è stata, e lo è tuttora, uno dei punti fondamentali del nostro programma», afferma Trizzino. Che però si è trovato a fare da paciere davanti alla scelta del ministero della Difesa, guidato dalla pentastellata Elisabetta Trenta, di accogliere una nuova richiesta autorizzativa da parte degli Stati Uniti per interventi di manutenzione e consolidamento nella zona militare del Muos, che ricade in una riserva naturale orientata di competenza dell’assessorato regionale all’Agricoltura. «Una posizione che ci sembra vada nel senso contrario rispetto a quello dello smantellamento di cui tanto si erano fatti portavoce anche i cinquestelle», concludono gli attivisti.


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