Unict, la candidata testarda manda in tilt i prof «Non so se la sua è follia o stupidità assoluta»

Presentarsi a un concorso contando solo sulla forza del proprio curriculum era ritenuta «una follia». Anzi, Filippo Drago, il direttore del dipartimento di Scienze Biomediche dell’università di Catania, va oltre: «Il problema è questo… Nella follia di questa persona… Che non so se è follia o stupidaggine o stupidità assoluta». Il dubbio poi si sarebbe però risolto: «È stupida… È stupida». Il docente, indagato nell’inchiesta Università bandita e sospeso dal suo incarico di vertice, parla di Lucia Malaguarnera (nel 2017 associata di Patologia generale nel suo dipartimento) e non sa di essere ascoltato dalla procura di Catania.

Per tutta l’estate di quell’anno è proprio Malaguarnera a monopolizzare le conversazioni fra Drago, il rettore Francesco Basile e il docente Ferdinando Nicoletti, dedicate al concorso per un posto di professore di prima fascia appunto in Patologia generale. Uno delle decine che sarebbero stati taroccati. Secondo i magistrati, il trio avrebbe disegnato l’intero iter della chiamata appositamente per far vincere l’associato Massimo Libra. Le cui sorti professionali, peraltro, sarebbero stare a cuore all’ex rettore Giacomo Pignataro: è lui, per i pm, a mantenere una specie di «monitoraggio» esterno durante tutta la trafila.

Per mesi, nei dialoghi, domina la serenità. Pignataro rassicura Libra sul «buon esito» della procedura di nomina. Nicoletti, componente della commissione del bando, in costante contatto con Basile, Drago e Libra, a fine giugno invia un sms al rettore ringraziandolo per il «generoso supporto a Massimo» subito dopo che, in consiglio di dipartimento, erano passati criteri di selezione che sarebbero stati calibrati sul suo profilo.

Ma ad agosto cambia tutto. È Drago, come si legge nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Carlo Cannella, a raccontare a Basile dell’irrompere di Malaguarnera nel ruolo della guastafeste. «Le ho detto – dice il capo del Biometec – “Scusami Lucia insomma questo è il concorso di Massimo”, non è che ha speranza». Appare però già chiaro qual è il timore del gruppo: che la professoressa vada fino in fondo, non ritirandosi. Il perché lo fornirebbe il suo curriculum, di pari grado se non superiore a quello di Libra secondo la ricostruzione dell’accusa. 

A questo punto, secondo la procura, la «pesante interferenza nell’iter concorsuale» diverrebbe ancora più palese. Drago chiede al rettore dell’università di incontrare Malaguarnera: «Se tu una volta dedichi cinque minuti… Vengo qua con lei… E anche con Nicoletti e ti fai da garante». Il tentativo è di chiedere tutti assieme un passo indietro all’aspirante docente di prima fascia, blindando Libra per un verso e per l’altro evitando il rischio di ricorsi amministrativi. Del resto, secondo Drago lo stesso Nicoletti non si presterebbe più a fare il commissario nel caso di un «non ritiro» della donna.

Per Basile l’incontro si può fare. Lo registrerà integralmente, il 16 settembre, una cimice occultata nella piantana del suo ufficio. Secondo il gip va in scena una conversazione di «straordinaria rilevanza e gravità». «Filippo io non… Non me la sento di ritirarmi sinceramente non… Non me la sento». Malaguarnera si alza di questo avviso. Al tavolo ci sono tutti: il prorettore, anch’egli indagato e sospeso, Giancarlo Magnano San Lio, Drago e il commissario Nicoletti. La proposta che i gerarchi dell’ateneo formulerebbero alla docente è chiara: «Adesso c’è un concorso di Patologia generale il programma è che dovesse vincere Libra», dice il rettore Basile, «prospettando poi – scrive il gip – un successivo cambio di settore di quest’ultimo e promettendo un futuro bando in suo favore». Un passo indietro ora per «per avere il concorso tranquillo liscio come l’olio tra due mesi», aggiunge Filippo Drago. 

Malaguarnera risponde picche: «Libra si è rovinato con le sue mani. Io ho l’idoneità vecchia di quattro anni». Il posto le spetta e vuole averlo adesso. Drago mette allora «un’altra carta sul tavolo: io ti chiamo un concorso articolo 2417 però ti devi ritirare… Te lo chiamo articolo 24 quindi nessuno ti può rompere le scatole e sei tranquilla. Dai Lucia, è un vantaggio enorme così, quindi io ti sto dicendo ritira la domanda». Ma la fermezza della docente di Patologia neppure vacilla. E visto che lei «si è intestardita in quel modo», come commenterà il rettore Basile in un colloquio telefonico successivo, si passi allora a quelle che per la procura sono le «ritorsioni» destinate a coloro che «non accettano i codici di comportamento degli indagati». «Si dovrà fare per forza un articolo 24 però sicuramente lo chiamerò per ultimo», conferma Drago al telefono con Nicoletti.

La chiamata buona, con l’articolo 2420, per Malaguarnera slitta appunto il più possibile, a marzo 2018. «Però stiamo facendo passare un messaggio troppo brutto… Che chi fa bordello viene premiato». Lo avrebbe detto Massimo Libra a Drago, dopo che il direttore gli aveva confermato la futura, per quanto ritardata, procedura riservata alla rivale. Il patologo, quando ne parla con Nicoletti, è già diventato professore ordinario. La sera del 21 settembre 2017, a concorso chiuso, Libra informa Giacomo Pignataro: «Hai visto sorgere e quindi era giusto…». L’ex rettore si complimenta dichiarandosi «davvero contento».

Si precisa che il Nicoletti citato in questo articolo è il cugino omonimo di Ferdinando Nicoletti, 60 anni, ordinario di Farmacologia all’università La Sapienza di Roma.


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