Perde il lavoro e si reinventa celebrante di nozze La storia romantica della catanese Emilia Rejtano

Un diploma al liceo scientifico, una laurea in Scienze della formazione e una propensione spiccata all’entrare in empatia con chi le sta di fronte. La catanese Emilia Rejtano è l’esempio perfetto di chi, dopo aver perso il lavoro da impiegata a causa della crisi, ha saputo reinventarsi, inventandosi un’attività che oggi la impegna moltissimo: celebrante di matrimoni civili e simbolici in Sicilia. Ma come le è venuto in mente? E come si intraprende questa carriera? «Qualche anno fa ho aperto un’agenzia di animazione per bambini – racconta a MeridioNews – e un giorno mi sono ritrovata, casualmente, a presenziare a un matrimonio. Vedevo la gente annoiata, che non partecipava alla cerimonia, condotta da un celebrante che utilizzava frasi prese da internet. E lì ho capito che le persone hanno bisogno di emozionarsi, perché un matrimonio è un evento importante dove c’è la gioia di tutti oltre a quella degli sposi. Quella sera ho avuto un’illuminazione e ho cominciato a indagare su come entrare nel mondo dei celebranti».

Dopo mesi di studi e approfondimenti sui vari riti – celtico, della sabbia, delle candele, per citarne alcuni – e sulla parte burocratica, Emilia nel 2016 si è lanciata nella nuova avventura, aprendo una pagina Facebook e facendosi pubblicità sui social. La prima celebrazione? Una unione tra due uomini, che l’ha emozionata particolarmente anche per le vicende personali dei consorti. «Da quel giorno non mi sono più fermata, ad oggi ne ho celebrati quasi cento. Mi piace questa attività e desidero sempre incontrare le coppie prima di accettare un incarico, per essere sicura che nasca quel feeling necessario e per personalizzare il più possibile la cerimonia».

Con il 90 per cento delle coppie – giovani, meno giovani, omosessuali, divorziati, con figli, ecc. – Emilia rimane in contatto anche dopo il grande giorno, per scambiarsi gli auguri a Natale o per aggiornamenti sulla vita matrimoniale e familiare. E persino con qualche invitato si crea una bella sintonia. «Qualcuno a fine cerimonia si avvicina per ringraziarmi, dicendomi che è arrivato il messaggio di gentilezza e garbo. Elementi che dovrebbero essere alla base di ogni matrimonio e che cerco di trasmettere con le mie parole. È una soddisfazione quando le persone riflettono e condividono le loro sensazioni».

A riconoscere il valore del suo lavoro anche il portale matrimonio.com, che raccoglie i feedback positivi e che ha premiato Emilia come celebrante consegnandole il Wedding award 2019 come celebrante di matrimoni. «Non ci sono molte figure ufficiali che si occupano di questo – spiega – o almeno non in modo trasparente. Io lavoro con partita Iva e fattura, mentre molti lo fanno come seconda attività o per arrotondare e quindi non compaiono su portali del genere». Non esistono neanche registri ufficiali o attestati ed è quindi difficile conoscere il numero esatto di celebranti. «Non esiste un vero e proprio attestato, tutto dipende dalla tua cultura, dalla tua sensibilità e della tua dedizione. Bisogna essere predisposte ad assecondare i loro bisogni e mettersi nei panni di chi per una vita ha sognato quel matrimonio nei minimi dettagli».

È un lavoro a tutti gli effetti, dunque, e come ogni lavoro si fa bene se piace e se lo si fa con passione. «Ho iniziato un po’ per caso ma oggi è la mia professione. In questo periodo, soprattutto, sono felicemente persa, ho l’agenda piena di celebrazioni in giro per tutta la Sicilia, da Palermo a Milazzo, da Catania alla Scala dei Turchi». Location di ogni genere: spiagge, giardini, ville, piscine, palazzi antichi.

«Se il Comune ha deliberato l’uscita dei registri e ha autorizzato le location ad essere case comunali il matrimonio ha valore civile – chiarisce Emilia – altrimenti sarà solo un evento simbolico. Al massimo si può replicare il momento del sì lo voglio se gli sposi si sono già uniti in matrimonio seguendo le procedure del Comune». Indipendentemente dalle modalità con cui si svolge, per Emilia il matrimonio è un’emozione. «Mi commuovo ogni volta che entra la sposa, soprattutto sapendo tutto quello che c’è dietro quella stori. Tant’è che ho fatto creare apposta un box di kleenex con il mio marchio, che tengo sul tavolo e a cui attingiamo io e gli sposi». 


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